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Palazzo Chigi apre le porte al pubblico e svela gli affreschi del Piano Nobile

mercoledì 12 marzo 2025

Dici "Palazzo Chigi" e pensi subito ad uno dei punti del centro storico di Roma più conosciuti, quello lungo Via del Corso, quasi a metà strada tra Piazza del Popolo e Piazza Venezia, che dal 1961 è sede del Governo Italiano. Eppure ce n'è un altro situato nella più vicina Viterbo, che si estende tra Via Chigi, Via del Ganfione e Via Sant'Antonio, che fu dimora del fratello del grande Agostino Chigi, mecenate di Raffaello. Sabato 29 marzo, alle 15, questo gioiello cinquecentesco apre le porte del Piano Nobile per una visita unica ed esclusiva nel corso della quale svelerà al pubblico i suoi affreschi.

"Il mercante pisano Carlo Caetani - ricostruisce la Rete Dimore Storiche del Lazio - lo fece edificare intorno al 1473, anno in cui ottenne la cittadinanza viterbese, nella zona dei fondachi fiorentini e senesi, inglobando edifici preesistenti. Alla morte di suo figlio Alfonso, fu conteso tra la seconda moglie Cristofora Margani e le figlie della prima, Emilia e Lucrezia. Queste, il 5 novembre 1510, cedettero la loro quota a Francesco Chigi, della dinastia dei banchieri senesi, che il 17 novembre 1511 acquisì anche la parte della Margani.

Da quel momento il palazzo fu denominato Chigi e rimase alla famiglia fino al 25 luglio 1918, quando Donna Laura Noro Patrizi Montoro lo vendette all’avvocato Ferdinando Egidi, ai cui discendenti appartiene in gran parte ancora oggi. Il prospetto su Via Chigi è formato da quattro corpi di fabbrica: due a tre piani, una torre medievale inglobata nell’edificio e una costruzione più bassa. Due grandi portali a bugne piatte introducono l’uno alla corte, l’altro, attraverso la torre, al cortile da cui si accede al quarto corpo di fabbrica

L’androne introduce a un porticato a “L” ad archi intonacati, scandito da crociere che poggiano su colonne in peperino, con capitelli compositi che ritroviamo nella loggia del piano superiore, coperta da cassettoni e mensole ornati.
Nel portico si trovano lo stemma Chigi, e, dentro un’edicola in peperino, la Madonna col Bambino attribuita ad Antonio del Massaro detto il Pastura (fine XV secolo).

La loggia superiore, decorata con un grande stemma Chigi-Gatti, introduce al piano nobile con ambienti di varie dimensioni e altezze disposti a enfilade. Il salone, coperto a cassettoni dipinti con mensole di legno recanti gli stemmi Caetani, è caratterizzato da un monumentale camino decorato con sfingi. Segue la Sala dell’Aurora in stile rococò, controsoffittata a vela nella seconda metà del 1700 e poi la stanza con le storie di San Paolo realizzate nella prima metà del XVII secolo probabilmente per il matrimonio di Francesco Chigi con Lucrezia Poggi.

Da questa si raggiunge la piccola stanza quadrata ricavata nella torre che immette nell’ultima sala. Dalla loggia si accede allo Studiolo del Pappagallo decorato con divinità mitologiche, Perseo che libera Andromeda dal drago, scene venatorie, paesaggi montani e marini e il grande stemma Chigi a ornamento del semplice camino a toro. Lo Studiolo introduce a un’altra enfilade di stanze che corre lungo la facciata posteriore.

Dal 2023 in due ampi locali del pianoterra ha sede operativa l’Associazione Musicale Muzio Clementi il cui scopo è la promozione della cultura a Viterbo e nella Tuscia. Le sale sono caratterizzate da elementi strutturali e decorativi in peperino come gli eleganti peducci che sorreggono la volta costolonata, il fronte del grande camino con motivi classici e la ricca cornice a candelabre del “vincellaro”, tipica dispensa d’epoca scavata nella profondità del muro".

I posti per partecipare alla visita sono limitati. Per ulteriori informazioni e prenotazioni occorre inviare una mail all'indirizzo info@visitarelatuscia.it indicando nell'oggetto "Visita Palazzo Chigi 29-03-2025", il numero di persone, il cellulare e un indirizzo mail. In caso di disponibilità seguirà la conferma di avvenuta prenotazione.

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