Riflessioni e convinzioni in una democrazia malata
Laici, cattolici, socialisti riformisti: una straordinaria fusione di passione civile e politica applicata al benessere generale e alla coesione di una Italia frammentata; il tutto ispirato da sentimenti unitari solidali e di giustizia che ha come riferimento lo Stato. Attenzione ai nuovi miti tecnocratici di una destra che si sta costituendo come soggetto pubblico subentrando nella politica tradizionale promettendo una rivoluzione.
La loro proposta-suggestione ha cambiato, tenta, l’informazione, l’economia, la cultura, le relazioni personali invadendo il recinto protetto della politica; saltando di pari passo l’esperienza storica e la competenza, sostituendo la popolarità con la fama camuffando il sovranismo e nazionalismo con una mania di eversione. Il capitalismo e la globalizzazione all’inizio parlava sempre con il governare riconoscendo il primato della politica, ora il loro agire si fa politica, loro stessi si fanno politica verso una nuova ideologia.
Vogliono rompere il carattere liberal-democratico quindi l’ossessione per il controllo, il bilanciamento dei poteri per liberare la potestà del leader per dargli non solo il governo ma il potere. Il ridimensionamento dell’istituto democratico come modernizzazione del sistema verso l’autoritarismo. Lo scopo è di semplificare il carattere della democrazia come lento e faticoso che rispetto al passato non è consono al fare. Quindi divaricazione da tutto quello che c’era prima volgendo lo sguardo allo spirito reazionario del tempo nuovo spingendo la democrazia alla tecnocrazia di destra.
L’appello va ai moderati e forti che sappiano ricreare le condizioni per una nuova linea liberaldemocratica e riformista al centro del sistema politico concordemente a quel mondo cattolico riformista sinora in disparte. Altresì ai giornalisti di ribellarsi al sistema , che tenta di censurarli, scegliendo da quel che conviene da quello a cui si crede.
Lo spirito dei tempi è pervaso da rassegnazione, la sfiducia nel futuro è un sentimento molto diffuso. Forse è depressione, forse il più comodo degli alibi per lasciare tutto come si presenta. Vediamo e facciamo le cose che si possono fare per entrare nell’anno che verrà.