Il mondo a portata di mano
sociale

Verso il cielo: un invito a vivere le emozioni

mercoledì 15 gennaio 2025
di Angelo Palmieri

C’è un legame invisibile che unisce le torri svettanti di Orvieto alle pagine di Mordere il cielo di Paolo Crepet. È un vincolo che ci solleva verso l’alto, in una ricerca di senso e di emozione. Ma a che punto siamo con il nostro mondo interiore? Oggi viviamo nell’età dell’atarassia, dove il non sentire si è trasformato nel nuovo paradigma. 

La piazza del Duomo, con il pavimento di pietra segnato da mille passi, osserva silenziosa un’umanità ansante. Le emozioni, ormai sussurri, sono soffocate dal clamore del quotidiano, relegate a nostalgie lontane ai bordi della nostra esistenza. Come afferma lo psichiatra, "l’anima deve essere esigente, non addomesticabile", capace di insorgere contro l’indolenza e le ripetizioni che impoveriscono la vita.

Solo uno spirito indomito può spingersi oltre i confini del già noto, trovando nella ribellione la chiave per vivere pienamente. Ribellarsi all’indifferenza significa accettare la sfida di vivere con intensità.

"Occorre essere rigorosi, incontentabili con sé stessi, andando oltre errori e inciampi, simboli della cocciutaggine nel non voler abdicare al nuovo che preme dentro ognuno". È il grido di chi si aggrappa alla vita senza lasciarsi dominare dalla paura di cadere, scegliendo di volare verso l’inedito.

Orvieto, con il suo cielo così vicino da sembrare una promessa, ricorda che l’altezza è anche uno stato dell’anima. Le case in tufo, i vicoli che si arrampicano come pensieri in cerca di luce, ci ammoniscono: non possiamo smettere di vivere intensamente. È tempo di accogliere le emozioni senza riserve, di riconoscere l’amore, la paura, la rabbia, la meraviglia, senza celarle dietro maschere di artificiale serenità.

Non si tratta di sentire di più, ma di percepire meglio. Di allenare il cuore, come un muscolo dimenticato. Crepet ci sprona a mordere il cielo, e Orvieto invita a riscoprire la vertigine delle piccole cose: un tramonto che colora di rosa le mura antiche, il profumo del caffè che si intreccia all’odore della pioggia. Riflette sull’importanza che "dignità, libertà ed emozioni non devono diventare passaporto per ciò che è stato già codificato, ma devono farci volare verso l’inedito".

Se oggi sembra impossibile vivere senza filtri, è il momento di strapparli via. Camminare a piedi nudi sulla pietra fredda della vita, accettando che il dolore sia il prezzo della bellezza. Non è forse questo il significato di mordere il cielo? Non è forse ora di smettere di osservare distrattamente e cominciare, finalmente, a percepire in profondità?

Questa terra, di incanto senza tempo, ci invita ad aprire il cuore e a trovare nel sentire la forza di risalire. Perché solo chi vive intensamente può sfiorare il cielo. "La vita è o un’avventura audace o niente", scriveva Helen Keller. Scegliamo l’avventura dell’ascolto interiore per spingerci verso l’infinito.