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Molestie contro le donne: sul lavoro l'Umbria è seconda, fuori dal lavoro è prima

sabato 23 novembre 2024

L'Umbria è la seconda regione italiana, dopo il Piemonte e prima della Sicilia, per percentuale di donne tra 15 e 70 anni che hanno subito almeno una molestia (di qualsiasi tipo) sul posto di lavoro nel corso della vita. Ed è la prima regione italiana per percentuale di donne che hanno subito nel corso della vita almeno una molestia fuori dal posto di lavoro. Lo evidenzia il rapporto dell’Istat “Le molestie: vittime e contesto” – Anno 2022-2023.

In Umbria 33.000 donne tra 15 e 70 anni hanno subito almeno una molestia sul luogo di lavoro durante la vita lavorativa. Nel rapporto dell’Istat emerge che, in Italia, sono 1,8 milioni le donne tra 15 e 70 anni che hanno subito almeno una molestia sul lavoro nel corso della vita, mentre gli uomini sono stati 422mila, per un totale di 2,322 milioni di persone. Si tratta, per quanto riguarda le donne, del 12,5% del totale, mentre il fenomeno ha riguardato l’1,8% del totale dei maschi che hanno lavorato.

Il fenomeno delle molestie alle donne è minore nel Nord-est (9,7%) mentre livelli più elevati si riscontrano nel Nordovest (14,9%), seguito da Centro, Sud e Isole, che si attestano tutti intorno al 14%. Osservando le regioni prevale il Piemonte (20,3%), seguito da Umbria (16,0%), Sicilia (15,8%), Campania (15,7%) e Lazio (15,1%). Simile andamento si registra anche nel caso degli uomini, ma con una più marcata presenza delle regioni del Centro (3,7% contro il valore medio del 2,4%), su cui pesa l’impatto del Lazio (5,3%).

Tra le donne fino a 24 anni più di una su cinque è molestata sul luogo di lavoro e nella fascia di età 25-34 quasi una su cinque. Il report dell’Istat rileva che sono vittime di molestie sul lavoro in particolare i giovani (sia donne sia uomini) entrati da poco nel mercato del lavoro: 12% tra i 15-24enni e 10,8% dei 25-34enni. Le molestie sul lavoro colpiscono prevalentemente le giovani donne, 21,2% nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni, contro il 4,8% dei coetanei uomini.

Di poco inferiore è l’incidenza percentuale delle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni (18,9%, rispetto al 3,7% degli uomini). Nel corso della vita il 12,1% delle donne e l’1,8% degli uomini subiscono offese attraverso sguardi inappropriati e lascivi che mettono a disagio, la proposta di immagini o foto dal contenuto esplicitamente sessuale che offendono, umiliano o intimidiscono, scherzi osceni di natura sessuale o commenti offensivi sul corpo o sulla vita privata, in altri casi subiscono avances inappropriate, umilianti oppure offensive sui social, o ricevono email o messaggi sessualmente espliciti e inappropriati.

Mentre il 5,9% delle donne e l’1% degli uomini ricevono proposte inappropriate di uscire insieme che offendono, umiliano intimidiscono o che si spingono a richieste di qualche attività sessuale, anche attraverso regali indesiderati di natura sessuale. Una percentuale pari al 2,6% delle donne e allo 0,2% degli uomini sono invece vittime di molestie di natura fisica. Queste ultime sono agite in particolar modo sulle fasce più giovani della popolazione raggiunta dall’indagine, con una prevalenza del 3,4% dei giovani tra i 15 e i 24 anni. Confrontando i dati con riferimento al genere nei diversi periodi considerati, si osserva che, nel corso della vita, le donne sono state vittime di molestie 4,5 volte in più rispetto agli uomini. Questa differenza si riduce se si osservano i tre anni e i dodici mesi precedenti l’intervista (rispettivamente 3,4 e 3,3 volte in più).

Negli ultimi tre anni prima del biennio 2022-2023, ultima indagine dell’Istat, la percentuale di donne molestate sul luogo di lavoro (almeno una molestia di qualsiasi tipologia) è stata del 6,4% (un milione 311.000 donne molestate), contro il 15,7% dei tre anni precedenti la rilevazione effettuata dall’Istat nel biennio 2015-2016. C’è quindi un netto miglioramento, segno che le politiche culturali, di educazione e sensibilizzazione, ed anche normative più severe, hanno fatto evolvere il clima sociale, anche se ancora in maniera non adeguata, restando importanti i residui di vecchie culture patriarcali, soprattutto nelle fasce meno istruite della popolazione.

