I Jukebox all'Esofago ci riprovano con Ivano Fossati

Tra i pochi artisti della musica italiana che abbiano saputo proporre sia testi profondi, di grande lirismo e sapienza narrativa, sia musiche e arrangiamenti originali e mai scontati, c’è sicuramente Ivano Fossati. Ed è al grande autore genovese, da tempo ritiratosi dalle scene, che è dedicato il nuovo progetto dei Jukebox all'Esofago, ultimo di una serie che ha già esplorato il repertorio di Claudio Lolli, Ivan Graziani e Francesco de Gregori. L’appuntamento per la prima di "Per niente facile. Le canzoni di Ivano Fossati (e tutto il resto all’occorrenza)" è fissata per sabato 5 aprile, alle 21 (viene raccomandata la puntualità), alla Sala del Carmine di Orvieto.
Si tratta di una sfida, un tentativo di vedere come le canzoni meravigliose di un grande autore come Ivano Fossati, solitamente dotate di raffinati arrangiamenti e di ricca strumentazione, possano adattarsi e trasformarsi nelle mani di un duo acustico come i Jukebox all'Esofago, ovverosia Andrea Caponeri (voce, ukulele, armonica, melodica, guitalele, piccole percussioni) ed Edoardo Lombardozzi (chitarre acustiche, dobro, loop station, cori, arrangiamenti), musicisti che già da diversi anni, in duo o in altre formazioni (Altrocanto, Sprassolati, Psycho) hanno calcato i palchi di locali, festival e teatri in tutta Italia.
Ma per l’occasione ai due impavidi si aggiungeranno alcuni amici venuti a dar manforte, musicisti di gran vaglia come Stefano Benini (voce), Andrea Massino (chitarra) ed Emilio “Vertice” Burli(Organo Bontempi), che in alcuni brani coloreranno ancor di più le delicate tessiture di Ivano Fossati.
Ivano Fossati è senza dubbio una delle vette assolute della nostra canzone d’autore, capace di passare dall’iniziale successo con un gruppo pop progressive come i Delirium (ricordate “Jesahel”?) a un percorso personale via via sempre più personale, sia sul versante del rock artistico (album come “La mia banda suona il rock” e “Panama” restano memorabili), sia nella ridefinizione di una canzone d’arte capace di accogliere suggestioni sonore dai mondi più diversi, facendole parlare il linguaggio del jazz, della musica etnica, di quella brasiliana, fino a incidere quelli che sono probabilmente i due più straordinari dischi dal vivo italiani (“Buontempo” e “Carte da decifrare”).
L’omaggio dei Jukebox all’Esofago giunge oggi ancora più necessario, se consideriamo che dal 2012 Fossati non si esibisce più dal vivo. Un motivo in più, dunque, per portare ancora tra la gente canzoni di indicibile bellezza come “La musica che gira intorno”, “La mia banda suona il rock”, “Italiani d’Argentina”, “La costruzione di un amore”, “L’orologio americano”, “C’è tempo” “Panama” e tante altre, tra cui quelle scritte o tradotte per colleghe come Mia Martini (“Anna di primavera”) e Fiorella Mannoia (“Oh che sarà”).
Jukebox all'Esofago

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