"Arte e Fede" per leggere i segni dei tempi. In archivio la decima edizione
Presente, nella duplice accezione di "eccomi, adesso e qui" ma anche di "dono". È il tempo dell'attualità da capire vivendo in prima persona – sospeso tra un passato di nomi ed emozioni racchiuse in un video celebrativo e un futuro da continuare a scrivere insieme ai luoghi dove è nato e cresciuto – quello che ha scelto il Festival Internazionale d'Arte e Fede, tessuto con creatività e impegno, sulla vocazione culturale ed eucaristica di quei luoghi, per traguardare la sua decima edizione.
Anche fuori dal contesto naturale delle prime nove, tenutesi tra la Pentecoste e il Corpus Domini, l'evento promosso dall'associazione culturale Iubilarte ha ugualmente scandito un altro avvento, accompagnando e preparando idealmente Orvieto e Bolsena all'inizio del nuovo Giubileo Straordinario, Anno Santo della Misericordia. Accantonato il tema iniziale che, nell'anno di Expo, avrebbe dovuto essere il Nutrimento del Pianeta, ha trovato forse in quest'ultima terreno ancora più fertile e fecondo di stimoli.
"Il titolo 'Leggere i segni dei tempi: il Presente della Misericordia' – confida Alessandro Lardani, direttore artistico del festival – è nato 4-5 mesi fa. Un tema che si è rivelato precursore e premonitore dei segni e delle parole di Papa Francesco. In comunione con il suo messaggio, abbiamo anticipato i temi che scandiranno questo tempo. Senza saperlo, il festival ha salutato come piacevole coincidenza la forza espressiva delle immagini di Salgado e Wenders proiettate, oltre che a Orvieto, anche sulla cupola di San Pietro. Quello che per primi abbiamo fatto è contestualizzare e lasciare convergere le tematiche, come quella dell'accoglienza dei rifugiati con la definizione data di periferie esistenziali del mondo".
Il ritorno alla cornice naturale? "Lo rimetto alla sensibilità delle istituzioni – dice – alla loro progettualità, lungimiranza e capacità di calendarizzare, senza sovrapposizioni, nel palinsesto delle politiche culturali gli eventi pubblici. Capiremo insieme quale sarà il periodo migliore, se prima del Corpus Domini o altrove. Oppure se una settimana prima del Corpus Domini e un'altra altrove. In molti hanno partecipato e altrettanti ci hanno incoraggiato a proseguire, per rispetto di una storia che dal 2005, attraverso personaggi illustri del mondo dell’arte, della cultura e della spiritualità, legati ognuno con il proprio percorso di vita al binomio arte e fede, consente di celebrare un giubileo annuale in una città-cattedrale-palcoscenico, indipendentemente dal periodo più naturale".
È stato così anche per i dodici appuntamenti dell'edizione di quest'anno, aperta in Duomo sabato 28 novembre dal Concerto-Meditazione Pro Terra Santa, promosso insieme all'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme che ha visto monsignor Marco Frisina dirigere il Coro della Diocesi di Roma insieme all'Orchestra "Fideles et Amati".
Lì dove venerdì 4 dicembre hanno preso voce le storie senza voce di "Refugees", lo spettacolo di Ugo Bentivegna, con Claudia Koll e Valeria Contadino preceduto da un incontro sulla condizione dei rifugiati politici. Di chi "ha visuto il dramma dei barconi lasciando le proprie terre per intraprendere un viaggio chiamato speranza".
Ad inaugurare gli incontri, lunedì 30 novembre, padre Enzo Bianchi, fondatore e priore della Comunità Monastica di Bose, corteggiato per tre anni dall'organizzazione e arrivato nell'anno più significativo in un luogo come il Duomo depositario del messaggio eucaristico. "Il filo rosso che va dal Concilio Vaticano II ad oggi – ha detto – rende vivo il tema della misericordia, è un invito a conoscere attraverso il fremito che parte dalla viscere. Un sentimento tipicamente femminile, quell'essere mossi dal profondo senza aspettarsi reciprocità. Francesco parla di tenerezza che si rivela nel nome di Dio, un padre che ha sentimenti di madre, che è misericordia e compassione".
