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Pd: "Orvieto perde la sua banca. E nel frattempo la politica passeggia tra algoritmi e superficialità"

mercoledì 29 gennaio 2025

Mentre si completano le operazioni per la cessione dell'85,3% della Cassa di Risparmio di Orvieto da Medio Credito Centrale alla Banca del Fucino, Orvieto assiste, quasi in silenzio, a una perdita che non è solo economica, ma profondamente identitaria. L’autonomia e l’indipendenza dell’istituto, tanto sbandierate come intoccabili, appaiono destinate a dissolversi in un processo già avviato e che nessuno, neppure a parole, sembra voler più fermare. 

Nella pagina dedicata alla finanza, il Messaggero sostiene che "la banca romana dovrebbe garantire per qualche tempo l'autonomia e indipendenza dell'istituto umbro". La vendita, siglata a Roma con tutti i crismi e sotto lo sguardo vigile di advisor e studi legali, rappresenta un passaggio decisivo. Eppure, al di là delle cifre e delle rassicurazioni ufficiali, è evidente come la governance della Cassa d’Orvieto subirà presto adeguamenti che ne limiteranno progressivamente il legame con il territorio.

Certo, la Fondazione manterrà il 14,7% delle quote, ma il peso reale di questa partecipazione è del tutto ininfluente. Sorprende, ma non troppo, che nel momento di un cambiamento tanto significativo non si levino voci istituzionali capaci di andare oltre il formale augurio di "tutela dei dipendenti e sostegno allo sviluppo locale".

Dov’erano, in questi mesi, la sindaca Roberta Tardani e l’ex presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei? Quelle stesse figure che, nell’ottobre scorso, poco prima delle elezioni regionali, si affrettavano a rassicurare cittadini e dipendenti con dichiarazioni di circostanza, garantendo che l’autonomia della Cassa sarebbe stata una priorità?

Non sfugge la tempistica né la retorica di quelle visite: passerelle preelettorali che oggi appaiono quanto mai vuote, figlie di una superficialità che, purtroppo, sembra ormai routine. Si è scelto di affrontare una materia complessa, quella del credito, del rapporto tra banca e territorio e del futuro economico di una città, con leggerezza, evitando di aprire un confronto vero, di ascoltare le istanze di chi avrebbe dovuto essere tutelato. 

E mentre Orvieto perde la sua banca, la sindaca Tardani si compiace in dirette streaming del riconoscimento di Booking.com, che non va affatto sminuito, al contrario, ma che sicuramente non è un suo merito.

Pd Orvieto