Alzheimer: esiste un servizio, ma ora serve un centro diurno a sostegno
Le malattie neurodegenerative rappresentano una delle grandi emergenze per un Paese come l'Italia che sta invecchiando a livelli di record e tale scenario assume un rilievo speciale in Umbria e, in particolare, ad Orvieto, un territorio che, nel rapporto tra la popolazione anziana e quella residente, evidenzia uno dei valori più elevati d'Italia. Una situazione demografica che determina un'incidenza particolarmente significativa per quanto riguarda i disturbi cognitivi e le patologie come l'Alzheimer, le demenze e le altre malattie connesse al decadimento delle facoltà cerebrali che sono strettamente collegate all'invecchiamento.
Di questi temi e dei progetti messi in campo dalla Asl e dal Distretto Sanitario si è parlato sabato 30 novembre nel corso del convegno "MCI e Alzheimer: attualità e prospettive" organizzato all'Hotel Gialletti dalla dottoressa Viviana Nicosia, geriatra, responsabile del Centro dei Disturbi Cognitivi e delle Demenze del Distretto. Nel corso del convegno, a cui hanno preso parte numerosi medici di base dell'Orvietano e al quale hanno portato il proprio contributo gli specialisti delle strutture pubbliche di Orvieto e Perugia, è stato inquadrato il problema generale legato alle varie forme di demenze, dal punto di vista dei molteplici fattori di rischio, dell'essenziale funzione svolta dalle diagnosi precoci e della prevenzione fino a passare in rassegna gli interventi farmacologici, il ruolo della radiologia diagnostica e l'importanza nella prevenzione ricoperta anche dai corretti stili di vita.
Hanno portato il loro contributo la professoressa Patrizia Mecocci, il dottor Marco Angelozzi, la professoressa Virginia Boccardi, la dottoressa Marika La Cava, la dottoressa Anna Giulia Guazzarini, la dottoressa Chiara Longhi e il dottor Francesco Melis. Presente al convegno anche il dottor Massimo Marchino, direttore del Distretto Sanitario. Secondo quanto riferito in Umbria si registrano 19.427 casi di patologie di demenza, con spese relative che sono per il 63% a carico delle famiglie. Le persone colpite da questa malattia sono soprattutto le donne, ma solo in una percentuale che oscilla tra il 40 e il 50% si riesce ad avere una diagnosi e comunque in fase tardiva quando le cure possono perdere di efficacia.
Accanto ai temi generali, ha assunto un ruolo importante il progetto avviato ad Orvieto dalla dottoressa Nicosia lo scorso settembre con il Centro per i disturbi cognitivi e la demenza che rappresenta l'unico presidio in questo ambito nel territorio comunale. Il servizio che si svolge nella sede dell'Asl di Via Postierla, consente di effettuare tutti gli esami diagnostici in un solo giorno, grazie ad una programmazione di day service, con il prezioso sostegno di un neuropsicologo. Il day service rappresenta tuttavia solo l’inizio di un lungo percorso legato alla gestione di questa patologia.
Ad Orvieto manca, infatti, un centro diurno che potrebbe essere utile per le terapie non farmacologiche: gli interventi di tipo psicoeducazionali e riabilitativi cognitivi altrettanto importanti e fondamentali come le terapie farmacologiche per ritardare il decorso della malattia. Un centro diurno potrebbe essere utile anche per i familiari di questi pazienti che spesso sono sopraffatti dall’ assistenza e cura dei loro cari non trovando a volte un minuto per se stessi. Al momento si può fare affidamento solamente su un Nucleo Alzheimer di dieci posti di tipo residenziali in una struttura di Castel Giorgio. Una dimensione fortemente sottodimensionata rispetto alle esigenze della popolazione, ma anche una notevole limitazione per il buon funzionamento di questa attività di cura e assistenza.
Si registrano anche risorse umane insufficienti, l'assenza di percorsi necessari a svolgere adeguatamente assistenza a livello domiciliare, oltre a varie altre questioni collegate alla scarsa conoscenza del servizio da parte della popolazione potenzialmente interessata che si tramuta in interventi tardivi nel caso di demenza conclamata. Deve, insomma, aprirsi una fase politica che sia in grado di portare progetti e soprattutto risorse al progetto di Orvieto. Al momento ci sono fondi potenzialmente disponibili per le Aree Interne e per l'assistenza domiciliare e la disabilità che sono però destinati a Ficulle e alla Valnerina.