"Il mondo nella mia penna. La Serpara immaginata" - 13

L'OPERA: "RESPIRO VOLANTE" di Hans Thomann, opera in bronzo cromato e metallo
Si vede spuntare da un altopiano una statua strana, ma bella. Superman. La guardo e penso a Superman che va a salvare la gente in pericolo con la sua tuta rossa e blu, anche se la statua è argento. Chi l’ha fatto diventare di ferro? Immagino...Nella città di Orvieto, si aggirava un mostro pericolosissimo. Nessuno riusciva a sconfiggerlo. Nessuno di noi sapeva chi fosse, ma l’importante era nascondersi, non farsi vedere. “Ho paura molta paura, paura che mi scopra, paura che mi faccia del male”, pensavo da nascosta, insieme ad altre persone. Ad un tratto, sentii un rumore strano, mi girai e vidi il nostro salvatore: era Superman! Gli abitanti cominciarono a gioire, stando sempre nel nascondiglio. Il nostro eroe aveva catturato il mostro, ci aveva messo in salvo, però, dopo poco, ci accorgemmo che Superman era stato trasformato, misteriosamente, in ferro. Il giorno dopo, in città, arrivarono due persone: dissero che erano proprietari di un giardino, il giardino della Serpara. Il pomeriggio successivo portarono via Superman dicendo che lì, da loro, sarebbe stato bene.
AURORA COLETTA, Classe 1C Scuola Media “Luca Signorelli”, Orvieto
La statua di Superman che vola in alto come se volesse arrivare in un posto dove nessuno può andare, nessuno può arrivare e non sa dov’è. Superman, dal vento che gli arriva in faccia, i suoi galanti capelli volano all’indietro come se avesse il gel. Solo che è attaccato a un tubo lungo, spesso e resistente che non lo lascia scappare dal parco della Serpara. Il tubo finisce in una grotta piccola ma senza una fine. Color argento con ruggine come se fosse sempre più vecchio. Lui. intrappolato nella Serpara. non si arrende mai e cerca sempre più piani di fuga.
Triste di stare lì perché non riesce a dormire, perché la luce lo illumina di notte solo per farlo ammirare dai turisti che vengono a visitarlo e a vedere la sua maestosità e la sua forza d’intelligenza, muscolosità e grandezza. Ormai chiamato Respiro Volante perché stando fermo volando sospira e sospira e pensa alla fuga da lì, il parco della Serpara. Spero che un giorno il personaggio di questa piccola ma forte statua riuscirà a tornare nel suo bellissimo paese con la sua famiglia e che possa dormire tranquillamente, senza una luce che lo fa diventare pazzo dalla furia e che non abbia più turisti che vengono da tutto il mondo per vederlo ma io, non sono venuto lì solo per la sua potenza attraente, ma anche per esprimere i miei sentimenti e pensieri per lui e per me. In lui mi resuscita una sensazione particolare, una specie di tristezza: solo che a lui sembra piaccia essere ammirato mentre studia tutti questi stratosferici piani che non funzionano mai e tutto questo proviene dall’espressione della faccia e dall’aspetto dalla corporatura: la faccia interessata al punto che sta fissando e la ruggine che lo mantiene tanto vecchio come se fosse stanco, ma anche felice degli obiettivi che già vuole raggiungere nel futuro semplice e nel futuro anteriore.
MIRO’ SALVANESCHI, Classe 1D Scuola Media “Luca Signorelli”, Orvieto
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