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Il fastidio della memoria

sabato 8 marzo 2025
di Silvio Manglaviti

Non è certo distruggendo le cose che se ne cancelli l’esistenza e l’essenza. Vale per qualsiasi entità e realtà: immateriale quanto materica. Anzi, per paradossale che sia, la distruzione di qualcosa facilmente può invece accrescerne significato e valore simbolico. L’ultimo atto vandalico è stato perpetrato contro la targa dedicata al Maresciallo Stefano Melone e ricorda l’analogo gesto violento di qualche anno fa contro la targa dedicata a Padre Chiti a Piazza Cahen.

Non c’è da stupirsi più di tanto. Si cerca di distruggere quel che fa paura, che intimorisce, che infastidisce gli animi semplici, sempliciotti, che non sanno o sanno poco; ignoranti. Iconoclastia è questa malattia del voler cancellare vestigia ricordi celebrativi memorie comuni passati condivisi. Ma forse è troppo. Forse gli iconoclasti sono persino a modo loro acculturati, portatori insani di pseudonovità culturali sociali politiche. Qui si tratta invece di stupidità. E di vigliaccheria del far danni di nascosto e anonimi.

Ma questi stupidi non sanno che atti vandalici come questo non fanno che aumentare la forza del messaggio portato nel e dal simbolo attaccato e distrutto. Non è bruciando libri che distruggi la Cultura. Non è la statua divelta che cancella la Storia. Non svaniscono la Memoria, il Ricordo, lapidi e targhe spaccate sbriciolate.

Neanche se non ci fosse qualcuno a ripristinarle – come per fortuna invece c’è ancora chi provvederà a ripristinare quanto rotto (e a pagarne lo scotto sarà pure il vandalo stesso, se paga le tasse) –; ché nei Cuori e nelle Intelligenze di tutti Noi, che sappiamo del Valore, del Sacrificio, di chi o cosa sia stato riconosciuto Simbolo, Esempio e Testimonianza storica di una comunità, nessuno mai potrà distruggerne e cancellarne il segno indelebile. A prescindere dai colori delle bandiere e dagli schieramenti di parte.


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