"Si apra una nuova fase politica ed economica nell'Orvietano e in Umbria"
"Il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, apra un nuovo tavolo di discussione sul modello di sviluppo orvietano e sul futuro della città!". A dirlo è l'ex sindaco Stefano Cimicchi, oggi presidente di Co.Ge.S.T.A., realtà che conta oltre 30 addetti tra dipendenti e specialisti collaboratori esterni per oltre 1500 clienti su 4000 P.Iva esistenti sul territorio.
"Dal mio osservatorio - afferma Cimicchi - si nota che stiamo vivendo un periodo di profonda crisi caratterizzata da un vuoto di prospettive per mancanza di investimenti e di una idea di futuro! Le battaglie in corso per recuperare risorse (funicolare) sono irrilevanti rispetto al dato generale che rimane debole sotto il profilo della finanza che ne scaturirebbe sia sotto il profilo del metodo (estrapolare un pezzo che produce lasciando gli ambiti deboli agli altri è offensivo dell'intelligenza altrui) che sotto quello del merito (la funicolare non è un minibus ma un oggetto estremamente complesso).
Il fatto è che si è concluso il ciclo politico iniziato nel 2005 e non c'è all'orizzonte né un Progetto Orvieto né strumenti di programmazione dello sviluppo territoriale che possano sollecitare investimenti e progettualità! Oggi dobbiamo veramente ricominciare da zero! Il caso di questi giorni della geotermia è emblematico! Come si fa a pretendere che investitori vengano da noi quando dopo sette anni non si ha ancora nessuna certezza? Come si può "sbandare" culturalmente in questa maniera?
Aree destinate da decenni a tale scopo. Addirittura un'area industriale già attrezzata con il teleriscaldamento. Soldi dell'ente pubblico spesi (anche tramite Sviluppumbria) per promuovere la risorsa geotermica. Negli ultimi 10 anni chi ha sposato le teorie della decrescita ha perso miseramente sia sul piano politico che culturale lasciando ampio spazio ai sovranismi di vario tipo che ci hanno isolato sempre di più. Il terrorismo e la ideologizzazione dei punti di vista sui progetti porta, inevitabilmente, alla paralisi. Dopo le nocciole i vigneti e gli oliveti?
Qui da noi "il nuovo che avanza" ha preso le sembianze del trasformismo peraltro ampiamente giustificato dal disastro (annunciato) del Centro Sinistra. I danni morali e materiali di questa fase sono a tutti evidenti e non bastano alcune rondini (Vetrya, Engeneering) per fare la primavera! Bisogna riaprire un tavolo di discussione con le imprese e con le organizzazioni sindacali e imprenditoriali e azzerare tutto. I problemi e le crisi rappresentano anche, a volte, una opportunità per riaprire discorsi e per rimettersi in discussione. Niente è più scontato.
Dobbiamo riaprire i giochi delle intelligenze e della democrazia Non basta un "profilo" su Facebook e quattro like per costituire un soggetto capace di incidere sul ciclo delle risorse e sul metodo di approccio ai problemi. Il nuovo sindaco di Orvieto ha tutti i titoli per fare questa operazione che deve tendere a distendere gli animi e a riaprire una discussione.
Un'ulteriore fase di scontri tra imprese e enti pubblici non porterebbe a niente mentre ci sono opportunità che vanno colte partendo da un consenso che rafforzi le nostre rappresentanze senza indebolire, soprattutto in vista delle elezioni regionali e delle inevitabili elezioni politiche anticipate.
I volumi e gli spazi di territorio sui quali occorre intervenire sono, per consistenza, superiori a quelli affrontati con le leggi speciali le quali avevano, ovvio, il problema della stabilità della rupe e della messa in sicurezza delle infrastrutture idriche e fognarie. La qualità di questi volumi sollecita un approccio culturalmente molto elevato oltre a una visione dei processi mondiali che non ancori la discussione a un tipo di sviluppo bucolico che mal si addice alle caratteristiche peculiari e alla collocazione geografica di Orvieto".
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