Sanità, l'audizione dei rappresentanti delle associazioni in Terza Commissione

Nel pomeriggio di lunedì 3 marzo, nella Sala delle Quattro Virtù del Palazzo Comunale, come annunciato, si è tenuta la riunione della Terza Commissione Consiliare permanente su Sanità e Sociale, presieduta da Evasio Gialletti, che ha accolto in audizione i rappresentanti delle associazioni.
Ad aprire la discussione l’intervento di Gianni Giovannini, rappresentante del Comitato per la difesa dell’ospedale di Terni. “Non si può agire su un punto senza tenere conto del contesto che lo circonda”, ha detto. “È positivo – ha proseguito – che siano rientrate le frizioni tra amministrazione e comitati che in realtà si trovano dalla stessa parte perché le controparti sono la Regione e le aziende sanitarie. Uno dei problemi è lo scarso funzionamento della conferenza dei sindaci in cui spesso non ci sono persone esperte in grado di capire la narrazione amministrativa che fanno le aziende sanitarie. Quello che possiamo fare come comitato è mettere i dati a disposizione del dibattito. Dal 2019 al 2023 è aumentata la spesa per il personale che nella Asl Umbria 2 ha superato i 200 milioni di euro. Ma dove sta tutto questo personale?
Non sappiamo infatti come questa spesa sia distribuita sui territori e tra gli ospedale perché non ce n’è traccia sui bilanci. Anche il dato sull’attività ospedaliera è aggregato, da Foligno a Orvieto. Il modello della sanità ospedalocentrica – ha proseguito – è cambiato perché una volta il tema erano gli acuti oggi è la cronicità che è trattata a livello territoriale. In questo Orvieto è la capitale della cronicità perché ha la popolazione più anziana nella provincia di Terni. Occorre quindi mettere in atto il Piano nazionale delle cronicità che servirebbe a risolvere anche il problema delle liste di attesa. Il Distretto, attraverso una diagnosi di comunità, dovrebbe conoscere a menadito lo stato della popolazione e utilizzando il modello della piramide di Kaiser dovrebbe organizzare l’accesso alle prestazioni in maniera programmata con percorsi diagnostici terapeutici assistenziali validati. Per questo ci vuole la collaborazione dei medici di medicina generale ma anche degli infermieri di quartiere. C’è inoltre una legge regionale sulla co-progettazione e la co-programmazione che potrebbe consentire di avere un ruolo sull’organizzazione dei servizi e formalizzare il contributo che potrà venire dal lavoro di questa commissione”.
“Una commissione inefficace nel metodo e nel merito – ha detto nel suo intervento Florido Fratini, presidente dell’associazione Prometeo – che si è attivata solo a novembre 2024 mentre associazioni e comitati si sono fatte carico del disagio dei cittadini da anni mettendo in evidenza le promesse che non sono state mantenute. Per anni abbiamo chiesto anche consigli comunali aperti ma non siamo stati presi in considerazione. Occorreva inoltre prima acquisire i numeri e poi sentire le autorità sanitarie perché senza i numeri non si governano le decisioni. E invece si è fatto il contrario. I lavori di questa commissione vanno avanti da mesi ma la montagna partorirà il topolino, una relazione da mandare alla presidente della Regione. Per questo siamo noi a voler fare delle domande a voi.
La presidente della Regione ha detto che sono stati accumulati cinque mesi di ritardo sulla realizzazione della Casa e dell’Ospedale di comunità per le osservazioni dell’amministrazione comunale al progetto. Perché questi ritardi? Le condizioni di accesso alla struttura garantiranno la sicurezza dei cittadini? I 24 posti macchina inseriti nel progetto l’amministrazione li ritiene sufficienti? E come saranno gestiti? Nell’ottobre 2024 il sindaco aveva detto di avere i numeri sull’attività dell’ospedale di Orvieto, noi li abbiamo ottenuti dopo aver minacciato denuncia. Se questi dati ce li avevate perché non sono stati messi a disposizione della città? Quale è complessità degli interventi realizzati dalla sala operatoria multidisciplinare istituita all’ospedale di Orvieto e quale è la percentuale di pazienti del comprensorio orvietano che ne ha usufruito? Ci aspettiamo che questa commissione parli con i numeri”.
“Speriamo che questo possa essere il primo di tanti incontri costruttivi – ha affermato la vicepresidente del Comitato orvietano per la sanità pubblica, Carlotta Tedeschini – perché per noi è di fondamentale importanza il confronto con le istituzioni. Abbiamo raccolto tra i cittadini una lista di criticità che abbiamo consegnato alla Regione e che consegniamo oggi alla commissione e al Comune di Orvieto. Riteniamo necessario partire da un’attenta fase di pianificazione e programmazione che porti a linee di azione e occorre farlo con il Piano sociale di zona che deve essere aggiornato. Tra le azioni da inserire il rinnovamento della rete di cura per gli anziani non autosufficienti come malati di Alzheimer e di demenza senile. Abbiamo letto della proposta di realizzare nell’ex mensa della caserma Piave un centro h24 per malati di Alzheimer, ma perché intanto non pensare a una struttura temporanea, un centro diurno, in un’altra struttura dove sono già presenti servizi sanitari? Abbiamo poi a cuore le sorti del consultorio di Orvieto e Fabro e della rete dei servizi che garantiscono.
