A proposito di geotermia e territorio. Intervento di Claudio Margottini
Riceviamo e pubblichiamo una nota di Claudio Margottini, docente di Fondamenti di Geotermia presso l'Università di Wuhan (Cina)
e Assessore ad Ambiente, Energia e Protezione Civile del Comune di Orvieto.
Leggo con molta attenzione la risposta data da ITW&LKW alla lettera del Prof. Roberto Minervini. Una risposta anonima e minacciosa, come spesso è stato il comportamento di ITW&LKW in questo territorio. Ciononostante, vorrei analizzare il contenuto di tale risposta, per aprire una discussione seria e ragionevole. Senza estremismi né preconcetti, partendo dal punto di vista che io credo nella geotermia.
ITW&LKW riferisce che:
1) Il Prof. Minervini procura allarme. Il tema del procurato allarme è argomento molto complesso e suggerirei ad ITW&LKW di lasciar perdere. Abbiamo già avuto un caso di specie in Italia e sarebbe opportuno non ripetere le esperienze del passato.
2) Sono d'accordo con ITW&LKW quando dice che non hanno intenzione di trasformare l'Alfina come l'Amiata. Perché mentono poi sul progetto dicendo che è da 5MW quando nella documentazione presentata al Ministero dell'Ambiente se ne prevedono 8,6MW? Non è questione semantica ma correttezza e rispetto dei lettori.
3) Se è vero, come dice ITW&LKW che la tecnologia è attiva da tempo all'estero, perché è stata riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico come "pilota"?
4) E' probabilmente vero quanto dice ITW&LKW che l'area di Castel Giorgio indicata per ospitare l'impianto è da quaranta anni destinata a tale scopo. Non sarà il caso che dopo quaranta anni di sviluppo scientifico nel settore si debbano rivedere posizioni e pianificazioni urbanistiche del passato? Anche ad Orvieto si è costruito nel fondovalle del Paglia, negli ultimi decenni, per poi scoprire che era tutto sbagliato ed i cittadini sono a rischio di alluvione.
5) Il recupero della scuola abbandonata di Castel Giorgio è sicuramente meritorio, ma dovrebbe far parte di quel "cascade effect" di cui dovrebbero beneficiare i reali proprietari della risorsa geotermica, ossia i cittadini dell'Alfina.
6) E' sorprendente l'affermazione che, rispetto alla centrale di Latera "...non ci risulta, in questi cento anni di attività, che in quella zona si siano verificati terremoti riconducibili alla produzione di energia...". Ricordo semplicemente il lavoro dei tecnici ENEL, "Batini, Cameli, Carabelli, Fiordelisi (1980) Seismic monitoring in Italian geothermal fields II. Seicmic activity in the geothermal fields during exploration. Proceedings of Second DOE-ENEL Workshop for Cooperative Research in Geothermal Energy, Berkeley - California (1980, 513 p)", il quale descrive attività sismica, nell'area di Latera, in corrispondenza di operazioni in pozzo. Analogamente il lavoro di "Moia F. (2008) Individuazione ed applicazione di metodologie di monitoraggio di possibili fughe di CO2 dai serbatoi di stoccaggio. Cesi ricerca". A meno che non si voglia differenziare, in modo capzioso, l'attività di esplorazione da quella di mera produzione energetica industriale.
7) Ricordo, per esperienza personale (ovviamente confutabile in quanto tale) che quando da giovane sismologo mi occupavo, in ENEA, della sismicità dell'Alto Lazio, effettuando ricerche sui terremoti avvertiti nella Tuscia, contattando i tecnici comunali di Latera ricevetti la richiesta di suggerire ad Enel di non effettuare iniezioni nel sottosuolo durante la notte, ma solo di giorno, in modo da evitare lo svegliarsi delle popolazioni nelle ore del riposo notturno.
8) E' vero che il progettoITW LKW non emette fumi né vapori. Non perché per legge è denominato "pilota" ma semplicemente perché impianto binario a ciclo chiuso.
9) Non è serio quanto riportato da ITW&LKW quando cita "...Crediamo sia davvero grave insinuare - senza avere alcun elemento a supporto - che la geotermia provochi tumori, al pari delle emissioni da carbone. ...". Il Prof. Minervini, che non ha necessità del mio aiuto, si riferiva allo studio di M.Bravi et R.Basosi (2014) Environmental impact of electricity from selected geothermal power plants in Italy, in Journal of Cleaner Production, Volume 66, 1 March 2014, Pages 301-308) in cui si sostiene che la geotermia dell'Amiata inquina al pari delle centrali elettriche a carbone. Qualsiasi critica va imputata dunque agli autori dello studio che, va riportato per correttezza, si riferiva agli impianti dell'Amiata, a tecnologia diversa da quella del progetto Castel Giorgio.
10) Con riferimento agli effetti sulle falde, in una situazione quale quella dell'Alto Lazio caratterizzata da elevati valori, ad esempio, di arsenico, non credo sia corretto affermare che le possibilità di risalita dei gas, ad esempio lungo microfratture degli strati più superficiali stimolati delle reiniezioni, sia assolutamente da escludere. A tal fine sarebbe stato opportuno prevedere, sin da oggi, campagne geochimiche di misura in superficie e sulle acque di falda, per verificare la presenza di eventuali gas inquinanti e valutarne l'evoluzione nel tempo.
