A Orvieto la sede regionale dell'AIDAI
Colpisce tra il 2 e il 5% dei bambini in età prescolare e se non opportunamente trattato segnerà, in negativo, il percorso scolastico (e forse professionale) dell’adolescente e poi dell’adulto. Stiamo parlando del Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD, in inglese, acronimo di Attention Deficit Hyperactivity Disorder) ossia di una “vivacità senza freni” caratterizzata da un incessante movimento e dalla difficoltà di mantenere l’attenzione su un compito o un lavoro.
A Orvieto, il Centro Vertumno della Cooperativa Sociale "Il Quadrifoglio" è da anni impegnato nella diagnostica e nel trattamento dei bambini/ragazzi con ADHD. Si tratta di una realtà qualificata e accreditata dalla Regione Umbria, costituita da una équipe multidisciplinare (neuropsichiatra infantile, neuropsicologi, neuropsicomotricista, logopedista, psicoterapeuti, educatori), che si avvale di consulenze autorevoli, tra le quali il professor Michele Margheriti, docente di Psicologia dell’Educazione all’Università degli Studi di Perugia e presidente nazionale dell’AIDAI, l’Associazione Italiana per i Disturbi di Attenzione e Iperattività.
Lo stesso Margheriti, riconoscendo la qualità dello staff e dei metodi del Centro Vertumno, ha proposto all’Associazione da lui guidata di individuare Orvieto come sede per l’Umbria dell’AIDAI.
Questa organizzazione - fondata all’interno dell’Università di Padova per volere del professor Cesare Cornoldi - svolge attività informative e formative che si rivolgono in particolare a insegnanti, ricercatori, psicologi, clinici, terapisti e a tutti coloro che lavorano in età evolutiva.
ADHD e scuola
Generalmente l’ADHD associa tre persistenti sintomatologie: disattenzione, iperattività, impulsività. Se l’iperattività decresce con l’adolescenza, passa in primo piano la distraibilità, aprendo le porte ad un possibile fallimento scolastico. Non è che i bambini affetti da ADHD non siano in grado di imparare, ma incontrano difficoltà a scuola a causa della scarsa capacità di organizzazione, dell’impulsività/iperattività, della disattenzione e della distraibilità. Per un bambino affetto da ADHD la scuola è l’ambiente più critico e talora non è preparata ad affrontare con gli strumenti adeguati tali situazioni. E non per colpa degli insegnanti, ma perché manca loro la conoscenza dei metodi di approccio e di trattamento di questo disturbo. Questo è il compito dell’AIDAI che ha lavorato in passato con l’Ufficio Scolastico Regionale.
ADHD e la relazione con i coetanei, gli adulti
Per i bambini con un Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività non è facile fare amicizia. La loro impulsività crea difficoltà nelle relazioni e spesso si manifesta con caratteristiche oppositive-provocatorie, che rendono ancora più carico di tensione e disagio il contesto. La gestione di tale situazione diventa via via più impegnativa, e spesso implica punizioni con l’innesco di processi di stigmatizzazione e emarginazione.
ADHD e le terapie farmacologiche
In Italia nel 2007 è tornato disponibile uno dei farmaci elettivi per la ADHD: il metilfenidato, già noto sin dagli anni ’50 del ‘900. È un farmaco che può essere di aiuto, ma la sua prescrizione è possibile solo in strutture ad hoc, come i Centri Regionali di Riferimento per l’ADHD (dove c’è un registro che fa capo all’Istituto Superiore di Sanità). Va detto che il metilfenidato non fa guarire dall’ADHD, ma può migliorare lo stato generale del bambino, innescando un circolo virtuoso per il quale si danno progressivi incrementi di fiducia e di autostima. In ogni caso l’utilizzo del farmaco non dovrebbe mai essere un intervento isolato, bensì valutato attentamente all’interno di una terapia multimodale.
ADHD e l’adolescenza
Il bambino con ADHD diventato adolescente, se non trattato con percorsi adeguati, può sviluppare comportamenti aggressivi sui quali si interviene con difficoltà. Ecco perché è importante intervenire sin da piccoli, in modo da non arrivare a 14, 15, 16 anni completamente sguarniti di fronte a problemi che nel frattempo possono essersi aggravati.
ADHD in Umbria
Secondo una stima prudenziale (che calcola un 2,5% di incidenza sulla popolazione potenzialmente esposta) in Umbria ci sarebbero poco meno di 3.000 bambini con questo disturbo. Il manuale DSM-V ha cambiato i criteri di valutazione dell’ADHD, innalzando l’età di insorgenza del disturbo da sette a dodici anni e sono stati inseriti sintomi specifici anche per i pazienti adulti.
Diversi insegnanti segnalano un aumento di casi negli ultimi anni ma per averne un riscontro oggettivo sarebbe auspicabile la costituzione di osservatori epidemiologici e la promozione di ricerche specifiche.