Il mondo a portata di mano
sociale

Anoressia: il grido muto di corpi svuotati

sabato 15 marzo 2025
di Angelo Palmieri

Oggi, in occasione della Giornata Mondiale sui Disturbi del Comportamento Alimentare, si rinnova l’impegno a sensibilizzare e promuovere una maggiore consapevolezza su questa complessa realtà. Una piaga silenziosa, un grido soffocato che si consuma dietro porte chiuse, negli specchi di stanze immerse nell'ombra, nei piatti rimasti intatti, nelle ossa sporgenti, richiami d’aiuto troppo spesso inascoltati.

Alice e Marta, nomi di fantasia, ma storie terribilmente vere. Due adolescenti che hanno imparato a contare le briciole, a pesare il loro valore su una bilancia impietosa. Due corpi in guerra con loro stessi, logorati dalla fame e colmati dal vuoto di un dolore che non si sa nominare. "Non volevo essere magra, volevo essere vista", mi sussurra Alice con occhi stanchi, mentre il suo corpo fragile trema come un foglio di carta. Marta la guarda, annuisce. "Era il controllo a farmi sentire forte. Poi il mio corpo ha ceduto, e con esso anche l'illusione di potere".

L’anoressia non è una scelta, non è una bizzarria. È una prigione costruita con le proprie mani, un castello di vetro che lentamente si frantuma. Un labirinto angusto, in cui ogni passo sembra riportare al punto di partenza. È una malattia dell'anima prima ancora che della carne. Ha radici profonde: vulnerabilità genetica, ferite mai rimarginate, lo sguardo assente di una comunità che impone paradigmi culturali mistificatori e poi si volta dall’altra parte. 

Nel frattempo, chi dovrebbe proteggere, spesso non sa vedere. "Ci siamo accorti troppo tardi", confessa il padre di Marta, con un filo di voce  strozzata dall’impotenza. Ormai il cibo era diventato un ospite inquietante, le scuse si erano trasformate in bugie consumate, e l’ombra dell’ossessione compulsiva aveva già spento il sorriso di sua figlia.

La bellezza oggi è un algoritmo, una gabbia di pixel e filtri che rimpiccioliscono fianchi, scolpiscono visi, cancellano ogni imperfezione. Le ragazze si affamano per rincorrere un ideale che non esiste, i ragazzi si specchiano in corpi levigati e scolpiti che la realtà non conosce.

Intanto, i numeri parlano. E gridano. Oggi in Italia 3,6 milioni di persone soffrono di disturbi del comportamento alimentare. Nel 2000 erano 300.000. Un’epidemia silenziosa che divora dall’interno, mentre i centri di cura si riducono a 132 in tutto il Paese. Le cure non sono ancora riconosciute nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), lasciando le regioni libere di scegliere se finanziare la lotta o voltarsi dall’altra parte.

La nostra regione non fa eccezione. Le famiglie si trovano sole, naufraghe in un mare di tempesta e incomprensione. I giovani contano ossessivamente calorie e grammi, si specchiano in immagini irreali, si inseguono in un gioco crudele di perfezione e privazione.  E la società assiste immobile, complice di una danza infernale.

Ma non è troppo tardi. C’è ancora la possibilità di ribaltare l’idea di bellezza per insegnare ai ragazzi che il valore di un corpo non è scritto nelle misure. Bisogna costruire un sistema sanitario che non lasci soli, che riconosca e curi fin dai primi segnali. Bisogna avere il coraggio di guardare negli occhi Alice e Marta e dire loro con voce ferma e chiara: "Ti vedo. Esisti. Anche senza scomparire".

 

Nota della Redazione: Orvietonews, giornale online registrato presso il Tribunale di Orvieto (TR) nr. 94 del 14/12/2000, non è una bacheca pubblica. Pur mantenendo fede alla disponibilità e allo spirito di servizio che ci ha sempre contraddistinto risultando di gran lunga l’organo di informazione più seguito e letto del nostro territorio, la pubblicazione di comunicati politici, note stampa e altri contributi inviati alla redazione avviene a discrezione della direzione, che si riserva il diritto di selezionare e modificare i contenuti in base a criteri giornalistici e di rilevanza per i lettori.