Sabato 5 dicembre è stata la Basilica di Santa Cristina a fare da cornice alla testimonianza di Chiara Amirante, fondatrice della Comunità "Nuovi Orizzonti", che di notte, in ascolto delle strade, tocca con mano l'inferno di tanti giovani. "Vivo una malattia – ha spiegato – che mi dà dolori atroci, ma i dolori fisici rispetto a quelli del cuore se si ha la grazia di una fede sono nulli. In me la gioia continua a traboccare, per questo ho deciso di mettermi in ascolto dello sterminato popolo della notte. Adesso, siamo tutti presi dalle stragi dei terroristi ma quanti sfregi quotidiani al cuore dei giovani si compiono? Il consumismo è entrato nelle relazioni, il relativismo e la tiepidezza sono i veleni più anestetizzanti, anche per i cristiani. Nel Vangelo ci sono risposte al bisogno di infinito, ma siamo poco abituati ad immergerci. Oggi non ci insegnano a pregare, ma a dire le preghiere. Ad andare a messa, non a viverla in comunione".
Altrettanto intenso, pur nella diversità del punto di osservazione, l'incontro con Corrado Augias tenutosi domenica 6 dicembre in collaborazione con "Il Libro Parlante". "Il cammino della fede – ha affermato – non vuole troppa luce, è un percorso delicatissimo prima di tutto interiore. Il Gesù storico è diverso dal Cristo iconico. Chi ci crede se lo può trovare accanto nei momenti del bisogno, chiama a se solo quelli che vogliono seguirlo. Essere atei, come me, significa non credere in una divinità disegnata dalla teologia cattolica, costruita attraverso secoli. Ciò non significa non avere spiritualità che, anzi, in me è molto forte e si concreta nel rispetto degli altri e dell'ambiente per il quale cerco di applicare l'immortale principio di non ledere, non ferire, non danneggiare".
Si è dipanata "Alla ricerca del Volto della Misericordia", la riflessione della ritrattista americana Catherine Prescott, docente presso il Gordon College di Orvieto che lunedì 7 dicembre al Museo Emilio Greco ha parlato di volto come specchio dell'anima. "Si dipinge – ha sottolineato – per conoscere e imparare a sentire. Amare non è sentimentalismo, ma osservazione, studio della luce, attenzione per i particolari. Non analizzo psicologicamente, non voglio intromettermi ma cogliere gli elementi della realtà. Lavoro con fotografie che scatto personalmente. Dipingendo, leggo il pensiero, lo ascolto e semino indizi da percepire".
Tra gli eventi collaterali poi al Caffè Montanucci e alla Nuova Biblioteca Pubblica "Luigi Fumi" ha riscosso consensi la mini-rassegna cinematografica "Al Cinema: Leggere i segni dei tempi" con la visione delle due pellicole d’autore "Due giorni, una notte" di Jean Pierre e Luc Dardenne, martedì 1 dicembre, e "Il Sale della Terra" di J. R. Salgado e Wim Wenders, mercoledì 2 dicembre, oltre al film rivelazione "SanBa" di Valentina Belli, risultato di un progetto di recupero culturale del quartiere di San Basilio a Roma e vincitore del premio "TaoEdu" alla 61esima edizione del Taormina Film Fest, replicato due volte giovedì 3 dicembre, giorno di uscita della pellicola di Daniele Luchetti "Chiamatemi Francesco" al Multisala Corso.
Martedì 8 dicembre, infine, nella solennità dell'Immacolata "Mater Misericordiae", l'arte popolare del Centro Artisti Madonnari di Curtatone che ha portato l'annuncio direttamente nelle vie e nelle piazze del centro storico di Orvieto attraverso i caratteristici dipinti "sacri ed effimeri", nei soggetti del Buon Pastore, del Ritorno del Figliol Prodigo e della Natività. Chiudendo, insieme a un laboratorio creativo di disegno e letture per i più piccoli, il festival che ha segnato l’inizio del Giubileo e l'apertura del Circuito dei Presepi, promosso dal Comitato Cittadino dei Quartieri.
Il festival è stato organizzato in collaborazione con la Diocesi di Orvieto-Todi e il Capitolo della Basilica Cattedrale di Orvieto, con il Comune di Orvieto, con il sostegno dell’Opera del Duomo di Orvieto e della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, del Comune di Bolsena e della Basilica di Santa Cristina, della Fondazione Ente dello Spettacolo, di Crediumbria Credito Cooperativo, di Vittoria Assicurazioni, dell’Università di Gordon College e con il patrocinio dell'Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della CEI, della Provincia di Terni e della Regione dell’Umbria. L'appuntamento ora è per il 2016, il mese questione di "tempo".