cultura

Moccia e la giovane Voglia di volare Tre metri sopra il cielo

lunedì 24 aprile 2006
di Davide Pompei
Aveva lasciato gli adolescenti di tutta Italia con un punto di domanda e il fiato sospeso, soffocato tra il riso e il pianto. I suoi lettori attendevano voraci di sapere se il bullo Step sarebbe mai riuscito a tornare lì dove vivono gli innamorati, dopo essere stato scaricato dalla bella Babi. Finalmente, Federico Moccia arriva ad Orvieto, giovedì 27 aprile alle 18:15, sul palco del Libro Parlante a Palazzo dei Sette per presentare “Ho voglia di te”, l’atteso seguito di “Tre metri sopra il cielo” uscito il 9 febbraio scorso e già in vetta alle classifiche dei libri più letti. Il nome dell’autore magari dirà poco agli over 50, ma la sigla 3msc è già un vero cult tra gli adolescenti. La critica non l’ha mai particolarmente osannato, ma sono stati proprio i giovanissimi, da sempre refrattari alla lettura, a farlo volare tre copie sopra tutti. Chi è mai, allora, questo Federico Moccia? Lui risponde “Io sono le parole che amo, le storie che racconto, gli amici più cari che mi accompagnano in questa vita”. Moccia è figlio d’arte, non ancora famoso per essere riconoscibile in tv, ma da tempo abituato a starci dietro, è autore televisivo, sceneggiatore e regista. Ed uno degli scrittori di best seller più amato dai giovani, quello che a 42 anni li ha stregati per quel suo modo schietto e diretto di trasporre le loro emozioni, romanzando le luci di una Roma fiabesca, ma senza distaccarsi da ambientazioni, tempi e linguaggi di un vero quotidiano dove è assai facile rispecchiarsi. A chi pensa che fare il seguito di un libro di successo sia un’operazione meramente commerciale, Moccia ribatte che c’è stata una richiesta di mercato, i “mocciosi” (i fan che affollano il suo blog!) volevano veder proseguire la storia. E le sue vicende spiazzano, aggrediscono, accarezzano, favoleggiano intrighi senza tempo che appassionano tante generazioni sul sentimento più celebrato di ogni tempo, l’amore che fa sobbalzare i cuori dei giovani che lo sperimentano per la prima volta e i meno giovani che si rivedono trasognati ed errabondi, come solo a sedici anni si è. In “Ho voglia di te” Step, tornato dalla vacanza-esilio in America, è cambiato, più maturo, forse con meno sogni, ma sempre impulsivo, con il pugno “diretto, preciso, con tutto il mio peso” e la mitica Honda Vf 750 Custom. Babi che nel primo libro era la protagonista assoluta, la ragazza di buona famiglia che va alla scuola privata in divisa, nel sequel (con dispiacere di molti) è quasi secondaria e finisce per essere come “quella borghese ipocrita” di sua madre. Gli amici sono sempre gli stessi, ma arriva la divertente Gin, una bulletta carina e dal cuore buono e tutto ricomincia, ma non nel modo scontato in cui ci si potrebbe aspettare. “Ho voglia di te” è tutta un’altra storia con una sua forza, una complicata vicenda d’amore (ma anche molto sesso, tanto che la casa editrice ha suggerito di tagliare scene troppo forti), c’è Battisti, ma anche tanto Cremonini e Ramazzotti. Un “Giulietta e Romeo” moderno, denso di tematiche prettamente giovanili(stiche), eterne e ricorrenti, come la prima volta e la difficoltà di stare insieme, ma anche il rapporto di odio-amore con genitori e amici. Scomparso il fondale della scuola, emerge la difficoltà ad inserirsi nel mondo dello spettacolo tra lusinghe e inganni. Immancabile, poi, la scritta finale sul muro. Il mondo degli adolescenti lo affrontano in molti, ma solo in pochi per loro. Forse perché difficilmente si riesce a dar voce a una generazione ancora in cerca della sua e la responsabilità aumenta se l’autore è classe ‘63. Ma Moccia riesce a far sognare i giovani, scoprendo che la loro voglia di emozionarsi non è poi tanto diversa da quella di chi li ha preceduti. I suoi romanzi celebrano il valore della forza come arma vincente e dell’amore come premio (c’è qualcosa di trucidamente omerico in questi ragazzetti!). Conduce con destrezza le sue storie, giocando a mescolare il mélo a un Freud di quartiere. Forse Chicco e Pallina a tratti arrancano, sanno un po’ troppo di tv, la pelle del liceale medio è piena di brufoli e non “scivola liscia sugli addominali perfetti”. Gli “occhi azzurri e puliti” delle ragazze potevano pure essere un po’ meno ammiccanti e più convincenti e i ragazzi camminare con i piedi un po’ più sulla terra, ma di ruoli standard ce ne sono già troppi nella realtà e il bello dei libri è anche quel tocco di poesia, no? “Bisogna guardare quello che c’è intorno perché ogni tanto qualcosa ti zucchera la giornata” filosofeggia Step e la storia continua a macinare palpiti e sofferenze con la leggerezza dei ventenni. L’uomo che sussurrava ai teen ager è riuscito, insomma, a lanciare di nuovo un confetto di piombo rovente sparandolo dritto tra gli occhi del novello lettore, spronandolo ancora una volta a leggere ed osare, a vivere e capire che dalle delusioni ci si può riprendere. Coinvolgente, emozionante, a tratti commovente, “Ho voglia di te” è scritto bene e difficilmente lascia indifferenti. Anche stavolta però non c’è un vero finale, Moccia lascia aperte le porte al terzo libro. E a quella giovane voglia di continuare a volare, restando sospesi, lì dove solo gli innamorati vivono. Su su su, tre metri sopra il cielo.

Questa notizia è correlata a:

Tutti insieme appassionatamente. Con un fitto calendario il Libro Parlante diventa Kermesse letteraria

Nota della Redazione: Orvietonews, giornale online registrato presso il Tribunale di Orvieto (TR) nr. 94 del 14/12/2000, non è una bacheca pubblica. Pur mantenendo fede alla disponibilità e allo spirito di servizio che ci ha sempre contraddistinto risultando di gran lunga l’organo di informazione più seguito e letto del nostro territorio, la pubblicazione di comunicati politici, note stampa e altri contributi inviati alla redazione avviene a discrezione della direzione, che si riserva il diritto di selezionare e modificare i contenuti in base a criteri giornalistici e di rilevanza per i lettori.