Grazie ad un'idea della docente Serena Venanzi gli alunni della Scuola Primaria "Leonardo da Vinci" di Acquapendente emulano le gesta dei bambini ebrei del campo di concentramento di Theresienstadt disegnando farfalle. Con la mente comprendono e ritornano indietro, immedesimandosi in quei 15.000 ragazzi che tra il 1941 ed il 1945 hanno vissuto in questo lager della Repubblica Ceca. Provenivano tutti dall’Est Europa e, differentemente da quelli aquesiani, vivevano tra poco cibo e molte malattie. Ben 4.000 i disegni che i piccoli ospiti effettuarono assieme agli adulti. Ad ispirarli la "Serena Venanzi" dell’epoca ossia l’insegnante austriaca Friedickers Brandeis che custodì gelosamente i capolavori in due valigie nascondendoli in una delle aule del campo.
Una volta liberato lo stesso dagli alleati furono esposti al museo ebraico di Praga. Custodi eterni l’Associazione “Figli della Shoah” i quali in una nota informativa affermano: "Guardate bene i disegni. Perché rappresentano la vita, perché era un modo per evadere: c’era la volontà di fuggire dalla realtà. I bambini erano seguiti e anche i disegni erano suggeriti dagli educatori. La farfalla, per esempio, è uno dei disegni più famosi e mostra la libertà”. Ma dove trovavano i colori, la carta? Tutto arrivava in maniera clandestina. Tutto era organizzato di nascosto e c’era persino un giornalino dei ragazzi chiamava Vedem e venne realizzato da Petr Ginz, autore di racconti, con un gruppo di ragazzi. Per due anni riuscirono persino a pubblicarlo ogni settimana.
I bambini, sapevano dov’erano. Non sapevano cosa li aspettava, ma avevano la consapevolezza di essere in guerra: prima di arrivare al campo avevano vissuto l’esperienza del ghetto, la discriminazione, la negazione dei loro diritti che è iniziata molto prima di Terezin, con le leggi anti ebraiche. A tutelarli sono stati questi meravigliosi adulti artisti, musicisti, intellettuali”, Terezín fu un luogo di dolore e sofferenza. Migliaia e migliaia di prigionieri non uscirono mai più dal campo durante i tristi anni della guerra.
Il momento più tragico della storia del ghetto fu però l'epilogo dell'intera vicenda, quando i nazisti, ormai certi della sconfitta, decisero di liquidare il campo e spedire gli abitanti di Terezín nei lager di sterminio. L'evento simbolo di questo orrendo crimine si consumò a Birkenau il 17 ottobre 1944, quando 1390 uomini, donne e bambini appena arrivati da Theresienstadt vennero uccisi senza pietà.