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Da cittadino orvietano avrei preferito la "nuova" strada...

martedì 25 giugno 2024
di Pasquale Di Paola

Il ballottaggio alla fine si è concluso. Come tutti gli orvietani sanno, con la riconferma del primo cittadino uscente.
Due considerazioni iniziali dovute. In democrazia occorre accettare e rispettare il responso delle urne, quindi la premessa rende necessario fare gli auguri di buona e prospera amministrazione al sindaco riconfermato per questo nuovo mandato.

Seconda considerazione. Stefano Biagioli partiva in questo ballottaggio con uno svantaggio di circa 1.800 voti. Che, in un Comune delle dimensioni di Orvieto, sono una montagna difficile da scalare. Quel "difficile" diventa "impossibile" quando poi le liste civiche escluse al primo turno, liste che come primo obiettivo professato ad elettori e simpatizzanti era un impegno totale e assoluto per il "cambiamento", anziché schieratsi in coerenza con quanto professato, si sono astenute dalla contesa politica, emarginandosi e ponendosi di lato.

Nonostante ciò il primo cittadino sfidante è uscito sconfitto al ballottaggio con 164 voti di scarto. Quindi oltre 1.700 cittadini, da aggiungere ai voti della prima tornata elettorale, lo hanno scelto e preferito. Questo dato indica la bontà della candidatura Biagioli. Persona seria e pragmatica, ha condotto una campagna elettorale sempre in punta di matita, con eleganza, mai attaccando gli avversari ma sempre e solo proponendo la sua linea e il suo pensiero politico. E moralmente esce non sconfitto da questa elezione, anzi.

Una seria riflessione è di dovere su chi poteva, e doveva, non farsi di lato. Quando si professa di avere massima convinzione che il vero e unico bene di Orvieto sia il "cambiamento", non può al momento cruciale mostrare disinteresse per la contesa. Non può in primis per rimanere coerente con l'impegno preso con i suoi sostenitori e elettori. E non può perché è da irresponsabili e non persecutori del bene di Orvieto, se si è sinceramente convinti che la strada seguita nell'ultimo quinquennio non sia quella giusta.

Orvieto in questa occasione era a un bivio cruciale. Due strade, due visioni completamente diverse. Da una parte la visione di "continuare" la strada intrapresa nell'ultimo quinquennio. Dall'altra parte una visione completamente nuova. Visione incentrata sulle persone. Con al centro del proprio agire non una corsa esasperante allo sviluppo turistico fine a se stesso, ma con una maggiore e più concreta attenzione alle necessità e benessere della persona, del cittadino. Alla fine della contesa la vittoria morale è da assegnare, senza se e senza ma, a questa seconda visione, al candidato che per una manciata di voti le elezioni non le ha vinte.

Una vittoria morale contro i saltimbanchi della politica, ieri di là, oggi di qua. Una vittoria morale contro quel comportamento incomprensibile ai più di chi al momento della verità si è emarginato nascondendosi dietro un falso, vuoto e inutile alibi di "dovere civico". Una vittoria morale che infonde nuova linfa. Biagioli, con la sua candidatura e con il risultato ottenuto, ha dimostrato che una nuova via da percorrere, per Orvieto è possibile. Che arrivati a quel bivio c'è speranza di ritrovarsi non in "continuità", ma in una nuova strada.