Italia Viva: "Imboccare la strada giusta per noi è la meta"
Alla vita cosa altro dobbiamo chiedere se non lasciarci liberi di tendere ad una meta. Un viaggio che si carica del presente per portarlo dove vogliamo andare, non è un andare solitario ma verso virtù sociale e virtù politica. Questo riguarda i moderati, i cattolici riformisti verso quel filo sottile di speranza che somiglia sempre più ad un centro sinistra vero di cui esserne le fondamenta. Per questo ci distinguiamo dal presente Patto Avanti verso un post di speranza di altro.
Per noi di Italia Viva e altri è tempo di lottare per altro in nome della politica vera. Per cominciare ci differenziamo nei valori, pur avendo fatto una battaglia comune regionale, significando la nostra meta, segnalando interesse per quanto accaduto a Milano e ad Orvieto, rispettivamente da parte di anime riformiste interne al Pd e cattoliche (ex Margherita).
La decadenza della democrazia di questi tempi non può essere superata senza la presenza forte dei riformisti in qualunque campo orbitino, a cominciare dai cattolici, dai socialdemocratici e liberali, unici a portare valori di fondamento per democrazie come le abbiamo conosciute nel novecento; certo occorre cambiare verso e rimodulare metodo e azioni consone a coinvolgere giovani, imprese e terziario nel nome del ben comune.
La discussione va spostata verso altri orizzonti, secondo l’economista Zamagni, come la distanza che intercorre nella concezione del potere come "influenza", che ha l’obiettivo di incidere sui comportamenti umani, o come "potenza" che pretende di modificare le regole del gioco, l’assetto istituzionale.
Continua Zamagni, "a me sembra che nell’ultimo trentennio nel variegato mondo cattolico sia andata diffondendosi la tesi secondo cui la responsabilità del mondo cattolico si esaurirebbe nel momento prepolitico, ovvero in quell’esercizio del potere come influenza". Così il fenomeno che ne è derivato è quello della diaspora cattolica, indifferenza. Tutto questo diventa oggi particolarmente rilevante nell’era del pluralismo etico,l a grande sfida è che i cattolici devono battere un colpo.
Italia Viva, al cui interno ha anime riformiste diverse, deve far parte di questa evoluzione-proposta. Ci proponiamo fautori di riforme, anche se la competenza è nazionale, come la possibile rimodulazione geografico-politica dell’Umbria, ad oggi squilibrata verso il Perugino. Infatti riteniamo sia necessario che la Provincia di Terni sia allargata allo Spoletino e al Tuderte come potenziali nuove aree economiche.
Come necessario valorizzare l’Orvietano, questo può essere si di competenza regionale, integrandone lo sviluppo di influenza con la bassa Toscana e l'alto Lazio, come in realtà già avviene, attraverso politiche mirate e infrastrutture. L'Ovietano, prima degli anni Venti, era insieme a Perugia un circondario di notevole importanza, poi con il passaggio alla Provincia di Terni siamo stati penalizzati , passando in secondo piano pur avendo valori culturali e storici. Allora ci fu una rivolta, ora abbiamo la possibilità politica di riproporci. La stessa cosa vale per Todi e Spoleto.
Animare una politica in comune e la premessa per un nuovo metodo è la condizione che poniamo per continuare un cammino politico di rimodulazione politico economico dell’Umbria, il tutto avverrà da solo se con tenacia e rispetto delle parti si agirà. Da poco iniziata la legislatura e imboccare la strada giusta per noi è la meta.
Italia Viva - Orvieto