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La Lumachella Orvietana con Slow Food Umbria a "Terra Madre. Salone del Gusto"

sabato 5 ottobre 2024

Storie di passione e impegno che fanno vivere i territori, anche "svantaggiati come le aree interne e le terre alte con i loro paesaggi sorprendenti, i loro paesi sempre più anziani dove i giovani vorrebbero rimanere e cercano opportunità per farlo". Una realtà comune a tante regioni italiane che, ogni due anni, si ritrovano a "Terra Madre. Salone del Gusto" per incontrarsi, condividere e confrontare esperienze e mezzi di resistenza. Sono queste esperienze a far comprendere che la biodiversità non è soltanto un fattore essenziale per l’equilibrio dell’ambiente e del clima, ma è il valore portante della diversità culturale, vera ricchezza d’Italia.

È stato così anche quest'anno al Parco Dora di Torino, nel padiglione finanziato da Regione Umbria e Camera di Commercio, dove Slow Food Umbria con i volontari delle Condotte di Città di Castello, Orvieto, Perugia, Terni, Todi e Umbertide ha curato un programma di appuntamenti pensati per far conoscere prodotti e tradizioni autentiche ma soprattutto storie da cui è emerso che la biodiversità è un potenziale inesauribile su cui costruire economie. Come nel caso dei Presìdi Slow Food, un modello che da anni tutela i prodotti della tradizione, il lavoro onesto e le competenze. E che richiama alla responsabilità di scegliere quello che si mangia piuttosto che consumare.

Facile comprendere, dunque, l'importanza di presentare in un contesto vivace e attento il percorso che la Comunità della Lumachella Orvietana, costituitasi di recente, sta costruendo per ottenere il riconoscimento come nuovo Presìdio Slow Food di questo prodotto originale e tipico del forno tradizionale, dopo quello del Fagiolo Secondo del Piano di Orvieto, che è tale dal 2017. Emozionante per i partcipanti condividere con gli amici di altre regioni e i visitatori provenienti da tutta Italia i valori di questo prodotto scelto come simbolo del cibo autentico e di una cucina locale, vero sale del turismo sostenibile e consapevole, progetto di grande attualità per Slow Food Italia.

Nel padiglione Umbria la giornata di sabato 28 settembre si è aperta al mattino con il profumo della Lumachella, spiegata e proposta da Alessandra Cannistrà, fiduciaria della Condotta Slow Food di Orvieto, come colazione contadina della tradizione che si produce, si conosce e si mangia soltanto sulla Rupe e nel territorio circostante. Grande partecipazione nel pomeriggio per la presentazione-laboratorio del volume "Piccolo Almanacco dei Grani Antichi" (Il Formichiere, 2023) curato da Vittorio Tarparelli intervenuto in dialogo con Eleonora Satta, produttrice-chef dell’Azienda Janas, che ha spiegato e mostrato la preparazione della Lumachella secondo una ricetta semplice, ma coerente alla tradizione nella prospettiva del disciplinare del Presìdio.

"La storia del grano e le vicende significative della sua storia agronomica moderna – è stato sottolineato nel corso dell'incontro – contribuiscono a sfatare la moda dei grani antichi e fanno da sfondo all’impegno di tanti produttori che oggi credono in un'agricoltura che tuteli la biodiversità, il rapporto armonico con la natura e le scelte alimentari responsabili". Sullo schermo di sala sono state proiettate le ricette raccolte dagli alunni della Scuola Primaria "Erminia Frezzolini" di Sferracavallo, da anni sede attiva del progetto "Orto in Condotta”, e i disegni dedicati alla Chiocciola/Lumachella, sorprendenti per sintesi ed espressività.

In questo racconto della tradizione e della consapevolezza, si sono inserite nella serata le "Storie di Terra di Orvieto", un vero happening sulla ceramica curato e condotto da Michele Golia, artista impegnato anche nel progetto "More clay, less plastic". Più argilla, meno plastica. Anche per il cibo. Domenica 29 settembre si è tornati a parlare della Lumachella Orvietana insieme agli amici dell’Emilia Romagna che hanno condiviso il progetto del Cammino dei Presìdi – che, a luglio, ha unito ancora una volta Cervia a Orvieto in un percorso a tappe animato da prodotti originari e comunità – insieme a Lia Cortesi, responsabile dei Presìdi di Slow Food Emilia Romagna.

Con i salinari della Salina Camillone di Cervia è stata ripercorsa l’esperienza fatta e rilanciato il valore di un network con l’auspicio di poterlo potenziare e strutturare nell’ambito di Slow Food Travel. Sul monitor, intanto, hanno fatto bella mostra di sé le evocative immagini del video realizzato da Andrea Ruggeri in collaborazione con A.Ge. per documentare la preparazione della Lumachella e la cottura nell’antico forno di comunità, scavato nel tufo, di Rocca Ripesena – l'altra Rupe, coperta di rose, che dista da Orvieto appena sei chilometri – straordinario esempio di coesione sociale nel conservarlo attivo come strumento di tradizione e memoria.