politica

"Ecco perché non c'è nulla di reale sulla Scuola di Polizia alla Piave"

lunedì 15 aprile 2024
di Giorgio Santelli

Chiedo scusa se abuso della pazienza dei colleghi, ma questa volta mi sento di dover chiedere la cortesia di pubblicare questo mio sfogo. E’ molto lungo, lo so. Ma a volte è opportuno che le promesse impossibili di Roberta Tardani vengano in qualche modo corrette per evitare di ammaliare gli elettori con ipotesi impossibili e false promesse unite a informazioni nascoste o “viziate”.

Non vorrei, infatti, che la proposta arrivata in queste ore sulla possibilità che ad Orvieto venga una delle scuole di polizia fosse l’ulteriore frutto di quei meccanismi di distrazione di massa che sono per Roberta Tardani ormai normali di fronte all’avvicinarsi della scadenza elettorale. Lo dico perché non riesco a capire come tutte le mirabolanti ricette per il futuro della città arrivino sul finire del suo mandato. Per questo penso che si debba avere almeno il buon gusto di non prendere in giro gli elettori.

In Umbria la Scuola di Polizia è a Spoleto

Una Scuola di Polizia in Umbria già c’è. All’avanguardia, su 50mila metri quadrati che in oltre 40 anni ha formato 25.000 fra agenti, sovrintendenti e personale della polizia di Stato. E’ dotata di tutto e continua ad effettuare questi corsi. Sta a Spoleto, in Umbria.

Nel 2013 qualcuno immaginò un suo spostamento ma a dicembre del 2023 a Spoleto venne convocato un Consiglio comunale, in forma solenne alla presenza di autorità nazionali e regionali, civili e militari, per la Cerimonia di conferimento della Cittadinanza onoraria all’Istituto per Sovrintendenti della Polizia di Stato “Rolando Lanari” di Spoleto. Quella scuola aprì nel 1998. Ma pensate, questa è la ricostruzione degli anni che servirono per arrivare all’inaugurazione e si cominciò dagli anni ’80.

L’excursus storico legato alla nascita della scuola di polizia venne fatto del vicepresidente del Consiglio comunale Sergio Grifoni e del consigliere Giancarlo Cintioli, che nel corso dei rispettivi interventi in quel consiglio comunale hanno voluto ricordare la nascita dell’Istituto, ripercorrendo i passaggi politici ed istituzionali avvenuti a cavallo tra la fine degli anni ‘80 e gli anni ‘90 e che hanno avuto come protagonisti gli ex Presidenti della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e Giorgio Napolitano (Ministri dell’Interno, rispettivamente, dal 4 agosto 1983 al 29 luglio 1987 e dal 1996 al 1998), il Ministro Antonio Gava (all’Interno dal 13 aprile 1988 al 16 ottobre 1990), l’ex sindaco di Spoleto Pietro Conti e Mons. Ottorino Pietro Alberti (Arcivescovo di Spoleto dal 1973 e, successivamente, Arcivescovo di Spoleto-Norcia tra il 1986 e il 1987).

Insomma, la scuola nacque dopo un lavoro istituzionale durato una quindicina di anni che mise insieme istituzioni locali, provinciali, regionali, nazionali, ministri e vescovi. E noi la presentiamo come una cosa che può essere certa? Degna di nota? Ma sulla base di quale ipotesi di lavoro e di quali operazioni di lobby?

Queste.

Chi viene ad Orvieto il 17 aprile a visitare la Piave

Il 17 di aprile verrà una delegazione ad Orvieto. Istituzionale? No. Un ministro dell’Interno? No. Un Vescovo? No. Viene un sindacato di polizia, il Coisp. E la sindaca afferma che si tratta del sindacato di polizia più rappresentativo in Italia, quasi per dire: “se dietro c’è il più grande sindacato di polizia, beh…

E’ vero? Non sembra davvero così.

E non perché lo dico io ma perché lo dice il Viminale, Dipartimento della sicurezza. Sono dati ufficiali che il Ministero definisce per assegnare la ripartizione dei permessi sindacali fino alla fine del 2024. Dati contenuti in una circolare del Ministero che vi allego.

Questa è la rappresentatività dei sindacati della polizia di stato al 31 dicembre 2022

Siulp 26.048, sul podio anche il SAP a quota 17.391 adesioni e il SIAP a 13.028. Seguono Federazione COISP MOSAP a 12.515 poi Federazione FSP-ES-LS–CONSAP- M.P. a 12.195, ed infine SILP CGIL a 8.199.

Insomma, il Coisp non è il più rappresentativo ma il quarto sindacato di polizia e rappresenta solo il 13,7% del personale della polizia di Stato.

Qualcuno dice: il dato “risale al 31 dicembre del 2022”. Vero, ma è l’unico dato ufficiale. Però posso aggiungere che il Coisp sulla propria pagina istituzionale afferma che “nasce nel 1992 ed in breve tempo ha acquisito consenso e forza rappresentativa tali da essere, già dal 1994, (addirittura già due anni dopo ndr) Sindacato maggiormente rappresentativo a livello nazionale”.

Cioè, alla faccia dei dati del Viminale, dicono, nei fatti, di avere più di 46mila iscritti. Tendenzialmente io darei ragione ai dati ufficiali del Ministero dell’Interno.

Il comunicato stampa che dà la Scuola quasi per fatta, arma di distrazione di massa per colpire l'elettorato.

Ma veniamo alla boutade sulla scuola di polizia, perché questo è.

