politica

"Questo territorio resta ancora senza rappresentanza in Regione. Eppure i 9 candidati del centrosinistra hanno raccolto 4116 preferenze"

martedì 19 novembre 2024
di Giorgio Santelli

Per lavoro, per tutta la notte, mi sono occupato delle Elezioni Regionali. I dati definitivi, gli eletti, i territori. Emilia-Romagna e l’Umbria. L’Umbria torna ad essere guidata dal centrosinistra. Positive le parole della nuova Presidente, Stefania Proietti, che per due volte nel primo discorso per la vittoria ha parlato di Umbria dei territori, amministrata con i territori, con i Sindaci. Insomma, attenzione alle comunità locali. Pronta ad affrontare una questione che ha rappresentato il tema preponderante della campagna elettorale e che ha portato alla vittoria del campo largo: la Sanità. Insieme a questo un altro tema, quello dell’ambiente, con un Piano regionale dei rifiuti completamente da rifare che è l’altro elemento che interessa questo territorio.

Territorio che, ancora una volta, non avrà una voce diretta nel Consiglio regionale. Ma questa volta non penso si debba, almeno per il centrosinistra, arrabbiarsi con qualcuno. Con una brutta legge elettorale, con i cattivoni di Perugia o di Terni. Mi sono guardato tutte le preferenze che i diversi candidati del territorio hanno raccolto e, guardando i “fantastici 9” che si sono affrontati in singolar tenzone nel centrosinistra, non posso far altro che dire: “stavolta stracciamoci le vesti”. Come Orvietani, non solo come centrosinistra. Se solo nel centrosinistra tutto il campo largo locale si fosse messo intorno ad un tavolo e magari per una volta si fosse confrontato scegliendo un unico candidato da mandare in Regione, sommate le preferenze di ognuno saremmo arrivati a 4116.

Quel candidato ipotetico sarebbe stato eletto come sesto nelle liste del Pd, come primo nelle liste di Umbria domani Presidente Proietti, come primo in Avs e come primo (perché sarebbe scattato un seggio), nella lista Sanità. E non è che con questa scelta si sarebbe penalizzata l’elezione di Stefania Proietti se avessimo comunque scelto di correre tutti insieme con un unico candidato. Insomma, sarebbe servito quello che una volta si chiamava “patto di desistenza”. Era davvero difficile dire alla coalizione in ambito regionale “Noi ne vogliamo candidare uno solo, indipendente, in una delle liste che sostengono la Presidente”. Poi a me, francamente, non interessa se nel Pd, in Avs, o in una delle liste civiche. Anche perché sbaglio o il programma di governo è comune?

So già quello che diranno i partiti e le liste. Ma come facciamo, se ne candidiamo uno in una lista e diciamo a tutti i nostri elettori di votare per quella persona in quella lista, il nostro partito prenderebbe pochissimi voti. Faccio un esempio, un esempio realistico. Il campo largo locale si mette d’accordo e si sceglie il candidato come se fosse il candidato sindaco. Tra i nove che erano in lizza mettiamo che si fosse scelto (lo dico visto che ha preso più voti di tutti) Cristina Croce come unica candidata. E, proprio perché è del Pd e non tutti sarebbero stati felici nel campo largo di votare Pd, mettiamo che avessimo deciso di candidarla nella lista della Presidente. Solo lei, perché frutto di un’intesa. A quel punto le forze del campo largo del territorio avrebbero dovuto “abdicare” da un voto di partito a favore di un voto per il territorio. Sapendo che i loro voti, in ogni caso, sarebbero comunque stati lì, a sostegno della Proietti, sarebbero stati visibili, si sarebbero potuti contare. Insomma, non avrebbe perso nessuno ma il territorio avrebbe avuto una rappresentanza in regione.

Lo so, forse è utopia visto che questa possibilità la racconto ormai da una quindicina d’anni, utopia, perché è dirompente, perché forse anche un po’ folle Ma provate a pensarci un attimo. Perché il voto per la Regione è importante per questo territorio? Perché vogliamo maggiore ascolto, perché dobbiamo risolvere un po’ di problemi, perché vogliamo collegamenti migliori, perché vogliamo avere il distretto sanitario, perché vogliamo avere un ospedale che funzioni, perché vorremmo avere un Piano regionale dei rifiuti che non ci penalizzi, perché vorremmo avere maggior voce in capitolo su temi quali l’agricoltura, il prodotto tipico, il turismo. E questa attenzione la possiamo avere di più se il “nostro” partito prende più voti e non elegge nessuno in Regione o se tutti insieme eleggiamo qualcuno che ci rappresenti in Regione? Io propendo per la seconda risposta.

Pongo la questione oggi, subito dopo il voto. Per quel che mi riguarda il campo largo ha vinto, la Regione sarà guidata da Stefania Proietti e sarei ipocrita nel dire che non fossi contento di questo risultato. Ma la domanda che pongo ad ognuno di noi, a tutti gli elettori del centrosinistra. Siamo sicuri di aver vinto anche noi? Siamo sicuri di aver fatto vincere il territorio dell’Orvietano? Siamo sicuri che quell’area interna che in molti abbiamo pensato potesse essere l’ambito politico per dare rappresentanza a questa parte di Umbria nella massima assise regionale abbia vinto davvero? Non resta dunque che confidare nella volontà di rappresentare i territori della nuova Presidente.