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Non c'è da essere contenti

lunedì 30 dicembre 2024

Nel vedere la propria città depredata, come solo i barbari sanno fare, trasformata, resa bersaglio di un formicolio turistico incosciente; essere diventata colonia di un irrispettoso travolgente fare che in nome del denaro si permette ormai di tutto a cominciare dalla mancanza di rispetto per una storia che pure esiste ed è importante. Una città che non è capace di valorizzare e di mantenere la propria unicità e cultura, è una città morente; e così sta succedendo a Orvieto, ormai da qualche tempo.

Basti vedere i muri e le pareti della Biblioteca Pubblica "Luigi Fumi" tappezzata da grandi pannelli di foto di personaggi del jazz, soprattutto italiano, che con un luogo di studio, di conoscenza di silenzio come una biblioteca non ha proprio niente a che fare. E la stessa incongruenza dimostra che il rispetto per le proprie risorse e patrimonio culturale non si sa più dare nessun valore... la prova è che facciamo proiettare pupazzetti e dinamiche figurine colorate sulle facciate di palazzi storici facendogli perdere il loro valore reale e questo è solo offesa della propria storia e identità e questo è offendere la propria storia e identità; è non riconoscerla, è inconsapevolezza del proprio essere. 

E non si riesce a difenderci da tale progredire di forze culturalmente distruttive. Sebbene alcuni sforzi per arrestare tale avanzata l’ISAO (Istituto storico artistico orvietano) ce la metta tutta per ostacolarle. Tale travolgimento colonialistico in atto è arrivato a impossessarsi di tutto compreso il mercato pubblico cittadino, centro fondamentale e sacro per la vita degli orvietani, che è trasferito in alcune occasioni, dalla sua piazza propria in altra parte della citta per lasciare spazio ad attività il cui scopo è soltanto “spettacolo”. 

Gli abitanti di questo luogo non sono contenti di come stanno andando le cose, che invece sembrano essere favorite da un’amministrazione consenziente. Nella zona dove vivo, ben tre attività hanno cessato di esistere in breve tempo: una libreria, un merciaio, un fruttivendolo e con la loro scomparsa lo scambio culturale concreto, proprio della zona si sta indebolendo per dare spazio a transitori gruppi di esseri con bandierina che ondeggiano parlando ad alta voce.

Uno degli abitanti del centro città