Nell’altisonante comunicato stampa che annuncia la visita si leggono argomentazioni fumose e, in rosso se permettete, io ci metto la spiega:

“Nell’ambito della ricerca di una possibile sede idonea da destinare ad una nuova Scuola di Polizia,

(la ricerca la effettua il Coisp che non mi risulta stia facendo altre ricerche in Italia o forse si ma allora significherebbe che Orvieto non è l’unica possibilità)

da sottoporre al Ministro dell’Interno, in un’ottica di condivisione e collaborazione”.

(Noi la vediamo, poi fissiamo un incontro con il Ministero - quando non si sa perché non c’è un tavolo aperto per discutere della cosa – andiamo dal funzionario che ci viene assegnato, parliamo con lui dicendo che abbiamo visto la Caserma Piave di Orvieto e che potrebbe essere la possibile sede di una Scuola di Polizia perché è grande, spaziosa e bella anche se servono almeno 50 milioni di Euro per sistemarla)

“L’iniziativa del sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, che ha avuto origine dal segretario nazionale del Coisp, Stefano Spagnoli,

(Il sindacato non è il più rappresentativo ma è il quarto però non lo diciamo. Però è il sindacato a cui aderisce chi è fra i candidati per le prossime elezioni ed ha preso in mano le redini di Fratelli d’Italia dopo lo strappo di Garbini e Ceci con Roberta Tardani)

è stata condivisa dalla Segreteria Nazionale, rappresentata dal segretario generale Pianese, si allaccia ad un progetto più ampio per la riqualificazione del complesso.

(Quindi non ci sarà solo la scuola di Polizia ma forse anche quei teatri di posa cinematografici di cui in passato la sindaca Tardani aveva parlato. Vuoi vedere che allora stiamo parlando delle riprese di “Scuola di Polizia 7”…).

"Se la scelta, come si auspica, vista la strutturazione e l’ampiezza del sito, dovesse ricadere sull'ex Caserma Piave, già Centro Addestramento Reclute - affermano dalla Segreteria - la nuova Scuola potrebbe accogliere circa mille allievi agenti, oltre al personale della Polizia di Stato e al personale da impiegare, a vario titolo, nelle attività della Scuola”.

(che significa: se riusciamo a fissare un incontro con il Ministero, se sarà possibile fare un’altra scuola di polizia in Umbria visto che ce ne è già una all’avanguardia a Spoleto, se poi convinceremo il Ministero a venire dopo di noi ad Orvieto in delegazione per vedere la struttura, se il Ministero la giudicherà idonea, se poi individuerà le risorse necessarie – almeno 50 milioni di euro – per ristrutturare la Caserma, se la futura legge di bilancio stanzierà i fondi, se, se, se se,...)

Insomma, questa è la realtà delle cose. Se poi, ancora una volta, gli elettori si vogliono fare buggerare dai fuochi d’artificio di fine mandato, beh. Io non so che dire.

No, anzi, una cosa la dico.

Gli unici veri progetti per la Piave non sono del sindaco Tardani, ma lei non li ha mai voluti vedere.

Sulla Caserma Piave come associazione Orvieto Città Aperta, della quale ho l’onore di far parte insieme a tanti amici, abbiamo presentato un progetto che vi allego nuovamente e che sarebbe bello pubblicare in qualche modo sui portali locali.

E’ un progetto che, tra l’altro, potrebbe anche essere integrato con l’affascinante idea progettuale del MOST,  approvata dal Consiglio comunale, ideata e proposta da Franco Raimondo Barbabella. Un progetto a quel punto complessivo davvero utile non solo per la rifunzionalizzazione dell’ex caserma Piave ma per la città e per l’intera area orvietana.

Quel progetto sulla Caserma Piave che abbiamo proposto per prima priprio a Roberta Tardani, ha gambe progettuali, (uno studio di ingegneria internazionale ha elaborato il progetto preliminare) ha gambe economiche (c’è un fondo disponibile a investire 80 milioni di euro), ha contenuti di gestione per la disponibilità di primarie università italiane ed estere a farne il college di riferimento in Italia.

E’ un progetto integrato perché oltre al college, le residenze per gli studenti, la mensa, le aule propone spazi per la promozione del prodotto tipico Orvietano, ha un auditorium, prevede un albergo capace di dare una risposta alla ricettività per rispondere alle esigenze del turismo congressuale legato al Palazzo dei Congressi, può contenere il Most.

Eppure quel progetto la sindaca Tardani non lo vuole, non lo ha mai preso in considerazione, ha surclassato gli incontri. Lo ha bocciato perché immaginato e perseguito da chi non la pensava come lei.

Non solo. Alla recente iniziativa “L’economia della conoscenza per il futuro di Orvieto. Quali strategie per il polo universitario e l’alta formazione” organizzata il 9 settembre scorso per iniziativa della casa editrice Intermedia Edizioni e di Cogesta Servizi Orvieto in collaborazione con il Club Amici della Stampa e del neo costituito comitato “Universitas studiorium” se ne è andata stizzita proprio perché quel progetto è stato nuovamente presentato in quella sede, ricevendo tra le altre cose consensi da parte di tutti coloro che a quel convegno hanno partecipato.

Noi di Orvieto Città Aperta ringraziamo Roberta Palazzetti e Stefano Biagioli, i due candidati presenti a quell’iniziativa, che quel progetto invece non solo lo hanno apprezzato ma lo hanno considerato degno di approfondimento per la prossima amministrazione che, io personalmente, auspico vedrà lei, Roberta Tardani sedere tra i banchi dell’opposizione.

Inoltre personalmente la sfido. Da cittadino, da giornalista che deve raccontare la verità delle cose, da persona che tiene all’orvietano, da elettore di questo territorio. Se veramente ha altre idee “reali e sostanziali” e non semplici boutade sul futuro della Caserma ce le dica. Ma la prego, eviti di gettare continuamente fumo negli occhi agli Orvietani che, davvero, non se lo meritano.