politica

Gruppo Consiliare "Roberta Tardani Sindaco": "Quando non si sa che dire è meglio tacere"

mercoledì 29 gennaio 2025

Non è neanche passato un giorno dalla notizia che la maggioranza del capitale sociale della Cassa di Risparmio Spa è passato da Medio Credito Centrale alla Banca del Fucino che il Partito Democratico ha fatto l’ennesima figura barbina, a dimostrazione che i suoi vertici non sono a conoscenza né delle leggi, né tantomeno della storia della banca locale.

Non sanno neanche che dalla Legge Amato del 1990 le Casse di Risparmio sono state trasformate in Società per Azioni e che quella orvietana ha avuto sempre due soci; la Fondazione Cassa di Risparmio come socio di minoranza, mentre come socio di maggioranza si sono succeduti nel corso di questi trentacinque anni prima la Banca di Roma (1990), poi Cassa di Risparmio di Firenze (2002), successivamente Banca Popolare di Bari (2008), e, prima di questi giorni con la Banca del Fucino, il Medio Credito Centrale (2021). 

Questa brevissima cronistoria per affermare che con l’acquisizione delle quote di maggioranza da parte di Banca del Fucino per gli assetti della Cassa di Risparmio Spa non cambia nulla rispetto agli anni passati. La Cro continua ad essere una banca autonoma e ad avere la sua sede legale a Piazza della Repubblica: cosa non scontata se si pensa che nel sistema bancario le fusioni per incorporazione sono all’ordine del giorno.

Orvieto sarà ancora l’unica città umbra ad avere una banca e di questo occorre ringraziare anche l’attività di pressione verso i due soci della Spa che il sindaco Roberta Tardani e la presidente Donatella Tesei hanno portato avanti per difendere l’autonomia e la indipendenza dell’istituto di credito orvietano. A differenza, occorre ricordarlo soprattutto al Pd locale, di quando lo stesso Pd organizzava convegni alla presenza dell’allora viceministro all’Economia Morando che sollecitava la fusione con BpBari. 

Le uscite improvvide da parte del Pd solo per attaccare gli avversari politici spesso sono boomerang ma soprattutto dimostrano ignoranza sulla conoscenza delle questioni e poca dimestichezza sulla materia. Il Pd dovrebbe rallegrarsi che la banca locale è rimasta ad Orvieto e che non ha subito fusioni o incorporazioni, mentre continua a vivere l’incubo della sconfitta elettorale di giugno scorso e si arrampica sugli specchi per cercare sempre un nemico. Noi, invece, siamo soddisfatti che Orvieto continui ad essere sede di banca autonoma, radicata sul territorio e con una storia che viene avanti dal 1852.

Gruppo Consiliare "Roberta Tardani Sindaco"
Stefano Olimpieri
Beatrice Casasole
Anna Celentano
Matteo Panzetta 
Gionni Moscetti