Riteniamo fondamentale lo sviluppo dei percorsi integrati tra ospedale e territorio. Questo approccio sarà favorito dalla realizzazione della Casa e dell’Ospedale di comunità ma la nostra paura è che queste strutture non vengano attivate entro la scadenza prevista dal Pnrr di giugno 2026 e prima ancora abbiamo paura che non si finiscano i lavori entro marzo 2026. Ci auguriamo che non sia così. Sappiamo che queste tematiche, come quella della ricerca di personale e delle attrezzature, siano di competenza regionale, ma perché non pensare intanto di attivare alcuni servizi previsti dalla Casa e dall’Ospedale di comunità in strutture già esistenti, nella sede di via Postierla o presso l’ospedale stesso.
Altro tema importante è la riqualificazione del sistema di accoglienza e cura rivolto a bambini e ragazzi, adolescenti e neo maggiorenni per cui sono necessarie figure professionali specifiche che ci dicono manchino al Distretto di Orvieto. Rimane importante anche la funzione che svolge l’ospedale per l’Umbria e per l’alto Lazio vista la sua posizione strategica. Purtroppo risulta sempre più spopolato di servizi e professionisti ed è compito di Asl e Regione risolvere questo problema trovando le risorse adeguate per rilanciare i servizi e renderli attrattivi per professionisti e utenti ma crediamo sia obbligo della conferenza dei sindaci e di questa commissione presidiare queste problematiche. Altra questione che andrà affrontata nelle sedi opportune è quella dell’implementazione delle infrastrutture e dei trasporti ferroviari che è altrettanto importante per attrarre professionisti ed utenza”.
“La sanità, dopo la riforma – ha osservato Gianni Pietro Mencarelli, referente dell’associazione ParteCivile – ha subìto sempre delle costanti perdite. Non era sbagliato il principio della riforma ma è stato ad esempio un errore far entrare il privato nelle strutture pubbliche a fare concorrenza dall’interno. Questo pesa e sta pesando sempre di più perché è diventato uno strumento anche per quei pochi che ancora credono nel servizio sanitario pubblico per decidere di andarsene. Diversi operatori se ne sono andati, alcuni per cercare gratificazioni personali, altri per i soldi, altri cacciati da alcuni direttori generali che sono venuti a tagliare le teste. Noi crediamo molto al discorso della prevenzione e della Case di comunità perché il problema principale è quello della terza età.
C’è chi ha la fortuna di avere una famiglia che lo assiste ma molti altri sono costretti ad andare altrove. La prima battaglia da fare è questa. Abbiamo bisogno di servizi che oggi non possono essere dati per la carenza di personale e perché c’è un problema di accoglienza. In tanti medici ad esempio vengono, firmano il contratto ma poi appena trovano l’occasione se ne vanno altrove. Il tema è: continuiamo a portare avanti le liti, anche tra di noi, oppure troviamo il buonsenso di mettere insieme le nostre esperienze e sottoponiamo le cose che possono essere fatte alle istituzioni e a chi amministra. Ad esempio, anziché aspettare di realizzare una struttura nell’ex mensa della Piave, cominciamo a pensare che la Casa di comunità si possa utilizzare anche per un centro per Alzheimer. Pensiamo a cose concrete perché sulla concretezza possiamo misurarci al di là delle questioni politiche”.
“La criticità più grande è quella delle risorse umane – Patrizio Angelozzi dell’Associazione Nova – ed è una meraviglia vedere la Asl che ha fatto tanti concorsi, anche per il consultorio, che sono andati però sempre deserti. Qui penso che la politica debba fare uno sforzo di fantasia per trovare benefit o contatti con l’Università per ampliare i centri per gli specializzandi affinché possano venire anche da noi. Sulle risorse, le aziende contano le carenze e contano gli stipendi. Nel reparto di Ostetricia dell’ospedale di Orvieto abbiamo in organico 14 ostetriche ma tra maternità, dimissioni e spostamenti sono rimaste nove. Abbiamo chiesto di rimpiazzarle, la risposta dell’Asl Umbria 2 è stata che l’azienda paga 109 ostetriche.
Una delle criticità dell’ospedale di Orvieto è che è difficile entrarci, perché il numero di posti letto è sottodimensionato per via delle politiche nazionali, ma è anche difficile uscirne. Perché una volta dimessi i pazienti o vanno a casa o vanno negli ospedali oppure ritornano nell’ospedale. Sul territorio vanno fatti gli sforzi maggiori per mandare specialisti, avere strutture e lottare per ottenere il minimo sindacale come i 18 posti letto dell’Ospedale di comunità, che stiamo aspettando perché sono fondamentali, una rsa e un hospice. Quello su cui invece può fare di più il Comune è investire sull’educazione sanitaria con iniziative mirate e riprendere buone pratiche come il Piedibus”.
I lavori della Terza Commissione permanente proseguiranno nei prossimi giorni con ulteriori audizioni.

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