opinioni

Controcorrente

lunedì 23 marzo 2020
di Fausto Cerulli
Controcorrente

Morto Alberto Arbasino. Dio lo abbia in pace. Novanta anni fanno una bella età, ma certe volte sono anni sprecati. Si dice che dei morti bisogna soltanto parlar bene. Ed è questa la ipocrisia di chi vorrebbe assicurarsi che alla sua morte tutti parlino bene di lui. Ma in questo caso io vorrei non essere servo del vile omaggio di manzoniana memoria e non esser disposto al codardo oltraggio sempre di manzoniana memoria e vorrei cercare di essere in dissenso almeno parziale da tutti gli intellettuali che si stracceranno le eleganti vesti alla alla notizia di cotanta scomparsa.

E vado per episodi: Arbasino partecipò a quaranta anni e passa al famigerato gruppo 63 e non escludo di averlo visto quando io ero ancora giovane ed essendo inconsapevole mi venne in mente di assistere ad una assemblea del gruppo 63 che si tenne al Teatro Mancinelli. Tutti in cachemir e quasi tutti con la erre moscia, caratteristiche che poi sarebbero state fatte proprie dal barricadiero Bertinotti passato poi a Comunione e Liberaattzione, e di tutti loro conobbi appena Nanni Balestrinini che tra tutti si distingueva per il suo dichiararsi comunista ed impegnato. Per il resto a proposito del gruppo 63, non avendone avuto per mia fortuna seguito le vicende mondane, mi piace riferirmi al giudizio severo che ne dette un intellettuale vero, disprezzato per questo dagli snob del gruppo e che controbatteva a questo disprezzo parlando delle avanguardie e delle neoavanguardie citando un avanguardista come

Ardengo Soffici che aveva assunto e slogan la rivoluzionaria frase: "Inculo mio padre morto" tanto per far capire che chi è avanguardista e poi neoavanguardista pensa di essere provocatore usando quelle che Pasolini, pur non essendo sempre di forbito linguaggio, definiva espressioni escrementizie.E ancora Pasolini, che non volle mai far parte del gruppo, e non a caso, ne parlò come portatori di anarchia mentale, il che, tradotto in termini di scienze psichiatriche, stava a significare che tra questi intellettuali del consenso vigeva il disordine mentale, il non sapere bene cosa dire e che cosa fare. Desiderosi solo di distruggere il linguaggio per parlare tra loro una lingua riservata agli eletti. Riunitisi in in gruppo mistico ma molto attento agli aspetti materiali.

E se penso che al gruppo apparteneva anche uno scrittore noto che comprò sulle amene colline di Orvieto un seminario, a poco prezzo da un alto prelato faccendiere e ne fece il suo pensatoio dove, tanto per dire, dava la parola al suo cazzo, anzi, come come lui lo chiamava, il suo uccello.E Arbasino faceva parte di codesta congrega di rivoluzionari a un tanto al libro. E quando Arbasino si scagliò contro i contestatori del sessantotto e specialmente contro Daniel Cohn Bendit, Pasolini, che pur non essendo quasi sempre favorevole alla contestazione, bollò il tono di quello scagliarsi furibondo con l’epiteto di fascistoide, individuando  nella diffusa ripulsa della contestazione una difesa dell’ordine e  in specie dell’ordine capitalista.

Pasolini avrà magari esagerato, nel quasi sempre sacrosanto rancore, ma certamente non andava lontano dal vero quando parlava di intellettuali, che sotto la forma di dissacranti, erano in fondo servi non tanto occulti del Potere, anzi per dirla con Pasolini, del Palazzo. Non sono stati scomodi al potere e semmai se ne sono serviti, in un reciproco asservimento mutualistico.

Ed Arbasino ha fatto parte di questa non lodevole congrega, e non mi risulta che ne abbia preso mai le distanze culturali, anche quando il gruppo 63 venne spazzato da quei contestatori che per loro erano quasi un pericolo pubblico e che invece contribuirono, magari non sapendolo,  al disfacimento di un gruppo che era nato morto. Un giornale di oggi, parlando di Arbasino in morte, dice che fu anticomunista ma neppure di destra.Io, tanto per specificare, che Arbasino fu parlamentare per il partito radicale. Il che non era il meglio per un intellettuale. E, come tutti gli intellettuali leggermente fasulli, non fu presente ai funerali di Nanni Balestrini. Per non passare per comunista o nella migliore delle ipotesi a causa della sua età avanzata.Avanzata.

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