Malessere animale
Questa è una denuncia aperta nei confronti di tutti coloro che maltrattano gli animali, in particolare i cani. Che li tengono chiusi praticamente a vita in fetide stie per i polli, disseminate nelle campagne, tolte le sporadiche giornate di caccia, con il folle convincimento che questo trattamento preservi l'istinto predatorio (una credenza alimentata da bieca ignoranza). Che li sfruttano senza dare loro nulla in cambio se non un po' di acqua e di cibo, perchè sopravvivano. Che non hanno carezze per loro, ma solo duri comandi e rimproveri. Che non li conoscono e non li amano, ma li possiedono unicamente per asservirli, spogliandoli sistematicamente della loro dignità, libertà e naturale gioia di vivere.
Ed è una denuncia nei confronti di tutti coloro che dovrebbero vigilare e intervenire di autorità, senza accampare la scusa che necessitano di denunce da parte dei privati. Le Asl veterinarie, la Polizia Municipale, i sindaci e, dove ci sono, le guardie zoofile (una figura che peraltro forse verrà meno per decisioni governative), le associazioni e gli enti accreditati. Tutti coloro che dovrebbero, cioè, monitorare una situazione tristemente nota di abuso e degrado generali, quando non di aperta illegalità. Coloro chiamati per mestiere, a vario titolo, a dare un senso a normative che restano troppo spesso lettera morta, normative di per sé già tanto poco generose con gli animali e che andrebbero per più ragioni riviste, se avessimo un briciolo di coscienza.
Questa è una denuncia, insomma, contro tutti coloro che vedono e che sanno dei maltrattamenti - parliamo di costumi atavici e diffusi nelle nostre zone - e, pur ricoprendo ruoli apicali o essendo comunque investiti di un compito di controllo e prevenzione, si girano dall'altra parte e intervengono (quando intervengono!) solo se qualcuno trova il coraggio di fare un esposto e lo fa a proprio rischio e pericolo, perché chi abusa degli animali non perdona. Questa pertanto è una denuncia contro tutti coloro che fanno del male agli animali in vario modo e scientemente, forti di usanze barbare, e contro chi potendo non le combatte, non con la lungimiranza e la determinazione che il ruolo richiede. Ed è una denuncia contro una società ambigua e incivile, che nel tollerare tutto questo si connota per quello che è.
L'Italia vanta tristi primati, poiché è un Paese ad illegalità diffusa, un paese dove generalmente si omettono i controlli e gli illeciti possono avvenire indisturbati. Un paese dove affiliazioni, connivenze, viltà e incuria producono un sistema che consente al prepotente troppo spesso di avere la meglio. Fate una passeggiata in campagna e vedrete che cosa ha prodotto il combinato di una mentalità trogloditica, tollerata in funzione di una pratica, la caccia, che negli ultimi decenni ha perso qualunque dignità (altrimenti saprebbe essa stessa come correggere ed estirpare il reiterato abuso sui cani). Ne siamo tutti responsabili. Ma esistono gradi diversi di coinvolgimento ed è aberrante che chi dovrebbe proteggere gli animali difendendoli da soprusi e maltrattamenti non se ne occupi in modo serio, setacciando il territorio per prevenire e punire.
Se gli organici e i mezzi difettano per fare questo al meglio, che costoro lottino per restituire un senso alla propria funzione, che invece scambiano per mero disbrigo di pratiche burocratiche. La resa in chi deve proteggere non è ammessa. Infine, una società sana deve poter attivare modalità di lotta, aggregazione e riscatto ad ogni livello. È pieno di volontari che si unirebbero alle istituzioni allo scopo di liberare gli animali dal giogo che li opprime e che invece si scontrano a tutti i livelli con l'ipocrita indifferenza di coloro che dovrebbero assicurare piena collaborazione. Siamo diventati un paese che fa molta retorica, ma pochi progressi. L'unica giornata che dovremmo celebrare, se fossimo onesti, è quella contro la nostra ignoranza, la nostra ignavia, il nostro intollerabile e stupido egoismo. La nostra viltà.