cultura

Anna Marchesini, un’orvietana tanto caruccia

lunedì 5 dicembre 2005
di Davide Pompei
“Regazzì…ma va ‘n po’ a piscià a casa tua! Più c’honno le sorde e più villane so, alò…” apostrofa senza mezzi termini affacciandosi alla finestra la Flora, uno dei personaggi più riusciti, nati dalla penna di una provincia schietta e a volte anche imbarazzante. A spiegare l’uso di quel “malloppetto ciccioso e pendulo” ci pensa Merope Generosa, la compita sessuologa di fine millennio che tenta di tenere impegnate lezioni accademiche sul sesso, ma finisce sempre per essere sopraffatta dal peso delle sue esperienze personali. Siccome che è cecata, di sesso proprio non vuole sentir parlare l’impacciata e sciroccata Signorina Carlo, la cui cofana di capelli a primavera ospita nidi e uccellini e a Natale si popola dei personaggi del presepe.
Di amore parla anche la sbandata Giulietta, delusa dai suoi rapporti con Romeo, con cui se la prende in romanesco, masticando chewingum, attraverso una versione alternativa della scena del balcone.
“Come volevamo essere come loro, le attrici del Piccolo di Milano: sempre così liriche, così divine, così... rosse di capelli!” direbbe la Liuba del Giardino dei Ciliegi. E ancora: che dire delle lucette di Lucia Mondella che si fulminano baciando “Lorenzo o come dicevan’ tutti Renzo”, della focosa Bella Figheira, della mascolina Donna Prassede, della baffuta Madre Badessa e delle rampanti giornaliste di “Quanto m’attizza ‘st’ omo”?
A chi le domanda da dove nascano i suoi personaggi risponde che gli sono sempre scappati un po’ come la pipì e che ognuno di loro riflette parte delle sue caratteristiche personali. Dalle impostate signorine buonasera alla scosciata Cameriera Secca dei Signori Montagnè, il talento parodistico della bella e brava Anna Marchesini ha dato vita a una sorprendente galleria di personaggi nati dal ribaltamento grottesco di particolari della vita quotidiana.

La passione per la vita degli altri. Ecco quello che sembra aver guidato in tutti questi anni la mano di un’attrice sempre in movimento per fermare sulla carta quelle parole così cariche di debolezza, paura e comicità insieme nostra e dei suoi personaggi. L’attrice orvietana gode nel rifare il verso a tutto un campionario di eroine comiche loro malgrado: attrici inette o dall’enfasi troppo accademica, attrici o doppiatrici altrettanto maldestre di telenovele dagli schemi ripetitivi (come scordarsi quel “Vuoi bere qualcosa, Pedro? Bevi qualcosa, Pedro!”), interpreti compunte che si sorprendono loro stesse per prime delle castronerie che dicono gli ospiti televisivi i cui discorsi stanno traducendo a braccio, speaker del telegiornale che con professionalità snocciolano periodi senza senso. Figure tanto più azzeccate quanto più commettono azioni divertenti con un tono serio e impassibile, con controllato understatement.

Dal Trio insieme a Solenghi e Lopez, partito con l’Hellzapoppin radiofonico e sciolto un po’ a sorpresa nel ’93, ad una solitudine popolata da continui successi, Anna Marchesini è capace di infondere ad ogni personaggio la sua eclettica e multiforme personalità d’artista che non perde mai la curiosità per la vita e per un palcoscenico che è lo specchio delle virtù e dei difetti dell’esistenza. La sua ironia non è fatta solo di macchiette e gag locali, ma riesce a proporre spettacoli coinvolgenti sempre in bilico fra humor e rito collettivo, in cui dà prova di grande bravura.
L’attrice, classe 1953, appena diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma, ha iniziato a utilizzare la sua lucida capacità di osservazione per cogliere gli aspetti più comici di personaggi e situazioni reali. Dopo l’esordio accanto a Buazzelli nel “Borghese Gentiluomo”, i successi televisivi del Trio e quelli da solista in programmi come “Quelli che il calcio”, “La posta del cuore”, “Comici”, il “Festival di Sanremo” e passata la pausa dal lavoro per la maternità, Anna Marchesini è tornata alla ribalta da protagonista sul palco, “la vera casa dell’attore”, come ama definirlo.
Divoratrice di autori come Cechov, allarga le sue ambizioni nel campo teatrale, dove propone dei veri e propri one woman show, come “Parlano da sole”, “Una patatina nello zucchero” e l’ultimo “La Cerimonia del Massaggio”. Ha girato un solo film, nel 1985, “A me mi piace”, una commedia diretta da Enrico Montesano. Doppiatrice di cartoni animati per bambini, ha avuto l’onore di aprire la stagione estiva dell’Accademia Musicale di Santa Cecilia come voce recitante della fiaba musicale di Prokofiev “Pierino e il Lupo”.
Nel 2000 ha conosciuto un nuovo debutto, stavolta in libreria, con “Che siccome che sono cecata”, edito dalla collana “I mostri della comicità” della Mondadori abbinato a un video con gli sketch più divertenti del teatro e della tv. Sempre la Mondadori ha, poi, recentemente pubblicato un cofanetto contenente due videocassette con gli indimenticabili Promessi Sposi e il classico originale di Manzoni.
Ultimamente l’abbiamo vista più in teatro che in televisione, per scelta, dal momento che lei si è sempre pensata in teatro. La televisione le è capitata, è stata una scuola importantissima per imparare i tempi e superare molte timidezze. Dato che recitare è la sua passione più grande, è normale che lo faccia in teatro sperimentando il lato grottesco e ironico della sua dialettica di attrice.

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