"Il mondo nella mia penna. La Serpara immaginata" - 7
L'OPERA: "ALBERGO GOLDONI" di Petra Fiebig & Uwe Schloen. Opera in Fiat 600, silicone, prato
E’ inquietante.
I tre omini di legno con gli stivali senza braccia, davanti ad una macchina verde acqua dovranno avere una lunga storia alle spalle…
Chissà, magari vengono da un altro pianeta o magari dal futuro…
Secondo me vengono dal futuro perché nel futuro gli uomini saranno più piccoli perché non ci sarà spazio per tutti, quindi si sono adattati rimpicciolendosi.
Secondo me, quella è una macchina del tempo: è con quella che sono arrivati qui.
Però mi viene in mente un’altra cosa: gli omini non hanno le braccia, quindi, visto che nel futuro non ci sarà più il petrolio, hanno collegato la loro mente con la macchina per guidarla con il pensiero. Gli omini hanno tutti un paio di stivali bianchi perché nel futuro farà caldissimo a causa dell’effetto serra e quindi si sono messi gli stivali pensando che nel passato avrebbe piovuto di più. Durante il viaggio hanno preso lezioni di italiano perché nel futuro non hanno bisogno di parlare, comunicano con la mente e per imparare la nostra lingua hanno dovuto seguire il corso rapido per italiani.
NILO KEIL, Classe 1D Scuola Media “Luca Signorelli”, Orvieto
Mi trovo davanti a una scultura davvero strana e inquietante. È composta da una macchina molto vecchia e danneggiata dove all'interno si trovano una sedia e un tavolinetto in silicone rosa con una radio di carta e una lampada. Inoltre, fuori, ci sono tre ometti strani in legno con delle galosce bianche. Dalla radio incorporata alla macchina si sente parla di un certo albergo Goldoni, che serviva per delle lezioni di italiano. Ma se i tre ometti non fossero sempre state delle semplici statue? E perché avere una radio per delle lezioni di italiano?...
Io, Mark e Jack eravamo amici da sempre e non vedevamo l’ora di partire per la nostra vacanza in Italia: non è facile essere accettati sulla Terra essendo marziani, ma con i giusti abiti ce la potevamo fare e, anche grazie alla nostra radio per le lezioni di italiano, eravamo pronti. Ma quando era fastidiosa! Neanche si poteva cambiare argomento: sempre con questo albergo Goldoni! A dire il vero, non era affatto inutile perchè ti diceva come ottenere le giuste indicazioni per trovare alberghi e come ringraziare cortesemente.
Passati due giorni dalla partenza, arrivammo in un bellissimo parco, ma improvvisamente iniziò un temporale: ci preparammo con galosce e giubbotti. La pioggia aumentava ancora di più. Fulmini, pioggia, spavento. Non riuscivamo a restare in piedi: ci dovemmo attaccare alla macchina. E di nuovo fulmini, pioggia, spavento. Sentivo che era finita. Non c’era più speranza... ma di colpo, il suono di un clacson di una macchina giunse alle nostre orecchie. Ci voltammo faticosamente: era il mio fratello maggiore, che ci aveva seguiti su ordine delle nostre mamme preoccupate. Capimmo che, alla fine, le mamme non avevano tutti i torti! Ci aprì la portiera e noi salimmo, per tornare a casa sani e salvi. Tranne per la povera macchina, ormai sommersa d’acqua.
ELENA PETTINELLI, Classe 1C Scuola Media “Luca Signorelli”, Orvieto
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