Serve ancora l'8 Marzo?

134, tanti sono gli anni che ci vorranno per colmare il gender gap globale. Una meta molto lontana da raggiungere perché ci sia una piena parità di genere, circa cinque generazioni in più rispetto all'obiettivo di sviluppo sostenibile fissato al 2030. L’Italia si posiziona all’87esimo posto nella classifica del divario di genere, mentre l’Islanda da circa quindici anni è al primo posto quale unica Nazione con un divario solo del 6,5%. Mentre il nostro è del 70,3%. I numeri, tuttavia, non danno la dimensione di come la nostra società si aspetti molto dalle donne, senza essere con loro ospitale.
A parità di ruolo guadagnano meno degli uomini, hanno poco posti dirigenziali e la progressione di carriera è fin troppo spesso ostacolata. Le donne si occupano della famiglia e della cura senza essere retribuite, sono vittime di violenza e nel nostro Paese c’è l’aggravante che ogni due giorni c’è un femminicidio.
L’elenco delle diseguaglianze che colpiscono le donne sembra essere interminabile e la causa è esclusivamente culturale. Stereotipi e pregiudizi perpetrati nei secoli da una società costruita a misura di uomo che concepisce la donna in posizione subalterna e "custode del focolare". Complice il retaggio di una mentalità patriarcale, che ha visto nel corso della storia le donne "solo" mogli e madri senza percepire la cura e la dedizione nei riguardi della famiglia, come un vero e proprio lavoro, un impegno anche educativo, soprattutto nei riguardi dei figli.
Un’ideologia che ancora serpeggia e che vede nella procreazione il principale dovere della donna. Un fenomeno strutturale con un modo di pensare, che seppure del tutto anacronistico, ha ancora effetti sulle scelte di molte ragazze e lavoratrici che subiscono determinate forme culturali.
Anche se nel tempo la condizione delle donne in Italia è radicalmente cambiata rispetto al passato, merito per lo più di una maggiore partecipazione alla società e alla vita politica, gli ostacoli che incontrano le donne sono ancora forti ed evidenti. La lotta al femminile per arrivare a raggiungere qualche risultato è stata lunga, difficile e caratterizzata da secoli di ingiustizie, paletti e sacrifici. E ancora c’è una lunga strada da percorrere perché le donne, nonostante i tempi, continuano ad essere discriminate.
Senza dubbio l’8 marzo rappresenta una data simbolica, purtroppo però ancora utile per ricordare ogni giorno le impari opportunità che le donne vivono quotidianamente in ogni ambito della vita. Per contrastare efficacemente le discriminazioni di genere non bastano le leggi, serve un profondo cambiamento culturale. E per promuoverlo, accanto all'impegno individuale, sono fondamentali le iniziative collettive che coinvolgano istituzioni, parti sociali e società civile. Il cambiamento è possibile solo se c'è l'impegno di tutti e tutte. Ma soprattutto degli uomini.

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