11) E' falso quanto ascritto al Prof. Moia che "...ha più volte ribadito come non ci sia connessione tra il normale fenomeno sismico naturale e lo sfruttamento geotermico...". Il Prof. Moia, scrive, proposito dell'Alfina, a pag. 34 del rapporto CESI 2008 "...gli eventi sismici si sono manifestati in chiara correlazione spazio-temporale con le operazioni di iniezione nel pozzo RA-1...". Spero solo non si voglia scendere, anche qui, nel dettaglio per cui tali operazioni di stimolazione dell'ENEL, riportate da Moia (2008) non si riferivano a sfruttamento energetico industriale ma solo a fasi esplorative. Sarebbe veramente poco utile alla discussione in corso.
12) ITW&LKW riferisce che tale tecnologia è frutto della propria esperienza e brevettata. Siccome nei capoversi precedenti si cita che questa tecnologia è attiva da molto tempo all'estero, considerando che l'attuale centrale è la prima in progetto da ITW&LKW e che mai ha realizzato impianti geotermici (al punto che nelle figure di accompagnamento dei loro comunicati si riporta ... Nella foto un impianto geotermico di nuova generazione, che adotta una tecnologia simile a quella che sarà impiegata sull'Alfina....), chiediamo di conoscere di quali brevetti si tratta e dove sono stati già applicati da ITW&LKW.
13) ITW&LKW tiene "...a precisare in maniera categorica che neppure un euro verrà sottratto ai cittadini per la realizzazione degli impianti pilota...". Questa affermazione fa purtroppo parte del modo non chiaro di operare della Società che, seppur correttamente riferendo che nessun euro verrà sottratto ai cittadini per la realizzazione dell'impianto, dimentica che ad impianto realizzato, per un costo di 39 Milioni€, si avranno per venti anni un ritorno economico pari a circa 200 Milioni € provenienti dagli incentivi statali per la produzione elettrica, a valere sulle bollette elettriche pagate da noi cittadini.
14) Sorprendono, infine, le affermazioni di ITW&LKW per cui sbaglia il Prof. Minervini a riferire che gli eventi dell'Emilia del 2012 potrebbero essere stati causati da attività petrolifera in quanto, sempre secondo ITW&LKW, in Emilia non ci sono impianti petroliferi. Tale affermazione è sconcertante in quanto, a pag. 195 del rapporto ICHESE (2014) si legge "...La Commissione ritiene altamente improbabile che le attività di sfruttamento di idrocarburi a Mirandola e di fluidi geotermici a Casaglia possano aver prodotto una variazione di sforzo sufficiente a generare un evento sismico "indotto". L'attuale stato delle conoscenze e l'interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di escludere, ma neanche di provare, la possibilità che le azioni inerenti lo sfruttamento di idrocarburi nella concessione di Mirandola possano aver contribuito a "innescare" l'attività sismica del 2012 in Emilia..." Quindi il rapporto ICHESE ha analizzato l'impianto di sfuttamento di idrocarburi di Mirandola (Cavone) e non può escludere, né provare, che questo abbia causato la serie sismica del 2012. Inoltre , lo stesso rapporto cita che "...l'attività sismica immediatamente precedente il 20 maggio (2012 n.d.t.) e l'evento principale del 20 maggio sono statisticamente correlati con l'aumento dell'attività di estrazione e re-iniezione di Cavone. ...". A meno che anche qui ITW&LKW non voglia scendere nella differenziazione semantica tra attività petrolifera ed idrocarburi.
In conclusione, questo territorio chiede che valga il principio di precauzione per cui, prima di effettuare interventi di reiniezione ed alterazioni del regime delle pressioni nel sottosuolo, venga verificata sperimentalmente l'influenza di questo sulla sismicità, visto che già nel 1977 per pressioni pari al solo valore necessario a spingere la colonna d'acqua nel pozzo (Moia, 2008), si sono generati terremoti pari a Magnitudo 3. Infatti Moia (2208) cita che "...Per quanto riguarda la pressione è riferita al surplus necessario per spingere la colonna d'acqua e quindi la pressione di serbatoio è uguale alla pressione idrostatica più il surplus....".
Inoltre, la stessa area è stata oggetto di un terremoto importante nel 1957 (Ms=4,93) a dimostrazione dell'esistenza di strutture sismotettonicamente attive, in grado di generare autonomamente eventi sismici significativi, in un area caratterizzata da patrimonio edilizio molto vulnerabile. La stessa area risulta poi interessata da sismicità strumentale in atto, come rilevato dalla rete nazionale dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Le modifiche degli stress nel sottosuolo potrebbero risultare contenute o nulle, nelle condizioni in cui tra area di prelievo e pozzi di reimmissione si abbia continuità idraulica. Tale condizione non è verificata sperimentalmente, in quanto si prevede teoricamente che tutto il basamento al disotto dei pozzi sia isotropo ed omogeneo; in realtà la geologia locale è molto più complicata, con almeno tre sovrascorrimenti distinti lungo la serie verticale, introducendo quinti eterogeneità verticali ed orizzontali, in termini di permeabilità, che limitano l'applicazione di un modello idraulico in continuità tra i pozzi di prelievo e quelli di reiniezione, distanti (cfr. Bonasorte, Pandeli, Fiordelisi (1991) The Alfina well 15: deep geological data from norhtern Latium (Torre Alfina geothermal field). Boll. Soc. geol. It., 110 (1991) pagg. 823-831.
Anche per questi motivi abbiamo sempre chiesto che, prima di qualsiasi autorizzazione, vengano effettuati dei pozzi pilota in grado di dimostrare l'ininfluenza del regime delle pressioni indotte sulla sismicità dell'area e la continuità idraulica tra luogo di prelievo e di reimmissione distanti, nel piano della sezione, circa 2 km. Il tutto senza voler entrare nel merito della opportunità, da parte di ITW&LKW, di condividere l'intervento industriale con i territorio stessi e cominciare a parlare con le popolazioni, invece di minacciare azioni giudiziarie.