cultura

La motivazione del premio

giovedì 18 maggio 2006
Nato a Venezia, Franco Venturini continua a orientare il suo lungo viaggio nel giornalismo sullo spirito di una città aperta al mondo e all’umanità. Con curiosità e capacità di approfondimento, ha sempre sentito il bisogno di essere là dove gli eventi accadono e dove il cambiamento preme per modificare ordini costituiti, spesso violenti e repressivi del nuovo. Dopo i primi passi nella redazione romana del ”Gazzettino”, inaugura la carriera di inviato speciale al ”Tempo”. E’ testimone in scenari che, in situazioni storiche diverse, manifestano una comune tensione democratica contro la chiusura di regimi ormai anacronistici. Così, racconta, in Grecia, la caduta del regime dei colonnelli, in Portogallo, la Rivoluzione dei garofani e, in Polonia, la protesta del sindacato libero Solidarnosc, fino all’ ”autogolpe” del generale Jaruzelski. Chiamato al ”Corriere della Sera”, Franco Venturini si sposta nell’Unione Sovietica negli anni della perestrojka di Gorbaciov. Rientrato in Italia, indirizza il suo lavoro verso il commento e la riflessione da editorialista. Ed è sempre il respiro della politica internazionale ad attrarre la sua attenzione. Ma, l’anima di inviato torna spesso a riemergere e lo porta a seguire la grande diplomazia multilaterale dei vertici e a mantenere un contatto regolare con la realtà russa. E, tuttavia, negli anni manifesta una sensibilità particolare verso il nuovo, storico e strategico, orizzonte in cui vanno a ridefinirsi le vicende dei popoli e delle nazioni di un continente che va dall’Atlantico agli Urali e oltre. Diventa questa la naturale dimensione della sua tensione di inviato, l’Europa. E cioè il difficile e, tuttavia, progrediente processo di integrazione che ne segna il destino. Conferendogli il Premio, la Giuria, all’unanimità, riconosce la lungimiranza del cammino giornalistico di Franco Venturini e il suo quotidiano, acuto, esercizio di osservatore e interprete di un progetto. E, cioè, della complessa e irreversibilmente nuova realtà in cui viviamo.

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