Ciao Vittorio, biancorosso nell'anima e grande amico di Mario Frustalupi

Correvano le lancette di un anno di alti bassi per l’Orvietana. Pensare che la stagione precedente, quella del 2004 - 2005, i colori biancorossi avevano brillato nella storica finale play-off vinta a Cattolica da quella squadra, gioiello mai più ripetibile, forgiata dalla coppia Roberto Borrello - Alvaro Arcipreti. Si discusse tutta l’estate di quell’afoso 2005 di un improbabile ripescaggio dell’Orvietana nel girone di C2 di competenza, dove non poche squadre iniziavano a patire il rispetto dei nuovi parametri economici.
Addirittura quell’estate coincise anche con la modifica della ragione sociale, che trasformò la società in “Orvietana Calcio s.r.l.”. All’inizio della stagione 2005 - 2006 cambiarono allenatore e direttore sportivo, non solo per una volta, bensì per due volte durante l’arco del campionato. A gennaio 2006 l’Orvietana era ultima in classifica con 23 punti.
Nell’ambiente serpeggiavano malumori e qualche discussione sulle scelte fatte. Pensare che sulle ali dell’entusiasmo dell’anno precedente era nata anche una rivista ufficiale biancorossa che si chiamava “OrvietanaMagazin”. Nel momento peggiore, ci voleva dunque un messaggio di speranza e allora la persona giusta era lui: Vittorio Michelangeli.
Il telefono squilla “Pronto caro, che me dici? Non me di che retrocedemo che attacco”. Rispose il grande Vittorio, “No non te lo dico… Dove sei?”. “Qui a la sede carino, dove voi che so?”. “Allora vengo su, aspettami che ti devo fare un’intervista”. “Ma io che conto! falla al presidente”. “No Vittò io la fo a te”. “Va be vieni su che t’offro il caffè da Montanucci”.
Era così Vittorio sempre al lavoro per la sua Orvietana. Quel giorno l’intervista la facemmo e Vittorio pronosticò che l’Orvietana riusciva a salvarsi. In parte avvenne, prechè poi i biancorossi riuscirono a raggiungere la soglia dei 40 punti ed uscire dalla zona retrocessione, ma non a superare indenni i palay-out. A settembre 2006 l’Orvietana era ancora in serie D, grazie a un ripescaggio che non fece scendere i biancorossi in Eccellenza. Vittorio c’era alla prima di campionato e non si dimenticò della sua profezia: “Ansè, che t’avevo detto che saremmo rimasti in serie D”.
In quell’intervista, che potete leggere di seguito, Vittorio Michelangeli, raccontò anche della sua grande amicizia con Mario Frustalupi e l’orgoglio di aver giocato al suo fianco con l’Orvietana impegnata nel campionato di Promozione 1957 - 58. Di quella stagione conservava gelosamente la foto: Mario Frustalupi è il primo “accosciato” da sinistra, Vittorio Michelangeli il quarto.
Ciao Vittorio, che la terra ti sia lieve
Da OrvietanaMagazin del febbraio 2006
L’Orvietana secondo Vittorio
di Gabriele Anselmi
Vittorio Michelangeli, segretario storico dei biancorossi racconta la sua Orvietana con la grande speranza di centrare, prima possibile, la salvezza
Una passione tutta biancorossa. Vittorio Michelangeli è il segretario storico dell’Orvietana, dal 1973 segue l’amministrazione della società, ma di fatto conosce tutti i segreti dell’ambiente e i retroscena di ogni campionato. Simpatico, disponibile, critico quando serve, Vittorio non ha sassolini nelle scarpe, ha sempre visto prima degli altri quale sarebbe stato il futuro dell’Orvietana. In un momento decisamente particolare per la squadra di Mortolini e Peruzzi, le parole del segretario suonano come una scossa, non serve altro che credere fortemente nella salvezza.
Vittorio Michelangeli e l’Orvietana, quando è scoccata la scintilla?
Sono entrato nella sede dell'Orvietana come segretario nel 1973. Il campionato era quello di serie D e la voglia di fare bene era tanta. Il quel momento la società cercava una persona che svolgesse la funzione di segretario assiduamente. Mi proposero questa opportunità ed io accettai con entusiasmo. Quelli erano gli anni di grandi personaggi come Provani, Carloni e Torroni dai quali c'erano molte cose da imparare.
Prima però avevi avuto anche un'esperienza da calciatore?
La mia esperienza da calciatore è stata molto breve. Si, ho giocato con Mario Frustalupi nel campionato di promozione del 1957 - 58, ma la mia è stata soltanto un'apparizione calcistica. Dopo pochi anni ho smesso per motivi di lavoro, ma ho sempre nutrito una grande passione per il calcio.
Quello fu l'ultimo campionato di Mario Frustalupi in biancorosso. Cosa ti ricordi di lui e pensi che Orvieto gli abbia tributato il giusto riconoscimento?
Mario, oltre ad essere stato un grande amico, mi ricorda gli anni della mia giovinezza. Credo che una figura come lui manchi al calcio di oggi. Alcuni anni fa si era pensato di intitolare un eventuale campo sportivo in via Roma a Frustalupi, ma pare che i vari progetti siano andati in fumo. Da parte mia penso che sia un dovere della città e delle istituzioni ricordare Mario Frustalupi, intitolandogli una piazza, una via o una nuova struttura sportiva.
Oltre a Frustalupi quali altri giocatori ti ricordi in questi anni?

