opinioni

Carmina non dant panem

martedì 21 marzo 2023
di Fausto Cerulli

Oggi Giornata Internazionale della Poesia. L'Amministrazione Comunale avrebbe potuto celebrare questa Giornata come iniziativa in vista della giusta battaglia per Orvieto Capitale Italiana della Cultura. Mi auguro che, prima del 2025, anno per cui è prevista la decisione sulla Capitale della Cultura, la giunta possa e voglia celebrare questo anniversario.

Non mancano poeti italiani che sarebbero lieti di partecipare, se non altro per avere il pretesto di passare una giornata in questa città straordinaria, anche se spesso i suoi cittadini non si rendono conto di vivere in una città non solo alta e strana. Penso che Nazzareno Montanucci avrebbe volentieri. Investito in questa iniziativa, perché Nazzareno, il mio amico Reno, amava la poesia come amava tutto ciò che è nobile.

Penso che anche Toni Concina avrebbe dato il suo contributo e che Roberta Tardani (se ancora sarà al vertice dell'Amministrazione) vorrà impegnarsi in tal senso. Lei che mi fece l'onore di leggere una mia poesia in occasione della Festa delle Rose a Rocca Ripesena, nonostante sapesse e sappia che non condivido molte delle sue posizioni politiche. Anche la Biblioteca Comunale avrebbe potuto muoversi in tal senso. Anche se già ha la sensibilità di pubblicare sul proprio sito contributi di poeti orvietani e non solo.

Per il resto iniziative, purtroppo e per forza limitate, come quello del Maestro Walter Branchi. La stessa Fondazione della Cassa di Risparmio di Orvieto, che pure resta una delle principali sedi di una cultura di vario impegno, non sembra aver ancora trovato il modo di dedicare uno dei suoi significativi appuntamenti alla poesia. Per non dire della Libreria Giunti in cui difficilmente si cercherebbe un libro di poesia tra i numerosissimi volumi che pure offre ai lettori orvietani.

Il fatto è che la poesia ha un valore che direi periferico nella scuola, nei social, per non dire della televisione. Che occupa i suoi spazi, ben pagati dai cittadini italiani, con trasmissioni inutili se non addirittura diseducative. Esistono del resto anche molti poeti ad Orvieto, che restano ignorati e che spesso tengono le loro poesie nel cassetto.

E penso ad un poeta come Angelo Rossi, il mitico Angelino, che pur essendo un grande poeta, morì poverissimo perché volle essere poeta fino in fondo, senza cedere a compromessi. E qui termino la mia perorazione. Che mi auguro non venga scambiata come fatta pro domo mea, come direbbe Scarafone.

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