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79 anni dall'Eccidio di Camorena. PCI: "Nessuno spazio al revisionismo"

lunedì 27 marzo 2023

In una fredda sera del 29 marzo 1944, 7 antifascisti orvietani furono costretti a salire su un camion, seguito dai soldati della guardia nazionale repubblicana fascista e trasferiti in località Camorena, poi fucilati ad uno ad uno. Alberto Poggiani, Amore Rufini, Ulderico Stornelli, Federico Cialfi, Raimondo Gugliotta, Raimondo Lanari e Dilio Rossi.

Sono passati 79 anni dall'Eccidio fascista dei Martiri di Camorena. Il ricordo resta sempre vivo, nonostante lo scorrere incessante del tempo. Ricordare e commemorare è un dovere che ci permette di rendere vivi i valori della nostra Repubblica nata dalla Resistenza.

Una Resistenza, che non fu solo guerra civile, ma che rappresentò la lotta per un’idea diversa del mondo e della convivenza tra gli uomini, un'idea che non contemplava la violenza come strumento di lotta politica e di repressione.

La strage di Camorena è la manifestazione più tangibile per la nostra città, della brutalità di un regime, quello fascista, pronto a sopprimere uomini e ragazzi per la sola colpa di opporsi ad esso.
Questa ricorrenza, da sempre, ci ricorda le radici della nostra comunità orvietana e lega il passato con il presente ma anche con il futuro.

Abbiamo un dovere morale nei confronti delle nuove generazioni: il compito di tenere viva la memoria di quel sacrificio. Una memoria che negli ultimi mesi subisce attacchi continui: revisionismo, decontestualizzazione, falsità storiche, frutto di una strategia politica atta a “riabilitare” linguaggi e pratiche “sconfitte” dalla storia.

Sono un esempio le parole del primo ministro Meloni, in merito all'Eccidio delle Fosse Ardeatine, dove si sottolinea la sola “italianità” delle vittime, omettendo di pronunciare le parole "ebrei" "partigiani" e antifascisti.

…E le frasi di un consigliere comunale orvietano, che citando sempre il tragico episodio delle Fosse Ardeatine, cerca quasi di assolvere i veri protagonisti che uccisero 335 persone. A proposito, auspichiamo una presa di distanza, decisa, dal sindaco e dall'amministrazione comunale.

Si vuole svuotare di significato l'antifascismo, facendolo passare come una visione anacronistica e datata. Per questo dobbiamo riaffermarlo come pratica quotidiana: contro ogni discriminazione, contro ogni violenza, contro la guerra, per una società dei diritti e della pace.

Nessuno spazio al revisionismo il 29 marzo!

Fonte: PCI  Federazione di Orvieto
 


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