politica

"In ritardo, ma nella giusta direzione l'ordinanza per la tutela della sicurezza dei lavoratori"

sabato 27 luglio 2024

Anche la Regione Umbria ha emanato l’ordinanza con misure di prevenzione per l’attività lavorativa nel settore agricolo e florovivaistico e nei cantieri edili all’aperto in condizioni di esposizione prolungata al sole. Cgil, Cisl e Uil Umbria avevano da tempo sollecitato la Regione a licenziare il provvedimento in considerazione della forte preoccupazione relativa all’aumento delle temperature. "Aumento che - dicono - potrebbe mettere a rischio la salute dei lavoratori impegnati in attività lavorative all’aperto e quindi esposti al sole nelle ore più torride".

Martedì 23 luglio i rappresentanti dei sindacati si sono recati presso l'Assessorato Regionale alla Sanità per affrontare la questione che ha trovato risposta in queste ore. Le organizzazioni sindacali confederali avevano chiesto di adottare un provvedimento urgente tramite un’ordinanza che vietasse il lavoro durante le ore più calde per tutte quelle attività lavorative svolte all’esterno e che si basino su un particolare sforzo fisico. Quindi prima di tutto il settore edile e quello dell’agricoltura, ed il florovivaistico.

"Avremmo preferito essere ascoltati prima – affermano in una nota congiunta – tenendo conto anche di altri aspetti contenuti nella nostra piattaforma come: maggiori controlli, la garanzia della sospensione con 33 gradi percepiti, compresi i luoghi di lavoro al chiuso, ed una più ampia campagna d’informazione delle misure stabilite. Questi aspetti per essereaffrontati necessitavano di maggiore tempo e di capacità programmatoria".

Nell'ordinanza si fa espresso divieto di lavorare in condizioni di esposizione prolungata al sole e con attività fisica intensa, nei giorni in cui la mappa del rischio è più alta, così come indicato sul sito www.worklimate.it, dalle 12.30 alle 16, fino a sabato 31 agosto 2024. "Un atto – riconoscono Cgil, Cisl e Uil – che va a rafforzare l’attenzione sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Questo perché la legislazione vigente già vieta l’attività lavorativa con temperature superiori a 35 gradi.

L’ordinanza segue le indicazioni per la prevenzione e protezione dai rischi correlati con le condizioni climatiche di caldo estremo negli ambienti di lavoro. Di fronte al rischio che l'emergenza caldo diventi normalità, Cgil, Cisl e Uil Umbria continueranno a richiedere da una parte "la discussione sulla nostra piattaforma, che rimane per gran parte inevasa, dall’altra l’attivazione immediata di un tavolo di monitoraggio che affronti tale problematica". Da qui un tassello in più nella proposta.

"Riteniamo che sia importante affrontare l’emergenza caldo e la sicurezza nei luoghi di lavoro - rilanciando la nostra piattaforma nei luoghi di lavoro per contrattare condizioni di salute e sicurezza - come siamo riusciti a fare attuando la procedura attivata nel periodo Covid - affermano i sindacati regionali confederali - costituendo comitati aziendali che coinvolgano i rappresentanti sindacali e quelli alla sicurezza e per promuovere azioni condivise in termini di salute, nuovi modelli organizzativi, orari e stabilità del lavoro. Persone, salute, sicurezza, ambiente e qualità del lavoro rimangono le priorità del sindacato".