cultura

Orvieto tra le "Meraviglie Sotterranee" segnalate dal Touring Club Italiano

lunedì 14 novembre 2016
di Davide Pompei
Orvieto tra le "Meraviglie Sotterranee" segnalate dal Touring Club Italiano

Nel ventre della terra, dove la bellezza ama nascondersi. Fra antri segreti, miniere e antiche tombe, dalle caverne preistoriche alla metropolitana, indagando quel sottosuolo dove natura e opere di ingegno disegnano un altro mondo, sotto quello abitualmente calpestato. Sono oltre 200, i luoghi censiti da "Meraviglie Sotterranee", la guida curata da Elena Bauer e Giovanni Caprara per il Touring Club Italiano, arrivata sugli scaffali da qualche settimana, nella stessa collana che celebra "L'Italia dei Giardini".

Un viaggio, dalla Valle d'Aosta alla Sardegna, che documenta il fascino nascosto di grotte naturali, antiche chiese ipogee, ma anche cantine per vini e formaggi, gallerie e rifugi, primitivi insediamenti rupestri, avveniristici trafori alpini, necropoli e acquedotti. Fra quei luoghi sotterranei, accanto alle celebri Grotte di Frasassi, i Frantoi Ipogei della Puglia e il Parco Minerario dell'Isola d'Elba si fanno largo così anche le viscere di tufo della città celebre non solo per il suo Duomo.

Sei, le foto a corredo delle due pagine che documentano i 36 metri di profondità del Pozzo della Cava, dove ha preso il via in questi giorni l'allestimento della 28esima edizione del "Presepe nel Pozzo", visitabile da venerdì 23 dicembre a domenica 8 gennaio, il Pozzo della Rocca o di San Patrizio e le sue due rampe elicoidali che hanno reso celebre l'opera idraulica concepita da Antonio da Sangallo il Giovane. E ancora il percorso ipogeo di Orvieto Underground. Scelti come rappresentativi fra le oltre 1200 cavità – 440, rilevate con precisione – individuate nel sottosuolo cittadino dove si contano più di 250 strutture e cisterne per la raccolta delle acque piovane.

Un rapporto fra vuoti e costruiti, cunicoli etruschi riempiti di buccheri, colombai e luoghi di lavoro come cantine e frantoi. Sono proprio i mestieri e la vita quotidiana di ciò che si agita sotto il tessuto urbano e la superficie dello "sperone di tufo", la chiave scelta nella guida per raccontare l'intensa attività sotterranea, a cui gli abitanti hanno affidato nei secoli esistenza, sopravvivenza ed economia.

È il caso delle cantine per la conservazione di vino e alimenti, più o meno antiche e in gran parte ancora oggi fruite. Ma anche di ricoveri per gli animali, depositi per gli attrezzi degli orti che hanno contraddistinto da sempre le coste della rupe, fulloniche per la lavorazione e la tintura della lana, ambienti per la fabbricazione di funi e addirittura un grande mulino che, insieme ad altri mirabili manufatti e ambienti, tra cui una vasta cava di pozzolana, non manca di stupire. L'imponente reticolo di spazi e manufatti ipogei di varia natura, come tutto ciò che appare oscuro e misterioso esercita tuttora una grande attrazione sull'immaginario di visitatori e abitanti. Rivelando antri e pertugi sconosciuti ai più.

Per ulteriori informazioni:
http://www.inorvieto.it/it/scegli/orvieto_sotterranea.html

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