Vergaglia: "Debacle M5S anche per gravi responsabilità organizzative"

Le polemiche nel Movimento, la (ex) candidata orvietana le aveva stoppate sul nascere quando fu bloccata a Perugia la lista a 5 stelle di Orvieto. Lucia Vergaglia ad aprile scorso si era, infatti, e coraggiosamente, assunta la responsabilità politica della vicenda. Ma oggi non ci sta e pur ammettendo i meriti e la forza degli avversari richiama i vertici nazionali a fare chiarezza sulla gestione della campagna elettorale che ha visto il crollo pentastellato. Una organizzazione con gravissime lacune ed una campagna elettorale che praticamente non c'è stata in tutto il territorio orvietano a parte l'impegno riconosciuto dei singoli candidati locali.
«Diventa necessaria una analisi che si impone scorrendo i risultati delle elezioni umbre, dopo aver sentito i commenti dei leader nazionali e letto le analisi del voto che smontano la fake news che i voti del Movimento ottenuti nel passato fossero in gran parte ascrivibili al centro destra. Il centrodestra aveva in Umbria alle Europee il 51,2% e porta questo risultato al 57,5%. Da chi riceve il 6,3% in più? Il 13,7% viene da precedenti astensionisti, il 3,4% da ex elettori M5S.
Il Movimento ha uno zoccolo duro che però si deve riconoscere anche localmente nelle scelte di opinioni nazionali, quando queste sono controverse ed appaiono lontane dalle esigenze locali sceglie l'astensione. E' un dato di fatto così come è un dato di fatto invece che a fare egregiamente questo lavoro di connessione della politica nazionale con quella locale è la Lega.E la loro macchina organizzativa locale, mediatica e soprattutto social contribuisce non poco e con essa la Lega offre una narrazione coerente sui media e sulla stampa mentre la comunicazione social del Movimento, non più adeguata ai tempi, non ha aiutato a riportare al voto quei cittadini che hanno scelto di non partecipare alle elezioni ed astenersi.
In questo scenario viene vanificato lo sforzo dei singoli candidati del M5S che hanno fatto la propria campagna elettorale e non semplicemente da portatori di voti per l'altro candidato dello stesso territorio. Sempre in questo scenario paga di più un selfie con Di Maio che raccoglie l'interesse di quella specifica parte di votanti già, per usare un brutto termine, fidelizzati che invece sostenere il Movimento nel suo insieme appunto facendo campagna elettorale. Magari in questo caso si porta al voto una percentuale in più ma si perde la possibilità di essere inquadrati come possibili candidati da votare. Mi pare che su questo argomento sia stato molto chiaro il senatore Stefano Lucidi.
Infine c'è la questione del patto civico: difficile che i cittadini che ne siano a favore vadano poi a votare quando i principali candidati dichiarano apertamente di essere contrari e di presentarsi col mal di pancia, viceversa costoro cannibalizzano quei voti persi diventando nel frattempo visibilissimi presso gli altri votanti che erano effettivamente contrari e che sono per rovesciare il tavolo invece che per tentare di costruire. Ecco questi sono una parte importante del Movimento, da rispettare, che è molto attiva sui social ed e attenta alle persone più che al voto di opinione. Questi le scrivono le preferenze, eccome.
Tuttavia poi alla fine il risultato è una debacle del M5S, di cui possono festeggiare soltanto quelli che del Movimento non sono.
Nel luogo da cui scrivo, Orvieto, il Movimento ha tenuto ed ha una media più alta che altrove. E questo nonostante che noi Luigi Di Maio sul territorio non lo si sia visto neanche col binocolo. E nonostante la recente cancellazione della lista a 5 stelle per le amministrative. Un endorsement, non dico le intere giornate passate a Terni e Narni da parte sua o di Roberto Fico o degli altri esponenti del governo, ma almeno un salto avrebbe potuto sicuramente aiutare i candidati locali. Così come altrove.
Purtroppo però l'organizzazione aveva sede guarda un po' a Terni. Morale della favola c'è un risultato triste, i flussi elettorali che smentiscono chi ha organizzato le attività del M5S per questa elezione, e come per le precedenti amministrative che hanno visto inesplicabilmente tagliar fuori il territorio dell'orvietano e la lista che avevamo faticosamente messo in campo qui ad Orvieto.
L'impegno, l'attivismo, viene riconosciuto dai cittadini e persino dagli avversari e questo è importante. Tuttavia non basta. Non basta lo sforzo da singoli contro una valanga di tali proporzioni, non sarebbe bastato neanche ad Alessandro Di Battista. Non basta fare la propria parte quando tutti quelli che dovrebbero fare la propria si concentrano sull'altro lato dell'Umbria. Qui le tante volte che sono venuti Salvini, Meloni e tutti gli altri praticamente non hanno trovato alcuna forma di contrappeso da parte della compagine di governo del MoVimento. Come mai?
Un unico deputato sarebbe dovuto intervenire ad Orvieto negli ultimi giorni, e neanche uno di quelli più conosciuti, ma quando ho chiarito che avremmo dovuto toccare il tema della discarica ci sono stati dei problemi e non se n'è fatto più nulla. In precedenza, allo stop della lista Vergaglia per le amministrative, che la stampa indicava chiaramente come un blocco voluto da Perugia, e per la quale non c'è stata neppure alcuna motivazione ufficiale, mi ero assunta presso i cittadini la responsabilità politica. Oggi invece non voglio stare a guardare lo sfacelo di un intero progetto.
Occorre una visione corale e che l'organizzazione smetta di essere nelle mani di coloro che hanno portato il M5S quasi a scomparire ma torni ad essere corale e partecipata. Che riparta dai territori e non sia centrata nei capoluoghi. Che rimetta al centro i temi invece che scegliere le persone più vicine a questo o quello. E soprattutto che sia in grado di fare una campagna elettorale invece di un selfie tour: ma voi avete notato che in quasi tutta la regione mancavano i rappresentanti di lista del Movimento? Con queste premesse il potenziale resta inespresso, interi territori perdono fiducia e dei motivi di questo fallimento occorre che ci sia un approfondimento serio.»
Lucia Vergaglia
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