"Il mondo nella mia penna. La Serpara immaginata" - 17

L'OPERA: "SEDE DI GIANO", di Daniel Spoerri, opera in pietra e bronzo
Daniel, sin da piccolo sognava di potere un giorno diventare un buon calciatore. I suoi genitori, contadini, umili e molto poveri non potevano pagargli delle lezioni perché imparasse. Si accontentò dunque per molti anni di sbirciare le partite dei suoi "miti" dalla sua scrivania che si affacciava sul campo da gioco. Passarono giorni, mesi, anni, guardando e osservando quei giocatori e l'unica cosa che imparò, se non altro, furono le regole del calcio. Arrivo il giorno in cui Daniel si rifiutò di stare immobile su quella sedia a guardare. Doveva fare qualcosa, doveva assolutamente diventare un campione di calcio. Gli venne così l'idea di convincere il capitano Mike ad insegnargli a giocare. Il giorno prima di andare a scuola andò al ritrovo della squadra verdearancio dove tutti i giocatori si riunivano a fare colazione. Daniel si avvicinò a Mike e con un tono e deciso gli disse: "Ciao, io sono Daniel Spoerri, ti guardo e ti osservo silenziosamente da anni con la speranza di riuscire un giorno a giocare con te: non ho mai avuto la possibilità di prendere lezioni di questo sport, ti prego, insegnami tu!". E Mike: "Che storia è mai questa? Io dovrei insegnare l'arte del calcio ad un moccioso come te!?". Ma Daniel lo convinse: "Fra due settimane ci sarà il torneo nazionale degli junior e si vincerà un'altissima somma di denaro e chi farà più goal avrà un premio ancora più prezioso: oltre a 100000 dollari un viaggio alle Hawaii. Dammi lezioni e ti ricompenseró profumatamente. Ne sono sicuro, vincerò!". Mike, guardandolo dritto negli occhi, gli disse: "Tu hai carattere! Domani alle 17: 00 ti aspetto al campo". Nel pomeriggio Daniel passo tutta la mattina senza pensare ad altro che il suo sogno si sarebbe presto realizzato. Cominciarono mesi di duro lavoro e allenamenti a ritmi serrati. Arrivò così il grande giorno e dopo tanta fatica riuscì ad ottenere quello che aveva sempre sognato e riuscì a ricompensare Mike. Daniel, una volta vinto, lo chiamarono ad entrare in una squadra di calcio e diventò ben presto un calciatore famoso. Mike gli regalò la scarpa del giocatore più forte del mondo, di grande valore, tutti gli altri della squadra gli diedero un cappello con il simbolo della loro squadra, appoggiato su un bastone. Daniel quando tornò a casa attaccó sullo schienale il bastone col cappello e sulla gamba della sedia la scarpetta da calcio.
GIORGIA PICCHIAME, Classe 1D Scuola Media “Luca Signorelli”, Orvieto
Ho davanti una scultura molto particolare. C’è una colonna con sopra una sedia un po’ usata che ha messa su una gamba una scarpa da calcio che sembra usata negli anni ’80. La sedia ha anche legata una canna di bambù con una specie di sombrero. La colonna mi fa venire in mente un posto alto, come la vetta di una montagna. La scarpa mi fa pensare non solo ad un calciatore, ma anche ad uno scalatore. La canna di bambù mi fa venire in mente la sensazione di equilibrio, ma il cappello tutt’altra cosa: un signore ricco. A me sembra come se la sedia stesse scalando una montagna in pieno inverno (per il cappello). Mi immagino la sua avventura così: era in pieno inverno. La sedia scalatrice scalava una montagna altissima e molto pericoolsa, per i suoi forti venti. Si trovava quasi in cima, ma all’improvviso arrivò un forte vento che la spazzò via. Si aggrappò ad una roccia con una scarpa. L’altra le scivolò via. Il peggio però era passato. Con un ultimo sforzo, riuscì ad arrivare in cima.
MATEO RAMOS SERRANO, Classe 1C Scuola Media "Luca Signorelli", Orvieto
IL PROGETTO, LE PUNTATE PRECEDENTI

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