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"Tuscia in ginocchio. Cristo, santi e madonne" nel nuovo libro di Vincenzo Ceniti

lunedì 10 marzo 2025

Devozioni religiose in ogni comune della Tuscia Viterbese, da Acquapendente a Vitorchiano, animate da santi e patroni, cui sono legati riti religiosi, storie, leggende, tradizioni, opere di carità, proverbi, occasioni sociali e gastronomiche. Di questi eroi della fede il libro "Tuscia in ginocchio. Cristo, santi e madonne" (Sette Città, 2025) di Vincenzo Ceniti in 250 pagine fresche di stampa nell'Anno Giubilare della Speranza racconta vita, morte e miracoli e le diverse modalità, a volte originali, per le loro celebrazioni liturgiche e popolari. 

Alcuni rievocano le atrocità del martirio nella prima era cristiana, altri una vita di carità e di amore per il prossimo perché, parafrasando il libro di un vecchio teologo del primo Novecento, i santi ritornano a suscitare stimoli sopiti e interrogativi mai risolti, a scandire i movimenti delle stagioni, a favorire provvidenziali aggregazioni di solidarietà. "Ritornano con le ritualità cui i nostri padri erano affezionati. Ritornano ad intercedere per noi e stimolarci in opere di bene. 

Ritornano anche a consolidare forme di turismo più sostenibile sotto le forme più diverse: cammini della fede, pellegrinaggi, cerimonie di canonizzazione, e mobilità lenta tra parchi e santuari". Obiettivo dichiarato del volume, quello di raccontare questo lembo di territorio da angolazioni inaspettate. Lo ribadirà lo stesso autore, console del Touring Club Italiano di Viterbo in occasione della presentazione in programma mercoledì 12 marzo alle 17.30 al Bistrot del Teatro "San Leonardo".

A dialogare con lui, al civico 9 di Via Cavour, intorno a questo nutrito dossier sui patroni venerati in sessanta comuni della provincia di Viterbo, compatroni compresi, sarà Filippo Sedda, direttore della Biblioteca della Federazione delle Clarisse Urbaniste. "Davanti a loro, che da secoli proteggono le nostre comunità, ci mettiamo in ginocchio, se non altro per gratitudine alle passate generazioni che in loro nome hanno generato un patrimonio artistico e culturale di cui siamo eredi fortunati e immeritevoli. 

I patroni sono raccontati con profili biografici, spesso leggendari, e modalità liturgiche e laiche radicate nel tempo, come messe, novene, memorie, vespri, ottavari, processioni, riti folcloristici e manifestazioni storiche e gastronomiche. Alcuni rievocano le atrocità del martirio nella prima era cristiana, altri una vita di carità e di amore  per il prossimo. A loro si uniscono Crocifissi e Madonne venerati un po' ovunque" e raccontati con dovizia di particolari, garbata ironia e una buona dose di fede.

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