opinioni

Orvieto: ieri, oggi e domani

martedì 23 aprile 2024
di Fausto Prosperini, già assessore regionale

Ho partecipato con piacere al Teatro del Carmine di Orvieto all'incontro promosso da un'importante associazione culturale come occasione di confronto tra i quattro candidati alla carica di sindaco della nostra città. Interessanti i quattro argomenti su cui ogni candidato doveva esprimere il proprio punto di vista. Un giovane collega giornalista ha condotto in maniera impeccabile e soprattutto con imparzialità e professionalità, facendo onore al giornalismo in un tempo abbastanza difficile per quella indipendenza della stampa da tutti reclamata ma da pochi praticata.

I quattro candidati hanno cercato di tirare fuori tutto quello che portavano nel proprio zaino. Gli sfidanti del sindaco in carica hanno cercato di focalizzare l'attenzione del pubblico su dati, numeri e confronti con altre città sia italiane che estere. Hanno, entrambi, concordato sul fatto che dalla loro analisi la città di Orvieto ne esce abbastanza ammaccata, soprattutto senza una visione per il prossimo futuro a tutto discapito della nostra già gracile economia senza una minima speranza per le nuove generazioni.

Assenza, secondo il loro dire, di una politica abitativa all'altezza delle richieste, pur in presenza di una anomalia data dal fatto che nella nostra città si trova una casa non abitata, quindi sfitta, ogni tre abitazioni. Gli affitti sono proibitivi in modo particolare per le giovani coppie. Critica, anzi molto critica, la situazione sui servizi in genere, sia materiali che immateriali. In primis la sanità, sia ospedaliera che territoriale, che non era all'ordine del giorno dell'incontro ma che aggiungo io perché questa situazione sta colpendo mortalmente questo nostro territorio.

Altro tema dove gli sfidanti dell'attuale maggioranza si sono trovati in sintonia è la questione occupazionale. Lavoro in senso lato, ma soprattutto il lavoro giovanile che è quasi inesistente nella nostra città. Non esiste un lavoro qualificato che incontra l'aspettativa dei nostri giovani che, quindi, sono costretti a trasferirsi verso altre città o varcare i confini della nostra Italia. Ecco, quindi, una spiegazione al pernicioso calo demografico che rischia di portare il nostro Comune da seconda a terza città della nostra provincia con tutto quello che questo potrebbe comportare.

Altra questione dibattuta, anche con una certa enfasi, ha riguardato che tipo di politica mettere in campo per attirare investitori, sia italiani che esteri, per rafforzare il nostro gracile apparato economico. Si è portata l'attenzione sulle nuove tecnologie che siano capaci di rinnovare processi e prodotti presenti nel nostro territorio e di innestarci nuove attività che, nel rispetto della nostra storia ambientale e culturale, diano nuova occupazione sia giovanile che femminile.

Si è discusso anche di borghi, frazioni e suburbio ma forse con una visione un po' lontana dalla realtà esistente. Orvieto non va guardata dall'alto ma vissuta dal didentro. Orvieto ha completamente cambiato il suo assetto economico, sociale e culturale a partire dagli anni '60 del secolo scorso, con decenni di ritardo rispetto ad altre città che si erano misurate con processi innovativi iniziati appena la fine della Seconda Guerra Mondiale. Certamente l'apertura del casello autostradale del 1964 ed altre opere pubbliche come la diga di Corbara e la Direttissima hanno contribuito ad accorciare le distanze con altre città.

Distanze che si erano quasi annullate agli inizi del nuovo secolo in ragione di quel piccolo “Rinascimento” che vide Orvieto dotarsi di infrastrutture, servizi materiali ed immateriali e investimenti capaci di creare occupazione anche qualificata sopratutto giovanile. Non intendo qui ricordare che cosa rappresentò quel periodo, anche perché dobbiamo pensare a quello che abbiamo davanti e non a quello che abbiamo alle nostre spalle.

Concludendo, vorrei fare un breve commento su quanto esposto dal nostro sindaco. Nel suo intervento, sempre pronunciato con toni gradevoli, che ha riguardato per gran parte del suo dir quanto realizzato dall'Amministrazione Comunale da lei guidata, certamente ha difeso tutto il difendibile e l'indifendibile. Non spetta a me sindacare su quanto risponda al vero quanto detto ma credo che alcune domande, semplici domande, vadano fatte a chi per cinque anni ha diretto il nostro Comune. Cara sindaco, come può asserire che non spetta all'Amministrazione Comunale la ricerca e l'individuazione di opportunità per creare lavoro nel nostro comune?

Non ha mai sentito parlare di incubatori aziendali, dei quali possono far parte anche le istituzioni, capaci di progettare lo sviluppo di imprese attraverso risorse a sostegno dello sviluppo economico di un determinato territorio? Ha difeso i risultati dll'Amministrazione sul versante turismo. Bene, siamo tutti d'accordo che il turismo è una parte importante del Pil del nostro territorio ma è un errore parlare di risultati strabilianti, quando tutti i centri storici italiani hanno ottenuto risultati uguali o superiori alla nostra città tanto è vero che in alcune città vengono regolamentati gli accessi o, addirittura, com Venezia, introducono i ticket all'ingresso per poter alleggerire la calca che rischia di soffocare la città.

Semmai da noi si tratta di lavorare, unitamente a tutto il nostro comprensorio, per prolungare la permanenza dei nostri visitatori. Insomma quello che l'Amministrazione ha realizzato è sotto gli occhi di tutti, saranno gli elettori a giudicare però due ultime riflessioni mi sembrano doverose. Il nostro Comune è rappresentato da frazioni e dalla periferia sub-urbana oltre che dal centro storico. Non risulta che a Corbara, Fossatello, Colonnetta di Prodo, Prodo, Morrano, Osarella, Padella, Sugano, Torre San Severo, Benano, Tordimonte e via elencando vi siano state, nel corso di questi ultimi anni, particolari iniziative ricreative, culturali, spettacoli ed altro ancora, capaci di migliorare la qualità della vita, soprattutto per i più anziani. Niente di niente.

In queste frazioni, tra l'altro, c'è un'edilizia cimiteriale con la relativa manutenzione che giudicare manchevole è dir poco. Nei quartieri del suburbio se così lo possiamo definire, mi riferisco a Sferracavallo, Orvieto Scalo e Ciconia non si è fatto niente o quasi sul fronte culturale, e non solo culturale. No spettacoli, no concerti, no aggregazione per giovani, no servizi per anziani e potrei continuare. Solo grazie ai comitati festeggiamenti delle feste patronali si realizza qualche evento di una certa rilevanza.

Non è con l'asfalto ed i marciapiedi elettorali che si va incontro alle aspettative dei cittadini. In ogni caso va a tutti i candidati sindaci e a tutti i candidati consiglieri il nostro ringraziamento per la loro disponibilità a lavorare per migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini di questa, nonostante tutto, meravigliosa città.