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Emergency Orvieto a "L'Umbria della Pace, contro il riarmo, stop genocidio a Gaza"

lunedì 31 marzo 2025

Emergency Orvieto, insieme ai gruppi dei volontari di Perugia e Terni, sabato 29 marzo, ha partecipato a Perugia all'annunciata manifestazione "L’Umbria della Pace, contro il riarmo, stop genocidio a Gaza” a cui hanno aderito oltre 40 associazioni da tutta la Regione. E’ l’Umbria che parla di pace. Uomini, donne e bambini uniti dallo stesso desiderio, che è quello di fermare le guerre senza se e senza ma.

Da 31 anni i sanitari di Emergency vedono con i loro occhi la verità comune a tutte le guerre: le vittime. E proprio per questo Emergency ripudia la guerra, sempre. Però sappiamo di non essere soli: l’Italia ripudia la guerra, gli italiani ripudiano la guerra. Perché è scritto nella nostra Costituzione. All’articolo 11, la Costituzione esprime un concetto fondamentale: l’Italia non vuole più fare la guerra. La ripudia.

Perché dopo i conflitti mondiali, le atomiche e milioni di morti, la patria è rinata con l’idea che nessuna guerra sarà mai la soluzione. E insieme agli altri Stati si è impegnata a risolvere i conflitti con la diplomazia, la politica, la pace. Ripudiare la guerra non è solo un principio fondativo della nostra Costituzione, ma un dovere morale verso coloro che hanno sacrificato la loro vita, come i martiri di Camorena, per far sì che potessimo vivere in un paese in pace per più di 80 anni e per proteggere il futuro delle generazioni.

Oggi invece in Italia e in Europa, i governi si riarmano. Nell’ultimo anno la spesa militare globale è cresciuta del 27%. Oltre 2.400 miliardi di dollari. Secondo Milex, l’Osservatorio sulle spese militari in Italia, per il 2025 il nostro governo ha già preventivato di destinare 32 miliardi di euro alle spese militari, record storico, con un aumento del 12,4% rispetto al 2024. Soldi che non curano, non insegnano, non salvano.

Ricordiamo inoltre che nelle moderne guerre il 90% dei morti e dei feriti in guerra sono civili. La spesa per un F-35 vale quanto 3.244 posti letto di terapia intensiva. La nostra storia ci dice di non tacere. Di impegnarci per abolire la guerra, di non perdere mai di vista le vittime, di non sentire ragioni quando si tratta di curarle. Attualmente, Emergency è presente in tre Paesi in guerra: Gaza, Ucraina e Sudan, e resta in Afghanistan, dove la popolazione continua a soffrire le conseguenze della guerra, anche se è terminata.

Non ci stancheremo di ripeterlo: Emergency ripudia la guerra. Tutte e tutti possono partecipare alla campagna R1PUD1A per ribadire la contrarietà alla guerra e la necessità di ricordare l’articolo 11 della Costituzione: è possibile scaricare le grafiche social dal sito ripudia.it per diffonderle sui propri canali. Ma anche e soprattutto richiedere alle scuole ed ai Comuni di aderire all’iniziativa affiggendo sugli edifici lo striscione "Questa piazza, questo Comune, questa scuola ripudia la guerra".

Infine abbiamo condiviso con la piazza del 29 marzo una considerazione sulla situazione nella striscia di Gaza. Emergency è a Gaza da agosto 2024 e attualmente continua a lavorare nella sua clinica nella località di al-Qarara, sempre nel governatorato di Khan Younis. Qui offre primo soccorso, assistenzamedico-chirurgica di base per adulti e bambini, attività ambulatoriali di salute riproduttiva e follow up infermieristico post-operatorio, stabilizzazione di emergenze medicochirurgiche e trasferimento presso strutture ospedaliere.

Inoltre lavora presso il Nasser Hospital con un’equipe chirurgica di medicina di primo soccorso e un’attività di formazione medica. Domenica 23 marzo è stato attaccato anche il Nasser Hospital. Durante l’attacco tre membri dello staff di Emergency stavano lavorando nel reparto di Terapia Intensiva. Sono rimasti incolumi, ma scossi. L’attacco agli ospedali è una gravissima violazione del diritto umanitario. Emergency chiede il rispetto delle strutture sanitarie, dei pazienti e del personale che non possono essere in alcun modo obiettivi militari.

Gli ospedali sono luoghi di cura: devono essere protetti, non attaccati. I pazienti e il personale sanitario devono essere difesi, non uccisi. Emergency chiede dunque il cessate il fuoco immediato, la protezione dei civili e l’accesso agli aiuti umanitari per la popolazione che sta subendo le conseguenze di una guerra feroce da ormai 18 mesi: un vero e proprio genocidio.

A tale proposito ricordiamo il pranzo di solidarietà che abbiamo organizzato per domenica 6 aprile all’Hosteria Villalba di Allerona di cui una quota sarà devoluta per finanziare gli ospedali e le attività di Emergency nel mondo. Un’occasione non solo per bere e mangiare bene in compagnia, ma anche per conoscere da vicino l’organizzazione fondata da Gino Strada, la sua storia e il lavoro che compie da 31 anni per portare cure e diritti a chi ha bisogno.

Il costo rimane fissato a 30 euro per gli adulti e 15 euro per i bambini fino a 12 anni di età (le quote che saranno devolute ad Emergency saranno, rispettivamente, di 10 e 5 euro). All’evento interverrà Alì Rashid, giornalista ed attivista palestinese, già Primo Segretario dell’Ambasciata palestinese a Roma, che per molti anni ha collaborato attivamente con Emergency ed il suo fondatore.

Per maggiori informazioni e prenotare il pranzo si possono contattare direttamente i volontari ai numeri di telefono 347.5100003 (Alessandro), 346.1539021 (Emma) o direttamente anche all’Hosteria Villalba chiamando il numero 392.1584805.

Emergency, gruppo dei volontari di Orvieto

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