cronaca

Un colpo di pistola al cuore, così è morto Luis Miguel Chiasso

giovedì 27 novembre 2014
di G. An.
Un colpo di pistola al cuore, così è morto Luis Miguel Chiasso

Trapelano le prime indiscrezioni sulla dinamica della morte del trentenne carabiniere, Luis Miguel Chiasso. Secondo quanto emerso dall’autopsia pare che il colpo che ha ucciso il giovane sia stato sparato da una distanza ravvicinata e diretto al cuore. I particolari dell’esame autoptico saranno resi noti nelle prossime settimane; per il momento si tratta di indiscrezioni che, comunque, confermano quanto inizialmente diffuso dagli inquirenti.

La salma di Luis Miguel Chiasso sarà dunque riconsegnata alla famiglia e i funerali si terranno oggi, venerdì 28 novembre, alle ore 15 presso la chiesa parrocchiale di Monterubiaglio. Sempre nella mattinata del 28 novembre dovrebbe essere allestita la camera ardente presso l'obitorio di Roma dove è stata trasferita la salma del ragazzo. Sarà un giorno triste per la comunità della frazione di Castel Viscardo dove Luis Miguel è cresciuto con la famiglia adottiva. Il ragazzo tornava spesso a casa e solitamente trascorreva qualche periodo di vacanza nella sua abitazione.

Dopo l’arruolamento nei carabinieri aveva prestato servizio in diverse caserme italiane e partecipato anche missioni che lo avevano portato all’estero. Ultimamente era di stanza Roma nella caserma Salvo D'Acquisto di Tor di Quinto a Roma, ed era in servizio presso l'VIII Reggimento Lazio.

A Roma, secondo quanto si è appreso, aveva anche un’attività con altre persone legata all’affitto di appartamenti. Un ragazzo che a Monterubiaglio descrivono tutti come molto intelligente, sorridente, socievole e tranquillo. Una vita che in un istante scompare avvolta in tanti, troppi misteri.

Il primo è legato al post che Luis ha scritto prima di morire. Prima dice di essere Adam Kadmon, poi arriva la smentita direttamente dal produttore di Mistero, Claudio Cavalli. Addirittura il post iniziale sul profilo di Adam Kadmon che smentiva la sua relazione con Luis scompare dopo poche ore. Poi dice di essere dei servizi segreti ma secondo quando reso noto da fonti qualificate è stato subito precisato che non faceva parte dell’intelligence. Nessuno, però, riesce a spiegarsi come mai Luis Miguel Chiasso, nell’ultimo messaggio sceglie di citare un filosofo inglese del 600, John Locke, riprendendo il testo del “diritto alla resistenza”. Proprio Locke, che la storia vuole essere stato un esponente della massoneria britannica.

Ma la lista dei dei post “enigmatici” pubblicati da Luis è lunga. C’è un secondo messaggio, quello del 22 novembre scorso, nel quale sempre Luis sceglie la citazione di un altro filosofo del 600,. questa volta francese, Blaise Pascal. Una citazione che si conclude con questa frase decisamente eloquente: “Tutto quel che so è che debbo presto morire; ma quel che ignoro di più è, appunto, questa stessa morte, che non posso evitare”. Forse un paesaggio o una prima richiesta di aiuto?

Purtroppo nelle ore seguenti la morte di Luis Chiasso, nonostante chi lo conosce lo ha sempre definito una persona lucida ed estremamente intelligente, si è fatta avanti la tesi - del tutto infondata - di presunti problemi psichici che lo hanno portato alla morte. Perché una risoluzione così infamante per una persona morta in circostanze ancora da chiarire?

L’altra stranezza deriva da un’altra circostanza legata alle ore precedenti alla morte. Pare che il ragazzo avrebbe chiamato la famiglia qualche ora prima del presunto suicidio senza dare nessuna sensazione di disagio, agitazione o allarme. Ma la ricostruzione fatta dagli inquirenti parla di una telefonata delirante e in stato confusionale fatta dal trentenne al 112 chiedendo aiuto. Ora, però, se il ragazzo si trovava in caserma - e come sembrerebbe la struttura non è affatto isolata - e peraltro aveva in pugno la sua arma di ordinanza, quale circostanza lo ha spinto a chiamare il 112? Solo una psicosi? Poi all’interno di una caserma, dove si presume ci dovrebbero essere altri carabinieri, per chiedere aiuto si telefona al 112? Comunque, anche se fosse stato in preda a un momento di deliro: possibile che era così isolato da non essere ascoltato da nessuno?

Anche le circostanze che hanno seguito la ricomposizione della salma lasciano qualche perplessità. I famigliari sono giunti a Roma nel cuore della notte, ma il corpo del figlio gli è stato mostrato soltanto diverse ore dopo. A loro non resta che lo strazio di un ragazzo che tanti anni fa avevano adottato e ora dovranno accompagnare verso l’ultimo viaggio. Ai famigliari, ai parenti, agli amici, non sembra reale la possibilità che Luis Miguel Chiasso si sia suicidato. La ferita mortale esaminata dall’autopsia sarebbe stata definita compatibile con l’ipotesi investigativa del suicidio, ma questo non basta per cancellare il mistero. Tra le righe delle tante parole scritte e dette sulla morte di Luis si è fatta avanti anche l’ipotesi di un tragico incidente avvenuto mentre il carabiniere stava maneggiando l’arma prima di entrare in servizio.

Purtroppo l’unica verità resterà per sempre celata in quella bara che domani varcherà la soglia della chiesa di Monterubiaglio per essere salutata da quanti amavano Luis Miguel Chiasso, lo conoscevano e lo apprezzavano per le tante qualità che aveva.

 


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