In trent'anni ne ho visti tanti di giocatori ed è difficile fare dei nomi per ogni periodo. Negli anni vicini al successo calcistico di Mario Frustalupi ci sono il portiere Massimo De Luca e Lucio Dragoni che sono stati acquistati da squadre importanti. Poi per gli anni settanta ricordo Moscatelli, ceduto alla Ternana e Casadio, passato all'Arezzo. Negli anni ottanta va certamente ricordato Roberto Lastrigi. Mentre per gli anni novanta si parla sicuramente di Massimo Cochi e Giuliano Cioci, Mirko Chiasso.
E l'Orvietana degli ultimi vent’anni come la ricordi?
Gli ultimi vent'anni dell’Orvietana sono stati caratterizzati da molti alti e bassi. I problemi finanziari che colpiscono tutte le società calcistiche non hanno certo risparmiato l'Orvietana che però non ha mai dichiarato il fallimento. Ovviamente non si può nascondere che abbiamo toccato il fondo negli anni novanta quando siamo stati costretti a cambiare nome passando da Unione Sportiva Orvietana ad Associazione Sportiva Orvietana. Credo che i ricordi più belli di questi ultimi anni siano il campionato di promozione del 1992-93 quando arrivammo primi realizzando quasi cento gol, l'anno successivo in Eccellenza e poi il campionato di due anni fa con la squadra prima in classifica in serie D e la semifinale di Coppa Italia. Ciliegina sulla torta è stata la vittoria dei play off nel campionato dello scorso anno, una vetrina che ha fatto conoscere l’Orvietana al calcio Italiano.

Ma l’Orvietana di oggi, riuscirà a salvarsi?
Non voglio essere presuntuoso, ma credo proprio di si, anzi sono convinto. Chiaramente dovremo faticare, dovremo sudare, dovremo guardare ai risultati e dovremo tenere una concentrazione massima. In poche parole ci sarà da faticare, ma penso che questo gruppo sia in grado di farcela. La vittoria contro la Fortis Juventus ha dimostrato che la squadra c’è, che i ragazzi rispondono al mister e che gli aggiustamenti fatti dal direttore sportivo hanno portato i loro frutti. La squadra è in salute, ci sono degli infortuni, ma la squadra sta continuamente dimostrando di volere a tutti i costi la salvezza. Credo che gli ingredienti ci siano tutti e soprattutto Orvieto e i tifosi orvietani si meritano di rimanere in Serie D.

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