Per quanto riguarda l’Umbria, l’Istat nell’ultima rilevazione non riporta, cosa che invece aveva fatto nella rilevazione precedente, la percentuale a livello di regioni di donne molestate negli ultimi tre anni. Comunque, è presumibile che la situazione sia migliorata notevolmente anche in Umbria, rispetto al 14,7% di donne molestate sul lavoro nella regione nei tre anni precedenti la rilevazione 2015-2016.

Le molestie verbali, in Umbria la stima è di circa 15.000 donne vittime nei tre anni precedenti il biennio 2022-2023, in netto miglioramento rispetto oltre 24.000 del biennio precedente l’indagine 2015-2016. Le offese (sguardi inappropriati e lascivi che mettono a disagio, la proposta di immagini o foto dal contenuto esplicitamente sessuale che offendono, umiliano o intimidiscono, scherzi osceni di natura sessuale o commenti offensivi sul corpo o sulla vita privata, avances inappropriate, umilianti oppure offensive sui social, o messaggi sessualmente espliciti e inappropriati), come detto, sono le forme maggioritarie di molestie sul posto di lavoro. In Italia sono 1,63 milioni le donne tra 15 e 70 anni che hanno subito almeno una molestia verbale nel corso della vita lavorativa.

Ma anche su questo fronte la situazione è in netto miglioramento. Se si guarda solo agli ultimi tre anni prima del biennio 2022-2023 – data di riferimento dell’ultima indagine dell’Istat – le donne tra 15 e 49 anni che hanno subito almeno una molestia verbale sul posto di lavoro ammontano a oltre 954.500, mentre erano state 1,6 milioni le donne tra 15 e 49 anni molestate verbalmente sul lavoro nei tre anni precedenti al biennio 2015-2016.

Per quanto riguarda l’Umbria, la stima – proiettando il dato nazionale a livello regionale – è di 15.000 donne vittime di offese nei tre anni precedenti il biennio 2022-2023, in netto miglioramento rispetto alle oltre 24.000 del triennio precedente l’indagine 2015-2016. Molestie fuori dal posto di lavoro, Umbria prima in Italia con il 10,5% (vittime oltre 13.000 donne). Per quanto riguarda le molestie fuori dal posto di lavoro, purtroppo l’Umbria è prima con il 10,5%. Ossia viene molestata fuori dal posto di lavoro oltre una donna su 10. Il dato, informa l’Istat, si riferisce al triennio precedente l’ultima rilevazione 2022-2023. Si tratta, nella regione, di un numero rilevante, che coinvolge oltre 13.000 donne.

Allargando lo sguardo al quadro nazionale, alle spalle dell’Umbria la Liguria con il 10,3%. Seguono Lombardia (8,2%), Piemonte (8,1%), Marche (7,2%), Veneto (6,6%), Puglia (6,1%), Trentino Alto Adige (6%), Emilia Romagna (5.6%), Toscana (5,6%), Sardegna (5,5%), Sicilia (5,4%), Campania (4,2%), Basilicata (4,2%), Abruzzo (4,1%), Molise (3,1%), Friuli V. G. (2,8%), Calabria (2,4%), Valle d’Aosta (0,7%).

L’impegno della Camera di Commercio dell’Umbria, le parole del presidente Giorgio Mencaroni. “Il fenomeno delle molestie – di qualsiasi tipo esse siano – contro le donne sul posto di lavoro purtroppo vede l’Umbria non posizionata bene a livello nazionale nel rapporto dell’Istat, con cifre più alte della media, anche se si evidenzia un netto miglioramento della situazione, in Italia come anche nella nostra regione. Vorrei centrare l’attenzione proprio su questo miglioramento, che dimostra come l’azione di sensibilizzazione tra le imprese e i lavoratori portata avanti dalle forze economiche e sociali, tra cui la Camera di Commercio dell’Umbria, sia stata e sia molto utile.

L’Ente camerale è impegnato nella battaglia di sensibilizzazione contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro, che si vince con la formazione di imprenditori e lavoratori, su cui siamo molto attivi. Si tratta di un tema che ci sta a cuore, come emerso anche pochi giorni fa con il Laboratorio ‘Parole oltre...gli stereotipi e la discriminazione’, che abbiamo organizzato in collaborazione con il Comitato per l'Imprenditoria Femminile e il Comitato Unico di Garanzia. Un evento a cui hanno partecipato, oltre ad imprenditrici ed imprenditori, anche un’ampia rappresentanza di dipendenti dell’Ente camerale. Ciò si inserisce nel contesto di un impegno costante di sensibilizzazione e formazione, che avrà a breve ulteriori, importanti momenti, per aiutare a compiere ulteriori passi avanti su un tema che riguarda il rispetto della dignità delle persone e la qualità del contesto economico-sociale, senza la quale non c’è sviluppo”.