Raffaele Davanzo presenta "Agorà. Ombre e storia nelle piazze di Orvieto"
Piazze come luoghi di concentrazione di interessi sociali, privati, religiosi e umani nel corso dei secoli. Coaguli di arte e di sentimenti. Storie, persone, ricordi, immedesimazioni in situazioni personali o in personaggi che nel tempo lì ebbero un ruolo. Vicende di uomini e donne stimolanti sia per chi ha scritto su queste piazze, sia evidentemente per chi ne ha fruito. Nasce da una felice intuizione della casa editrice napoletana "La Valle del Tempo" che attraverso il suo direttore, il professore Mario Rovinello, ha messo in essere una particolare collana di approfondimento sui caratteri precipui di varie città, concentrando il focus sull’importanza delle loro piazze, il libro "Agorà. Ombre e storia nelle piazze di Orvieto" che sarà presentato venerdì 24 gennaio alle 16 nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale di Orvieto.
"Per ogni piazza – spiega l'architetto Raffaele Davanzo, presidente dell'Istituto Storico Artistico Orvietano, che ha curato il volume – è prevista una scheda leggera, senza note, né bibliografia, ma che richiama i punti più sensibili, che possono essere sia edifici, sistemazioni urbanistiche, presenze passate di persone che proprio lì hanno vissuto o comunque vi hanno avuto delle esperienze importanti. Queste esperienze storiche possono essere oggetti della seconda parte di questo sistema, che sarebbe quello del racconto, che può essere incentrato o sulle persone che lì hanno avuto un ruolo di vita e anche di arte e di lettere; oppure direttamente incentrato sulla propria esperienza, quella del singolo scrittore di quella piazza. Per esempio, ricordando piccoli aneddoti (questo è stato fatto per le precedenti uscite di questa collana), citando o ricordi diretti o ricordi dei genitori nonni eccetera. Comunque, ricordi vivi perché quella piazza è sempre stata viva!
Questo è un approccio diverso dal descrivere una città attraverso le piazze che, come sappiamo, anche fino a pochissimo tempo fa, erano per molti quartieri l'unico posto in cui ci si incontrava, magari la sera. Le sere d'estate addirittura si portavano le sedie dalle case, per potersi inventare una specie di piccolo anfiteatro dove ci si raccontava la propria vita, le proprie esperienze, come accade nel romanzo Il trono di legno di Carlo Sgorlon. Ecco: questo sistema è stato strategico per città come Napoli (intanto perché è la città dell'editore!): e poi perché dal punto di vista dagli spazi pubblici aperti (come la piazza) è una delle più vive di Italia! Altrettanto si può dire per le altre città già pubblicate (Napoli, Firenze, Roma, Perugia, e adesso Orvieto).
Per quanto riguarda Orvieto, sono stato scelto come coordinatore grazie alla raccomandazione della mia amica Lorena Rosi Bonci che aveva avuto l'incarico di curare il volume su Perugia (che consiglio di leggere perché è fatto veramente bene!). Per le piazze di Orvieto ho coinvolto addirittura 24 persone! Intanto, per Piazza del Duomo sono stati ingaggiati ben quattro scrittori tra cui Guido Barlozzetti. Poi, seguendo una specie di itinerario a forma di otto, ma più simile al simbolo dell'Infinito ∞, si passa a Piazza San Francesco (cioè Febei: e qui il direttore della Biblioteca Pubblica Luigi Fumi si è identificato con un grande studioso che nell’800 diede alla biblioteca identità e coscienza); poi a seguire Piazza Ippolito Scalza con un toccante racconto (secondo me uno dei migliori) in cui l'autore si è identificato in questo grande scultore e architetto orvietano, addirittura entrando nei suoi sentimenti di padre sul letto di morte.
Seguono Piazza della Repubblica, le piazze della Legna e dell'Erba, Simone Mosca, Fracassini, del Popolo, Angelo da Orvieto, Sant'Angelo, San Domenico (XXIX Marzo), Cahen, Marconi, Filippo Antonio Gualterio, Ranieri, San Giovanni, Guerrieri-Gonzaga, Madonna della Cava. Tutte trattate con lo stesso amore per la città. Voglio solo citare Piazza Ranieri per una geniale sarabanda letteraria ucronica; e quella di San Giovenale dove l'autrice si è identificata con il grande pittore inglese William Turner, proprio nel momento in cui sta cercando l'ispirazione per il suo famoso quadro su Orvieto (che adesso è alla Tate Gallery di Londra), semplicemente seguendo gli schizzi preparatori dell'artista disegnati proprio lì, intorno a San Giovenale salendo lungo le mura per poi ridiscenderne! Questo sistema di identificarsi è stato veramente positivo per tutti coloro che hanno voluto battere questa strada del chi c'era stato prima! Conclude la serie il Largo Orvieto Città Unità, con la scultura viva di Livio Orazio Valentini, simbolo olistico pensato come una sintesi tra l'obelisco, il menhir e una guglia barocca come quella del Gesù Nuovo di Napoli (a cui siamo ritornati!)".
Un genere letterario fortunato, quello delle antologie di saggi di più mani incentrati sulle storie della città, che ricorda la "Guida Sentimentale di Orvieto" ed "Itinerando", entrambi curati da Laura Ricci, tra le autrici anche di questo nuovo volume insieme a Paola Achilli, Mara Luigia Alunni, Guido Barlozzetti, Maria Barlozzetti, Nicola Bianchi, Alessandra Cannistrà, Maddalena Ceino, Maria Virginia Cinti, Francesca Compagnucci, Maurizio Damiani, Ferruccio Della Fina, Francesco Ercolani, Loretta Fuccello, Luca Giuliani, Giulia Gualterio, Silvio Manglaviti, Guglielmo Monachello, Annamaria Petrini, Federica Sartori, Roberto Sasso, Valentina Satolli, Marco Sciarra, Paola Sellerio, Silvia Valentini, Francesca Vincenti e lo stesso Raffaele Davanzo, autore anche dell'introduzione. Le foto sono di Massimo Achilli.
"Contastorie" che "hanno composto una sintesi storica delle singole piazze e un racconto incentrato su storie, persone e ricordi vissuti". La presentazione è promossa da Istituto Storico Artistico Orvietano e Università delle Tre Età di Orvieto, in stretta collaborazione con il Comune, la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e la casa editrice "La Valle del Tempo". L'ingresso è libero.