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"Un nuovo Umanesimo, un nuovo Rinascimento prima della IA è possibile, forse necessario, anzi indispensabile"

venerdì 12 aprile 2024
di David Governatorini

Mi trovo a scrivere queste considerazioni, pensieri in libertà che si fissano su un foglio Word, mentre guardando il mio vissuto, comprendo come il mio mondo di trent'anni fa non esista più, eppure non ho cento anni, ne ho solo poco più della metà, eppure sembra passato un secolo, quello che era ora non è più, sia nel mondo del lavoro, nella politica nei rapporti interpersonali, nella società tutta.

In fondo non è passato un secolo ma abbiamo valicato un millennio e la parte iniziale degli anni 2000 ovvero il secondo millennio ha velocissimamente imboccato un percorso in discesa, o per lo meno i progressi tecnologici questo ci porterebbero a credere e vivere, ma cosi in fondo in fondo non è.

Quello che ci aspetta a breve sarà una nuova rivoluzione, come ci fu quella francese che diede il via ad un cambiamento irreversibile in Europa sul piano politico, e poi lentamente in tutto il mondo. Questa rivoluzione come quella dell’invenzione del motore a vapore tradotta in rivoluzione industriale che stravolse il modo di produrre di lavorare, come quella digitale della rete di Internet che ha anche essa stravolto il modo di comunicare di rapportarci di incontrarci non incontrandoci più di fatto.

Come sarà la rivoluzione che IA - Antelligenza Artificiale o AI - Artificial Intelligence a seconda delle lingua che la pronuncia modificherà le nostre vite? Domanda difficile e complicata alla quale trovare risposta è pressochè impossibile, però si può pensare di costruirla una risposta cercarla, crearla, plasmarla, come secondo me si dovrà plasmare l’uso della IA.

Di certo non si potrà fermarla ne accantonarla come i maniscalchi del 1700 avrebbero voluto per l’invenzione di Watt che di fatto gli toglieva il lavoro, non servivano più i cavalli da ferrare, sostituiti nella locomozione da treni a vapore e guarda caso ironia della sorte la potenza si esprime in Watt o HP Horse power Cavalli Vapore, è rimasto nel linguaggio a dimostrare che l’evoluzione è trasformazione e non è possibile da fermare, sta a noi  solo all’uomo di governarla.

Per la IA le cose non sono poi così diverse, sicuramente toglierà attività che oggi svolge l’uomo, lasciando a casa lavori di basso pregio e medio pregio che non saranno più economicamente convenienti, quindi creerà disoccupazione, ma leggevo  anche che alcuni medici sono riusciti tramite l'enorme potenza e velocità di calcolo e analisi che offre, a fare delle scoperte che potranno salvare o migliorare la via di altri uomini che altrimenti non avrebbero avuto possibilità di guarire.

È sempre così, dai tempi della clava  la clava in se può essere usata a fin di bene, per cacciare cibarsi, difendersi dai predatori, o può essere strumento di aggressione di morte verso i propri simili, cosa e chi fa la differenza, sta nel manico, la mano dell’uomo il suo utilizzo.

Prima che la IA ci sommerga, andrebbe creato, ma non a livello nazionale, perché regole e limiti di un solo paese rischierebbero di rendere quella nazione svantaggiata rispetto ad altre che operano in regime di deregulation, creando un mondo asimmetrico, impari, che già oggi è molto in essere, ma potrebbe solo che aggravare e peggiorare questa situazione.

L’unica possibilità che resta all’uomo è di dare vita ad un nuovo movimento un nuovo umanesimo un nuovo rinascimento, governando la IA, creandola e plasmandola sul bello, legandone il controllo al bene al positivo, a ciò che è a misura e necessità d’uomo.

Qui la politica ha la sua occasione , sconfitta ed emarginata dalla finanza , ridotta a mera esecutrice di provvedimenti , a tagli, ottimizzazioni, "riforme" io preferisco chiamarle controriforme, può in questo momento storico emanciparsi dalla schiavitù di obbedienza succube al capitale, al ricatto del debito, che poi chi questo debito lo detiene lo trasformerà in  credito, generando un movimento rinascimentale che metterà l'uomo i suoi bisogni reali le sue necessità al centro, in quanto oramai i falsi bisogni le false necessità imposte da capitalismo consumista ci hanno relegato.

Allora la politica ha di che occuparsi ha di che pianificare idee e progetti ha di che  fare e prendere decisioni sempre più larghe e che partendo dal piccolo difendano le peculiarità del luogo, la bellezza del luogo i prodotti del luogo, evitando spostamenti di materiale e materie, di assurda e remota provenienza, sia nella fase di produzione e consumo sia in quella di smaltimento, non possiamo pensare che sia sostenibile spedire navi di spazzatura attraverso viaggi di migliaia e migliaia di chilometri, ma produrre e riciclare ottimizzare perché le risorse non sono infinite, e debbono essere  usate con parsimonia, il modo dove viviamo ha estremo bisogno di riscoprire la sua bellezza e la sua naturalezza, in armonia questo è quello che la politica deve fare al più presto, non la corsa alla guerra più sanguinosa, in fondo tornado e guardando indietro la politica non ha imparato nulla dalla storia , anzi troppo spesso fa finta di non conoscerla se non di ignorarla.

Io che negli anni '80 ero un adolescente un teeneger, ho vissuto la caduta del muro  lo scioglimento dei due blocchi, e l’aria che io e la mia generazione abbiamo respirato era fresca e piena di speranze, bella per dirla in modo semplice, mai avrei pensato che pochi decenni dopo si tornasse tutto a come era prima, o addirittura sul fronte internazionale peggiore di quello che fu.

La cosa fondamentale che in molti festeggiarono la fine e la morte del comunismo pensando erroneamente che la democrazia avesse vinto invece non è stato così, ha vinto il capitale il capitalismo il consumismo e sono morti i valori della vita ecco perché oggi la politica deve costruire un nuovo umanesimo fondato sul bello sulla bellezza del miracolo della vita dell’uomo.