Rinviato il Festival Internazionale d'Arte e Fede. "Si è fatto del male a Orvieto"
Fuori dal calendario dei grandi eventi di Primavera. E dal contesto naturale entro il quale era nato e cresciuto, quello a cavallo tra la Pentecoste e il Corpus Domini. Proprio nell'anno in cui avrebbe traguardato il nastro della decima edizione. Nota stonata ma non isolata, in mezzo a un clima di festa che pure affatica. E alla concomitanza litigiosa di spazi cittadini e appuntamenti che, malgrado apprezzabili tentativi di coordinamento, continuano a sovrapporsi.
Già annunciato, il Festival Internazionale d'Arte e Fede si vede costretto così a fare un passo indietro. "Per il bene di Orvieto – spiega il direttore artistico Alessandro Lardani – e per non consegnare all'esterno l'immagine di una città bipolare e schizofrenica, quale forse è. La decisione di posticipare tutto come segno di discontinuità è stata una scelta forzata, ma ispirata da senso civico e dalla volontà di risolvere pacificamente un problema che non si sarebbe dovuto creare, ovvero la nascita di un nuovo festival della spiritualità organizzato con molto mestiere, ma con assai scarso senso civico".
"Creare un festival e sovrapporlo a un altro preesistente e ben avviato – aggiunge – per di più con la stessa proposta culturale che gli organizzatori ben conoscevano, attingendo alle quasi medesime risorse e partnership istituzionali, è un gesto d’irresponsabilità che mina la credibilità di Orvieto e la sua coesione sociale. Così facendo, non solo si è mancato di rispetto a un grande evento della città e all’Associazione Iubilarte, l'ente organizzatore che lavora da anni senza scopo di lucro, ma si è anche messo in discussione il lavoro svolto da diversi professionisti e collaboratori, ripetutamente apprezzato a livello internazionale. Soprattutto, si è creato un precedente e si è fatto del male alla nostra città, vittima dell’ennesima negligenza e di uno spirito di antagonismo e di divisione che lentamente ne logorano l’unità".
Rimarca, deluso, la visione d'insieme e l'umiltà che in dieci anni hanno permesso al festival di crescere. "Orvieto – osserva Lardani – è stata tirata su da artigiani e contadini. E anche 'Arte e Fede' si è posto secondo una logica di lavoro. Un costruire silenzioso, senza specchi che rimandassero false luci. È frutto di un lavoro artigiano portato avanti con umiltà, ha dimensione familiare ma respiro aperto e internazionale. C'è bisogno di tanta umiltà, di fare squadra, sensibilizzare la città e il suo territorio, farsi palcoscenico senza mondanità, con un lavoro fatto a monte, concreto proprio perché spirituale. Stiamo raccogliendo adesso i frutti di un seme piantato dieci anni fa".
L'iniziativa, già calendarizzata, meritava insomma maggiore attenzione. Sul fronte logistico, lo slittamento di appuntamenti già previsti tra maggio e giugno ha causato la perdita di ospiti. "Un danno d'immagine – spiega il direttore artistico – e un disagio organizzativo. La decisione presa risponde al desiderio di evitare un dualismo nei programmi, una confusione nella promozione e nella comunicazione degli eventi, uno spreco di risorse pubbliche e private, non ultimo la frammentazione di un pubblico preda di un'offerta culturale parallela e scoordinata. Insomma, una cattiva pubblicità per Orvieto con due festival simili così sovrapposti. Ci saremmo potuti integrare, così non è stato".
In dieci anni, il festival – organizzato in stretta collaborazione con Diocesi di Orvieto-Todi, Comune di Orvieto e Bolsena, con il sostegno dell'Opera del Duomo, della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto di Crediumbria Credito Cooperativo, dell’Università di Gordon College, di Vittoria Assicurazioni e con il patrocinio dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della CEI, della Fondazione Ente dello Spettacolo, della Provincia di Terni e della Regione dell’Umbria – ha contribuito a dare a Orvieto grande vivacità e innovazione culturale rispetto all’identità storico-artistica e religiosa della città, ottenendo mirabili risultati in termini di costi-benefici.
Agli uffici istituzionali preposti, è stata inviata una lettera. "Qualcuno – riferisce Lardani – ha compreso e si è anche scusato. Quello che è mancato è stato il coraggio e la franchezza di parlare apertamente. Mi auguro che queste considerazioni vengano colte dai cittadini e dagli addetti ai lavori e che in futuro le istituzioni e tutti coloro che amano Orvieto, con saggezza e competenza, possano impedire altri tentativi di 'scacco' alla città".
Tutto perso, dunque? No. Con la vivacità e la forza di sempre, il festival tornerà da sabato 28 novembre a martedì 8 dicembre, alla vigilia del giubileo straordinario indetto da Papa Francesco. "Il tema iniziale – sottolinea il direttore artistico – nell'anno dell'Expo doveva essere proprio il Nutrimento del pianeta. L'anno santo della Misericordia ci pone di fronte a un tema ancora più affascinate. Sarà anche un’occasione, mi auguro, dopo due anni di giubileo eucaristico, di poter celebrare un terzo anno giubilare consecutivo offrendo ai pellegrini e ai visitatori l’accoglienza e l’esperienza maturate da Orvieto e Bolsena in questi anni".
Nel biennio giubilare, le due edizioni del festival hanno abbracciato infatti anche il Comune di Bolsena, mettendo in evidenza le grandi potenzialità di un progetto culturale che, oltre a collocarsi nella stagione più idonea per la pertinenza dei temi trattati, coinvolge tutta la città con una crescente partecipazione di pubblico e attenzione dei media, ospitando personaggi di primo piano del mondo della cultura.
Nei prossimi mesi verrà comunicata qualche anticipazione sui nomi in cartellone e sarà presentato un videoclip celebrativo della manifestazione. "Spero che il Festival d’Arte e Fede – confida Lardani – con un rinnovato sforzo comune, possa crescere ancora nel 2015 per contribuire allo sviluppo culturale di Orvieto e del suo territorio, promuovendo gratuitamente e attraverso una testimonianza di vita coerente il messaggio eucaristico di Orvieto nel mondo, obiettivo per cui ogni anno impieghiamo maggiore attenzione e sensibilità".