Pd Orvieto: "Difendere le istituzioni, difendere la democrazia"
Il Partito Democratico di Orvieto esprime profonda preoccupazione per le tendenze sempre più evidenti di personalizzazione del potere e di sovrapposizione tra ruoli istituzionali e incarichi di partito da parte della presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni. Andrea Malaguti, nel suo recente editoriale su La Stampa, ha descritto con precisione i rischi di una politica che, anziché rispettare le istituzioni, le piega alle esigenze di una narrazione personale e identitaria, in cui il leader non rappresenta la nazione, ma è la nazione. Un concetto pericoloso, che riecheggia le più cupe pagine della storia politica europea e che, se lasciato senza contrasto, può minare le fondamenta democratiche del Paese.
Alla luce di questa analisi, è doveroso evidenziare come Giorgia Meloni abbia scelto di condurre il proprio mandato con una duplice veste che rischia di compromettere la distinzione tra governo e partito: da un lato presidente del Consiglio, dall’altro, segretaria di fatto di Fratelli d’Italia. Un doppio ruolo che, se formalmente non inedito, si connota in questo caso per una gestione che appare sempre più accentratrice, opaca e incline alla costruzione di una leadership familiare e nepotista.
Non si può non notare, infatti, il ruolo che in questa dinamica assume la sorella Arianna Meloni, divenuta – quasi per delega ereditaria – l’interprete (soltanto) di una segreteria di partito che risponde, in ogni sua articolazione, non a una visione collettiva, ma alla volontà della leader/sorella. Questa fusione tra potere esecutivo e potere politico rischia di ridurre il pluralismo interno, di trasformare Fratelli d’Italia in un dispositivo puramente al servizio della Presidenza del Consiglio e di normalizzare una concezione del potere in cui le istituzioni diventano strumenti di consenso dei Partiti anziché garanzie democratiche.
Non si tratta di una riflessione da salotti borghesi, né di un dettaglio tecnico né di una questione di forma. Si tratta di una trasformazione profonda della politica italiana, in cui il confine tra il partito e lo Stato si fa sempre più labile, in cui il dibattito interno viene soffocato da una logica di fedeltà personale e in cui le istituzioni rischiano di essere svuotate della loro autonomia. A questo si aggiunge il pericoloso tentativo di delegittimare gli organi di garanzia, primo fra tutti la magistratura, con toni che riecheggiano i tre principi dell’avvocato Roy Cohn, tristemente noti: negare tutto, attaccare con violenza, ribaltare l’accusa sul nemico. È una strategia nota, applicata in passato da leader che hanno minato la tenuta dei loro Paesi, e che oggi sembra essere il manuale operativo di chi occupa i vertici dello Stato.
Di fronte a questa deriva, il Partito Democratico di Orvieto richiama tutte le forze democratiche alla massima vigilanza. La democrazia non è un bene acquisito una volta per tutte: è un equilibrio da preservare, un sistema di pesi e contrappesi da difendere, un patrimonio collettivo che non può essere lasciato nelle mani di una sola persona, un esercizio quotidiano che va condiviso da tutte e tutti. Chiediamo con forza che le istituzioni tornino a essere il centro della vita democratica del Paese, indipendenti dalle logiche di partito e fedeli alla Costituzione. Chiediamo che venga ristabilito un chiaro confine tra il ruolo del presidente del Consiglio e quello di leader politico. Chiediamo che la politica non si riduca a una questione dinastica o familiare, ma torni a essere il luogo del confronto, della pluralità e della responsabilità collettiva.
Partito Democratico di Orvieto