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Rally Fotografico con auto storiche. Bellezza, avventura, romanticismo e passione promuovono il territorio

mercoledì 27 settembre 2023
di Roberto Pace

A Orvieto, l’affetto per i motori non si limita alla sola Castellana, di cui, tra poco più di quindici giorni andrà in scena l’edizione numero 50. Non mancano, infatti, gli amatori delle macchine di una volta. Si ritrovano spesso, parlano e si confrontano, resistono all’avanzare dell’ibrido e dell’elettrificazione. Per loro, le motivazioni climatiche, energetiche e altro, passano in secondo piano. Alla tecnologia attuale preferiscono quella che fu, quando erano la mano dell’uomo e gli attrezzi artigianali a dare forme e motorizzazioni. Certamente più rumorose, dove servivano, tra le altre cose, la doppia debragliata per scalare una marcia, dov’erano necessari piedi pesanti per spingere il pedale del freno e braccia robuste per girare lo sterzo.

Loro rimangono sulle posizioni di sempre, spiegando come, a bordo di quelle macchine le gite divenissero più romantiche, coniugandole con il piacere di gustare appieno panorami e bellezze architettoniche. Claudio Dal Savio, avvocato e giudice di pace è tra coloro che faticano a resistere a tale fascino. La sua è una passione, divenuta un hobby, partita da lontano, tramandata di padre in figlio. La molla scattò con la Lancia Aprilia, gioiello prezioso di casa Lancia: “Mio padre, io ero ancora un ragazzino, me ne parlava sempre. Quando avevo diciassette anni trovai, a Roma, un modellino della vettura. Gliene feci dono per il compleanno. Ne rimase colpito, decidendo di acquistarne una vera e funzionante. Quello fu solo l’inizio”.

Lui faceva da spalla, il padre acquistava, la passione cresceva. Claudio, in questo momento, è uno dei cardini dell’AIAC (Associazione Italiana Automotoveicoli Classici) che ha scelto Orvieto quale base operativa e figura fra i tre Club più importanti a livello nazionale, oltre alle diramazioni estere. Gli piace definirsi un buongustaio dell’auto: “ Per me, oltreché una passione esprime fascino. A spingerci non è il desiderio della competizione stressando il mezzo. A noi, il gusto della macchina piace assaporarlo. Procedi piano, ma cogli le opportunità che non può offrirti la macchina che usi tutti i giorni per lavoro o altro. Gusti e apprezzi natura, paesaggi, persone e ogni altra sfaccettatura dei luoghi attraversati riportandoti ad una vita d’altri tempi”.

Da quanto dici possono considerarsi mezzi che indicano la strada per una vita più sana:
“Se riflettessimo sul più o meno green credo poter affermare che le auto storiche, sotto il profilo ambientale e dei ritmi di vita, si fanno preferire a quelle elettriche. Compreso il fattore inquinamento, veramente risibile”.

Meritano, chiaramente un buono stato di conservazione e altrettanta considerazione. A proposito del modo di conservare, si fa preferire la vettura “vissuta” o quella sempre luccicante? “Mah, se dovessi essere sincero opterei per la vissuta o meglio, conservata, anche perché, significa che il possessore se l’è pure goduta. Apprezzo di più un sedile consumato. Quelle tutte luccicanti, somiglianti a nuove appena ritirate alla concessionaria, danno più l’idea del soprammobile”.

Accennando alla considerazione chiama in causa l’AIAC: "L’Associazione sta per festeggiare il mezzo secolo di vita. Quel “classiche” che sta sul logo ne rappresenta la filosofia. Siamo per qualcosa che abbia un senso perenne, inattaccabile dal tempo: ad esempio, una FIAT 500 mantenuta conservata com’era all’uscita dalla fabbrica, non luccicante con indosso cose che non le appartengono”.

Arriviamo all’evento, promosso da AIAC, che interesserà, a fine mese, Orvieto e l’orvietano:
“Diciamo che, il nostro evento ha uno scopo primario: far conoscere la città e i suoi dintorni come fosse una degustazione. Ci stiamo adoperando perché i partecipanti possano visitare luoghi, panorami, bellezze naturali e storiche praticamente impossibili da vedere con una normale visita “mordi e fuggi”. Né mancheranno momenti conviviali ove apprezzare i nostri vini e la cucina locale”

Dal volantino illustrativo si percepisce il desiderio di dare un taglio diverso all’evento, rispetto della solita sfilata, raduno o gara di regolarità:
“Esatto. E’ un tipo di manifestazione abbastanza nuovo per le nostre zone (è la prima edizione e funzionerà da rodaggio per altre che seguiranno), dove i concorrenti si impegneranno a scattare foto, il più possibile originali a cogliere particolari nascosti quanto preziosi a far risaltare ancora di più le bellezze (luoghi, castelli, borghi, vallate ecc.) che ci circondano. Foto che saranno valutate e gireranno poi in Italia e in Europa a seconda della provenienza degli equipaggi”.
Quindi, tutti pronti a mettersi in posa: "Certamente”.

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