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Politica e prostituzione. Tanti anni fa...

venerdì 20 settembre 2024
di Fausto Ermini

Difficile vedere un’antitesi tra politica e mestiere più antico del mondo. Possono rappresentare in qualche modo due facce di una stessa medaglia. Se nessuno fa il "finto scandalizzato" è corretto usare termini reali. Quanto accaduto in questi caldi giorni di agosto diventa pertanto un evento ciclico esplorando archivi o tornando semplicemente indietro con la memoria. 

Se diventi Ministro o comunque hai un incarico pubblico di rilievo, una minima immagine positiva diventa doverosa. E' arcinoto anche ai sassi che sarai assediato da gente interessata che vuole in qualche modo corromperti o metterti nei guai per appalti, posti di lavoro, clientelismi vari. In questo contesto è altrettanto arcinoto che si muoveranno stuoli di prostitute. Si possono usare altri termini molto più eleganti quanto falsi, ma questo è il significato reale. Un Presidente del Consiglio che avrebbe potuto comprare mezzo mondo anni fa ci ha passato guai soprattutto mediatici del tutto sproporzionati alla materiale utilità. Se oggi qualcuno ti ha fatto Ministro, immaginare a priori file di corruttori e prostitute diventa noto anche al gatto di casa. Se pertanto non sei capace di gestire neanche le prostitute, meglio dare le dimissioni e fare altri lavori evitando guai al Governo. 

La curiosità tutta casereccia è che un evento molto simile sotto il profilo hard avvenne anche nelle nostre zone ai primi anni ‘80. Il “Personaggio” non era formalmente Ministro; ma forse aveva un potere pari o addirittura superiore. Anche in questo caso, pur avanti con gli anni, aveva perso la testa per una bella e giovane signora. Tanto è vero che quel tragico giorno (poi vedremo il perchè) uscendo da Roma si era fermato in un paese dove nessuno lo conosceva; le aveva comprato un gioiello spendendo all’epoca quasi un milione di vecchie lire.

Solo che in zona la signora riceveva il “Personaggio” in un alberghetto discreto a due stelle in una ridente frazione; l’albergatore altrettanto discreto faceva utilizzare un parcheggio esterno posteriore invisibile dalla strada. L’accesso alle scale e poi alla camera era possibile da un accesso secondario nascosto senza passare dall’ingresso principale e dalla reception; in una nicchietta della facciata, coperta da un vaso, trovavi la chiave.

Questo ingegnoso “modus operandi” erà però generalizzato. La signora era conosciutissima in zona e professionalmente stimata per le sue alte prestazioni. Se ne accorsero, ma forse già lo sapevano, le autorità inquirenti nel momento in cui divenne inevitabile indagare per omicidio.

Il “Personaggio” scompare infatti quel pomeriggio, nessuno sa dove si trovi. Non esistevano all’epoca cellulari, videocamere, gps. 

Dopo due giorni di ricerche, viene ritrovato morto dentro l’auto in un prato collinare già ispezionato da volontari e Polizia. L’evento andò naturalmente in cronaca nazionale. La volontà di chiudere prima possibile un tristissimo fatto privato si scontrò con la notorietà casereccia dei fatti, generando pertanto inevitabilmente:

  • Una versione “ufficiale”: l’auto era stata ritrovata con dentro il cadavere. Un decesso per infarto senza ulteriori potenziali coinvolgimenti di altri soggetti metteva fine prima possibile ad illazioni e pettegolezzi. Più comodo sostenere che volontari e Poliziotti si fossero sbagliati quando avevano ispezionato quel prato senza vedere auto. “Ma quale scandalo, poveraccio”, titolava pure un quotato e altrettanto compiacente giornale in cronaca nazionale.

  • Una versione “ufficiosa” raccontava però ciò che a mezza bocca in zona un pò tutti sapevano. Il “Personaggio” era stato colto da infarto fulminante, poveraccio, mentre faceva sesso con la signora in una camera d’albergo. La morte pressochè immediata nel momento più bello aveva reso inutile chiamare un medico. Mai registrato tra gli ospiti, l’illustre scomparso che tutti cercavano nei telegiornali era probabilmente stato nascosto nell’auto per due giorni dentro un garage privato. La signora o l’albergatore avevano portato poi l’auto col cadavere in quel prato collinare.

A distanza di tanti anni l’alberghetto nella palazzina primi ‘900 a tre piani c’è ancora; magari ha cambiato arredi e soprattutto il nome. Ma soprattutto per rispetto e per un sempre più diffuso “diritto all’oblio” che imperversa in tante tesi di Laurea in Giurisprudenza, diventa ogni anno più difficile reperire queste informazioni di cronaca. Perfino internet appare pieno di ostacoli, ci sta.

Emerge peraltro qualche successivo risvolto comico/surreale nella tragedia.

Dopo qualche anno al “Personaggio” verrà intitolata una piazza che:

  • Per la versione “ufficiale” consacrerà le sue qualità pubbliche nonchè le sue capacità risolutive di aggregazione. Oltre la piazza verrà in seguito proposta perfino l’intitolazione di altri luoghi culturalmente di alta simbologia.

  • Per la versione “ufficiosa” resta probabilmente la prima piazza italiana intitolata ad un soggetto deceduto in un momento di sublime personale trasfigurazione. Tanti lo sanno e lo ricordano in zona; ancora oggi una piazza in qualche modo legata con una tragedia hard alimenta battute a doppio senso e folclore paesano.

Il paragone comico/pecoreccio rispetto agli eventi governativi recentissimi non può sottacere comunque le dichiarazioni pubbliche della ormai ex partner: il Ministro, meglio per lui, non sarà deceduto per infarto e poi abbandonato in un prato. Però le dimissioni e tutto l’enorme caos mediatico/politico hanno avuto origine da “rapporti solo sentimentali e non sessuali”.

Ancora una volta si potrebbero usare, volendo, termini molto più eleganti quanto falsi; ma politica e mestiere più antico del mondo rappresentano a volte due facce articolate di una stessa medaglia.