politica

Abitare Orvieto: "Quali progetti e quali politiche abitative sono in programma?"

lunedì 10 febbraio 2025

Dopo aver posto l’interrogativo rispetto a "Quale sia il modello di sviluppo scelto per questa città", Abitare Orvieto pone l’attenzione su come l’amministrazione intenda utilizzare il patrimonio immobiliare pubblico ed agire su temi quali l’edilizia residenziale sociale (ERS) con interventi di rigenerazione che amplino le occasioni di residenzialità in questo territorio.

Orvieto sta vivendo un momento economico e demografico critico che si traduce in una progressiva perdita dei suoi abitanti più giovani ed in età attiva e nell’incapacità di attrarre possibili nuovi residenti. In questo quadro, urgono progetti e interventi che possano bilanciare e mitigare le conseguenze di un mancato controllo dei fenomeni che spersonalizzano la città (es. turistificazione, gentrificazione) e che, quindi, ne aumentano il carattere escludente.

Cosa significa “ri-generare” la città? Per rigenerazione urbana si intende il recupero e la riqualificazione di uno spazio urbano e si distingue dunque dalla “ristrutturazione” perché coinvolge tutti i fenomeni presenti sul territorio (oltre l’architettura), quindi all’aspetto sociale, urbano e ambientale e ridefinisce la qualità di vita della popolazione che vi risiede. Attraverso la rigenerazione, la comunità si riappropria di nuovi spazi, con evidenti miglioramenti nella qualità della vita e nella sfera sociale, economica e ambientale.

Ad Orvieto, numerosi sono gli immobili pubblici non utilizzati, pensiamo a tutte le ex scuole che sono nelle frazioni oppure nel centro storico, al caso emblematico dell’ex Caserma Piave o a altri edifici di cui osserviamo il progressivo e costante decadimento come il palazzo dell’ex Inapli (proprietà della Regione), l’ex "Supercinema" (proprietà Comune di Orvieto ma in possesso della Fondazione Faina), l’ex Seminario Vescovile (proprietà Diocesi di Orvieto-Todi). 

Venerdì 7 febbraio è stata inaugurata la nuova sede di Confcommercio Orvieto, all’interno di uno spazio che Poste Italiane ha deciso di riutilizzare grazie al progetto "Spazi per l’Italia". In questa occasione, l'assessore alle Politiche Abitative, Sacripanti, ha dichiarato che l'Amministrazione ha “una programmazione e interventi da mettere in campo anche sulla rigenerazione urbana per cui servono risorse economiche e su questo siamo pronti a confrontarci con la Regione".

In attesa che la città possa essere messa a conoscenza di tale programmazione, abbiamo il timore che invece ad Orvieto si stiano perdendo tempo e opportunità, prima fra tutte quella dei fondi del Pnrr: i dati riportati dallo studio effettuato da Open Pnrr dicono che abbiamo utilizzato pochissimo questo strumento, certamente meno di tanti altri territori dell'Umbria. Nel breve elenco fatto sopra, a titolo esemplificativo, ci sono immobili che non sono proprietà del Comune ma che potrebbero essere oggetto di co-programmazione e co-progettazione con gli Enti proprietari.

Attraverso la rigenerazione, si potrebbero creare anche nuove abitazioni (utilizzando gli spazi già esistenti): Orvieto ha la necessità di accogliere nuovi residenti e di dare risposta a chi oggi non riesce a trovare alloggi. Se focalizziamo l’attenzione sulle politiche abitative in senso stretto, per quello che concerne il privato, i costi degli immobili sono molto alti sia per la locazione che per l’acquisto, moltissimi appartamenti sono stati trasformati in affittacamere e molti restano chiusi (il proprietario preferisce non affittarli, piuttosto che affrontare burocrazia, costi e incertezze), molti sono abbandonati (a proposito, il Comune è in grado di poter fornire il dato di quante abitazioni sono disabitate?).

Il risultato è che anche chi, per necessità o volontà, cerca casa ad Orvieto spesso trova la porta chiusa. In questo caso, con la speranza che arrivi presto una riforma nazionale che consenta di regolamentare le locazioni brevi, l’amministrazione comunale può certamente fare qualcosa sia intervenendo sulla leva fiscale che sul piano regolatore, sia attivando progetti per incentivare gli affitti di lungo periodo facilitando l’incontro tra offerta e domanda attraverso un fondo di garanzia per i proprietari.

 L’assessore Pizzo ha informato la cittadinanza che il comune è procinto di emanare un nuovo "Regolamento urbanistico che contenga la proliferazione delle strutture extra alberghiere" (Consiglio Comunale del 30-12-2024) e di lavorare per promuovere gli affitti a canone concordato. I principali vantaggi di un contratto a canone concordato includono tariffe d'affitto calmierate, la possibilità di applicare la cedolare secca, agevolazioni fiscali come riduzioni sull'IMU, e una maggiore stabilità economica grazie a canoni regolati. Ricordiamo che ad Orvieto è possibile fare il canone concordato perché è un comune ad "alta densità abitativa" ossia sulla base della legge 61/89 è un comune con particolari problemi relativi alla reperibilità di alloggi. 

Il settore pubblico, poi, ha la responsabilità e la possibilità di essere protagonista delle politiche abitative intervenendo nel settore dell’edilizia residenziale sociale (housing sociale) che è quel settore dell’edilizia che designa le politiche e le azioni mirate alla realizzazione e alla gestione di alloggi economicamente accessibili, sia da parte dello Stato che da parte di organizzazioni no profit, anche con la collaborazione di privati. Rientrano nella definizione di “housing sociale” sia gli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), sia gli alloggi realizzati da operatori pubblici o privati e offerti in locazione a canoni moderati (CM). 

Finora non ne abbiamo sentito parlare, se non limitatamente al bando per l’assegnazione periodica di alcuni appartamenti di proprietà dell’ATER (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale). Ad ogni avviso, le domande sono superiori all’offerta ma, inspiegabilmente, questo argomento che, per altre città è stato il punto di svolta dell’incremento residenziale, non viene considerato. 

In realtà, a pochi chilometri da noi, ATER ha portato avanti percorsi “volti al recupero e alla riqualificazione di edifici da destinare ad alloggi di ERS, attività socioculturali, attività educative, attività turistico culturali oltre a spazi pubblici e viabilità sostenibile nell’ambito del PNRR” (qui il video di Urban Promo evento culturale di riferimento sul tema della rigenerazione urbana, in merito a questi progetti), che hanno interessato alcuni Comuni umbri quali San Giustino, Città di Castello, Umbertide, Perugia e Terni (si aggiunge che a quest’ultima città, nel 2023, è stato riconosciuto il Premio nazionale per la rigenerazione del quartiere S. Valentino, questa volta finanziato con il Piano Nazionale Complementare - PNC). 

Questa volta la legittima domanda è: "Quali progetti e quali politiche abitative sono in programma per il Comune di Orvieto?".

Abitare Orvieto