Esternazioni di Olimpieri sulle Fosse Ardeatine, interrogazione dell'opposizione
All'indomani delle esternazioni del consigliere Stefano Olimpieri a proposito dell'Eccidio delle Fosse Ardeatine, i consiglieri di opposizione Cristina Croce (Siamo Orvieto), Giuseppe Germani (Orvieto Civica e Riformista), Franco Raimondo Barbabella (Prima gli Orvietani), Martina Mescolini e Federico Giovannini (Pd) hanno presentato un'interrogazione al presidente del Consiglio Comunale, Umberto Garbini, e al sindaco, Roberta Tardani, che attende di essere discussa.
Di seguito il testo in forma integrale:
I sottoscritti consiglieri comunali
Premesso che
- in data 25 marzo 2023 il consigliere comunale Stefano Olimpieri interviene, sul proprio profilo Facebook, sul caso sollevato dalle parole di Giorgia Meloni a proposito dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, scrivendo: “L’ eccidio delle Fosse Ardeatine è una rappresaglia rispetto all'attentato di via Rasella. Se gli autori dell'attentato si fossero presentati ed avessero ammesso le loro colpe si sarebbero salvate 335 vite innocenti”;
- a scanso di equivoci semantici, l’attentato di cui parla Olimpieri è stato considerato un “atto di guerra” (lo ebbe a ricordare financo il segretario del suo partito di un tempo, Gianfranco Fini, il 1° dicembre 1997). Soprattutto, lo ebbe a confermare la Corte di Cassazione con sentenza del 6 agosto 2007 n. 17172 secondo cui la bomba esplosa in via Rasella fu “un legittimo atto di guerra rivolto contro un esercito straniero occupante e diretto a colpire unicamente dei militari”. Nelle successive interazioni, lo stesso Olimpieri argomenta che “chi ha fatto l’attentato di via Rasella sapeva benissimo che la rappresaglia (istituto previsto dal diritto internazionale) sarebbe consistita in una proporzione di uno a dieci. Bastava che gli attentatori si fossero assunte le loro responsabilità e l’eccidio si sarebbe evitato. Tutto questo non toglie nulla alla tragedia dei 335 italiani innocenti. Che vanno ricordati ed onorati”.
considerato che:
- Stefano Olimpieri dovrebbe spiegare alcune cose in quanto consigliere di una città che ha visto sette suoi concittadini innocenti cadere sotto il fuoco della barbarie nazifascista; anzitutto da quale autorevole fonte avrebbe tratto l’affermazione che la rappresaglia “prevista dal diritto internazionale sarebbe consistita in una proporzione di una a dieci”. Come riferito dallo storico Aurelio Lepre - “Via Rasella. Leggenda e realtà della Resistenza a Roma”, Roma-Bari, Laterza, 1996 – sulla presunta “legalità” dell’eccidio nazifascista Benito Mussolini ebbe ad affermare, replicando al ministro dell’interno della RSI Guido Buffarini Guidi, che “la rappresaglia è legale, è sanzionata dal diritto internazionale”. L’identità tra le due affermazioni è quanto meno sospetta e quindi meritevole di una qualche giustificazione da parte del consigliere … La seconda cosa che dovrebbe spiegare Stefano Olimpieri è da dove avrebbe tratto la notizia che l’eccidio delle Fosse Ardeatine si sarebbe potuto evitare se “gli attentatori si fossero assunte le loro responsabilità”. Ora, sul piano storico, quanto affermato da Olimpieri non trova alcun riscontro oggettivo poiché “non ci fu nessuno manifesto affisso ai muri, nessun comunicato radio, nessun serio tentativo di catturare chi aveva compiuto l’azione”. Ecco quanto ebbe a scrivere l’Agenzia ufficiali Stefani alle 22,55 del 24 marzo 1944: “Nel pomeriggio del 23 marzo 1944, elementi criminali hanno eseguito un attentato con lancio di bomba contro una colonna tedesca di Polizia in transito per via Rasella. In seguito a questa imboscata, 32 uomini della Polizia tedesca sono stati uccisi e parecchi feriti. La vile imboscata fu eseguita da comunisti badogliani. Sono ancora in atto indagini per chiarire fino a che punto questo criminoso fatto è da attribuirsi ad incitamento anglo-americano. Il Comando tedesco è deciso a stroncare l'attività di questi banditi scellerati. Nessuno dovrà sabotare impunemente la cooperazione italo-tedesca nuovamente affermata. Il Comando tedesco, perciò, ha ordinato che per ogni tedesco ammazzato dieci criminali comunisti-badogliani saranno fucilati. Quest'ordine è già stato eseguito”. Questa fu l’unica comunicazione ufficiale e che attesta, sopra ogni dubbio, quanto affermato in sede di accertamento storico e giudiziario ossia, come confermato dai comandanti tedeschi nei processi del dopoguerra, che l’annuncio della rappresaglia fu dato solo dopo che era sta stata eseguita;
poiché la carica pubblica di Stefano Olimpieri, consigliere comunale dal 1999, non consente di derubricare queste affermazioni a mere espressioni di un sentire personale,
tutto quanto premesso e ritenuto, chiedono alla Sindaca:
1) se condivide le affermazioni del Consigliere Stefano Olimpieri relativamente alla ricostruzione da lui proposta;
2) se intende censurare pubblicamente tali affermazioni anche per difendere la memoria di Ulderico Stornelli, Alberto Poggiani, Raimondo Lanari, Amore Rufini, Raimondo Gugliotta, Dilio Rossi, Federico Cialfi, cioè dei sette martiri trucidati dalla barbarie nazifascista;
3) se non ritiene opportuno sollecitare le dimissioni di Stefano Olimpieri da consigliere Comunale affinché possa essere tutelata l’immagine di Orvieto – città della cultura antifascista, democratica e inclusiva - anche in vista della selezione della Capitale della Cultura 2025 titolo per il quale Orvieto opportunamente concorre.
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