"Intorno a noi si stanno spegnendo le luci più brillanti". Così Mario mi ha comunicato che anche tu, Grazia, te ne sei andata. Maria Grazia Bacchio, grande dirigente del Comune di Orvieto, una persona apparentemente scontrosa, non incline ai "salamelecchi", capace di dire no ad ogni interferenza o forzatura della politica, una dirigente della Pubblica Amministrazione. Sì, anche questa una caratteristica di Grazia, il grande rispetto e serietà su tutto ciò che è pubblico, perché pubblico è di tutti si realizza con i soldi di tutta la collettività, per questo grande competenza controlli e rigore nel suo lavoro.
Grazia non era e non è stata solo questo, è stata una donna attenta a quello che accadeva nel mondoe una delle esperienze più importanti, come Lei diceva, è stata quella che l’ha portò in Palestina, dove si è fermò per molti mesi. La Basilica della Natività a Betlemme è stata la sua base operativa, è stata il collegamento tra Orvieto e quella realtà, per la realizzazione di progetti di cooperazione, coordinare aiuti umanitari, seguire l’attuazione di progetti.
In quei mesi ha toccò anche momenti di tensione e repressione dell’Esercito Israeliano, l’assedio alla Basilica per chiedere la consegna di alcuni esponenti Palestinesi, giorni senza permettere l’ingresso di cittadini e turisti, un vero e proprio assedio ad una struttura religiosa. Si comunicava con lei per avere notizie, capire veramente cosa accadeva, quello che potevamo fare noi da questa piccola parte del mondo per quella popolazione da sempre martoriata.
Dopo quella esperienza ha voluto partecipare con la Protezione Civile alla Missione Arcobaleno in Albania, Valona quel campo Profughi di donne e bambini Kossovari, “il cuore rallenta, la tesa cammina in quel pozzo di piscio e cemento, in quel campo strappato dal vento” era la canzone che ascoltavamo Khorakhane', con la sua umanità dispensava tranquillità agli ospiti, e tanti caffè per noi.
Andavamo con lei e Omero Tizi a fare la spesa esterna al campo, in una Valona “sgarrupata”. Grazia comprava con soldi suoi canottierine, mutandine, calzini per i bambini del campo, con Omero abbiamo provato a venderla ad un albanese estimatore, per 2000 Lec, “Fatela finita te e il tuo amico, che questo ci crede che me vendete!”.
Da quella esperienza Grazia ha continuato con noi della Protezione Civile, il terremoto dell’Aquila ha segnato il suo impegno più prezioso di grande dirigente amministrativo, la stessa Regione Umbria gli ha chiesto di rimanere per mesi a seguire le pratiche amministrative.
Grazia, in quella casa di campagna a Sugano ha passato questi ultimi anni, qualche volta sono stato da lei, mi ha colpiva molto questa sua passione per i fiori, per l’orto, nella sua pagina Facebook un'esplosione di colori, fiori di tutte le qualità, e poi quel gelsomino che sembra una capanna con sotto una panchina, forse il suo spazio di pace e meditazione. Non ho fatto in tempo a vederti nelle scorse settimane e ne sono dispiaciuto, avrei voluto sentirti dire con quel sorriso sornione "Come va, tigre?"…buon viaggio e saluta Omero!